Caso Negreira, Laporta all'attacco: «Il Barcellona è una vittima»
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Caso Negreira, Laporta all’attacco: «Il Barcellona è una vittima»

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Joan Laporta

Le parole di Laporta, presidente del Barcellona, in una conferenza stampa dove parla del Caso Negreira: «Una campagna d’odio»

Joan Laporta, presidente del Barcellona, passa al contrattacco sul caso Negreira. Di seguito le sue parole in conferenza stampa.

DIFFAMAZIONE – «A noi piace vincere giocando bene e non grazie all’arbitraggio. Ai detrattori che cercano di distruggere il nostro prestigio garantisco che non otterranno nulla. Diffamare il Barcellona non impedirà al club di continuare ad essere ammirato da milioni di persone nel mondo e restare un punto di riferimento nello sport».

CAMPAGNA CONTRO IL CLUB – «Fin da subito ho detto che si trattava di una campagna contro il Barcellona. Quello che posso dire è che il club non ha mai svolto alcuna azione con l’obiettivo di alterare intenzionalmente il risultato di una competizione. Non voglio essere evasivo, ma l’oggetto della polemica non era nient’altro che una consulenza tecnica da parte di una persona che ha avuto una carriera nel calcio – ha proseguito Laporta – Ciò non costituisce alcun illecito dato che lo abbiamo fatto con trasparenza, come si evince dalle fatture pagate con bonifico. Non volevamo assolutamente nascondere le cose, anzi forse qualcuno ha approfittato di questo contesto per trarre vantaggio da comportamenti irregolari. Se così fosse, il Barcellona sarebbe vittima di tutto ciò».

TEBAS – «Questo linciaggio non è casuale, pertanto esigo la massima responsabilità dagli enti che regolano il calcio e da alcuni media. L’atteggiamento del presidente della Liga Tebas è irresponsabile e denota mancanza di professionalità e non fa altro che alimentare la polemica. Ringrazio invece il presidente della RFEF, il CSD, il signor Rubiales, il signor Franco, il signor Infantino della Fifa per aver mantenuto un atteggiamento prudente. I mandati di questo caso vogliono distruggere uno dei più grandi strumenti identitari della Catalogna».