Buon compleanno a… Rodrigo De Paul
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Buon compleanno a… Rodrigo De Paul

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Rodrigo De Paul

Rodrigo De Paul, fantasista dell’Atletico Madrid, compie oggi 29 anni: ripercorriamo così la sua carriera fin qui

Oggi Rodrigo De Paul compie 29 anni. Vive a Madrid, gioca nell’Atletico del Cholo, nell’ultimo anno non ha ottenuto grandi soddisfazioni con il proprio club, ma può certamente più che consolarsi perché ha già fatto il pieno con la nazionale argentina. Lui è un campione del mondo. E di quell’impresa, che ha reso eterni tutti coloro che ne hanno fatto parte, ne è stato uno dei grandi protagonisti. Perciò, a cos’altro bisogna pensare in questa giornata celebrativa se non al Qatar?
Di Rodrigo De Paul è impossibile non parlarne bene. In Italia, nei suoi confronti, c’è un atteggiamento a metà tra l’orgoglio e la tentazione.
Il primo è rappresentato, anzi, per meglio dire, incarnato, dall’Udinese, che delle sue prestazioni ha usufruito per 5 stagioni e 184 partite, scoprendo quanto fosse corretto ciò che aveva intuito dall’osservazione delle sue esperienze precedenti, in patria con il Racing e in Spagna con il Valencia. É quanto ha espresso Andrea Carnevale quando durante la Coppa del mondo ha apprezzato per l’ennesima volta il suo valore. E a vederlo alzare il trofeo, insieme a quell’altro gioiellino passato dalle sue parti che risponde al nome di Nahuel Molina, non ha potuto che esprimere qualcosa che è più un sentimento che una fredda constatazione per il buon lavoro svolto: «Vedere De Paul e Molina sul tetto del Mondo per noi come società è motivo di grande soddisfazione. Sono stati due ottimi acquisti e con loro abbiamo lavorato bene. In due o tre anni sono cresciuti tanto e ora sono campioni. Nello scouting siamo tra i migliori al mondo. Non è facile, perché si deve guardare sempre molto lontano e soprattutto capire se possono essere giocatori adatti alla Serie A». A fargli da eco, lo stesso giocatore, che sa perfettamente cosa ha ricevuto in Friuli e quanto gli sia servito per direzionare in senso positivo la sua carriera: «Io ringrazio tanto per quello che mi ha dato il calcio italiano. Mi ha dato tantissimo e mi ha fatto diventare quel giocatore che sono oggi».
Per quanto riguarda invece la tentazione, a periodi ricorrenti c’è qualche club italiano di prima fascia che pensa che il centrocampista argentino potrebbe essere qualcosa di più di un ottimo acquisto. Lo status di De Paul è quello infatti del giocatore che, inserito in un certo contesto, può realmente fare la differenza, se non addirittura aiutare a correggere i difetti esistenti nel reparto di mezzo. Già solo perché non ci sono tante mezzali capaci di agire con la determinazione del mediano in fase di recupero palla e con il genio creativo del trequartista quale sa essere con il pallone tra i piedi.

Juventus, Inter, Milan, Roma: a cadenza ricorrente, sono questi i nomi che si fanno. Convinti tutti, chi più chi meno, che nel caso De Paul approdasse da loro gli allenatori ne sarebbero soddisfatti e direbbero ciò che disse il suo mister dell’Atletico Madrid, Diego Simeone: «È arrivato con grande entusiasmo e voglia di mostrare tutto il suo calcio. Si è integrato bene nel gruppo ed è importante per la squadra».

Altrettanta sincerità, con toni ancora più accesi, l’ha avuta in Qatar. Dove si è presentato, al pari dei compagni, convinto di poter fare la grande impresa su scala globale dopo il successo in Copa America. Per questo, dopo gli iniziali balbettamenti dell’Albiceleste, è andato dritto al punto dopo il successo sul Messico: «Adesso per noi comincia un altro Mondiale. Eravamo molto uniti e credo fosse evidente. Volevamo che la gente lo capisse: per i pochi che per mezz’ora sono scesi dal carro degli ultimi tre anni, l’invito è quello di risalire, perché non vi lasceremo a terra». Dal carro, è passato poi ad un altro mezzo di trasporto alla vigilia della finale con la Francia: «Credo molto in questo gruppo, per questo quello che fa più male sono i dubbi che qualcuno ha mosso nei nostri confronti. Ma la maggior parte delle persone è rimasta su questa barca e spero che adesso si stia divertendo». Per poi concludere il viaggio con una manifestazione d’incredulità: «Non ci posso credere ma siamo campioni del mondo». E chiudere anche i conti con la storia. «Se qualche idiota avesse avuto ancora dubbi, ora non può averne più. Messi è il migliore di tutti i tempi, nessuno più sarà come lui». Anche solo per questa totale mancanza di diplomazia, fortunato chi ha uno come Rodrigo De Paul.