CN24, il pagellone di mercato: Inter - Calcio News 24
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2014

CN24, il pagellone di mercato: Inter

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Taglio netto col passato, rinascita Mazzarri e mercato in mano ad Ausilio: ecco la rivoluzione Inter

SERIE A CALCIOMERCATO INTER PAGELLONE – Sembra essere la volta buona. Quattro estati fa l’Inter era pronta a ripartire dopo lo storico Triplete, con Rafa Benitez al posto di Josè Mourinho per aprire un nuovo ciclo vincente. Ma qualcosa andò storto ed ecco il tourbillon di allenatori: Leonardo, Gasperini, Ranieri e Stramaccioni fino all’estate 2013, ovvero fino all’approdo in panchina di Walter Mazzarri. Giunti all’alba della stagione 2014/2015 è già degna di nota, rispetto appunto al recente passato, la presenza del tecnico di San Vincenzo alla guida della compagine meneghina,  anche perché è l’unica riconferma. Una riconferma però innovata: l’ex guida tecnica del Napoli infatti ha cambiato atteggiamento, avvicinandosi al tifo nerazzurro, anche se deve ancora fare qualche passo in avanti dal punto di vista della spregiudicatezza. A livello dirigenziale è stata la prima campagna acquisti orchestrata dal direttore sportivo Piero Ausilio, successore di Marco Branca, che si è dimostrato all’altezza della situazione: mercato ad impatto zero, tetto ingaggi abbassato e squadra rinforzata ad hoc. Un altro elemento che mostra il taglio netto col passato è dato dall’addio alle quattro bandiere argentine, ovvero Zanetti, Cambiasso, Samuel e Milito, che fornirà nuovi leader all’undici nerazzurro e metterà fine ai rumors legati al cosiddetto “clan dell’asado”. Oltre a loro hanno dato l’addio gli evanescenti algerini Taider e Belfodil, i giovani Benassi, Biraghi, Botta e Duncan, gli svincolati Castellazzi e Mudingayi ed infine  Rolando, Livaja, Schelotto e Silvestre. Mosse tecnicamente ed economicamente importanti, visti gli arrivi. Per la difesa è stato ingaggiato a parametro zero dal Manchester United il centrale serbo Nemanja Vidic. A centrocampo Ausilio ha dato il meglio di sé, potenziando il settore con tre potenziali titolari: Dodò, M’Vila e Medel, profili richiesti dall’allenatore. In attacco si è aggiunto al super tandem argentino Icardi-Palacio un altro bomber di razza, ovvero Daniel Osvaldo, alla ricerca di riscatto dopo una stagione tra luci ed ombre.

IL MIGLIOR ACQUISTO – E’ vero, rinforzare il centrocampo era quantitativamente e qualitativamente la priorità, come del resto fornire un’alternativa di livello in attacco, ma lo spessore di Nemanja Vidic è indiscutibile. Dopo otto stagioni trascorse all’Old Trafford con la casacca del Manchester United, il serbo ha deciso di rimettersi in discussione accettando il progetto nerazzurro, diventandone il simbolo. Sì, è questo classe 1981 di pura classe ed esperienza il cardine del nuovo corso meneghino, raccogliendo l’eredità degli argentini in qualità di leader, e nelle prime uscite si è visto: orchestra con intelligenza tattica la retroguardia formata con Juan Jesus e Ranocchia, impostando la manovra e facendosi sentire con autorità in presenza di momenti di deconcentrazione. Mazzarri con lui ha creato subito un rapporto diretto, conscio del valore del serbo, che porta sulle spalle oltre 200 presenze con i Red Devils ed una bacheca di trofei di non poco conto: 5 Premier League, 5 Community Shield, 3 Coppe di Lega, 1 Champions League, 1 Coppa del mondo per club e molto altro.

LA PEGGIOR CESSIONE – A livello tecnico non ci sono molti rimpianti. A livello numerico sì invece, per il reparto offensivo. Gli ultimi di giorni di mercato non hanno portato la quarta punta in organico, e c’è un po’ di rammarico in tal senso per la prematura partenza di Ruben Botta. L’ex Tigre, reduce da un infortunio al ginocchio, in nerazzurro non avrebbe trovato la giusta continuità, ed il club ha deciso di prestarlo al Chievo Verona. Se è vero che la qualità dell’argentino al momento non è consona al livello degli altri attaccanti in rosa, è vero anche che il classe 1990 di San Juan conosce bene i meccanismi del gioco di Mazzarri dopo la preparazione estiva.

LA POSSIBILE SORPRESA – Ragazzo semplice, viso da bambino e un soprannome che «è ancora un mistero, non so perché me lo hanno dato: è successo quando ero piccolo e nessuno ricorda il motivo»: parliamo di José Rodolfo Pires Ribeiro, meglio noto come Dodò. Classe 1992 di Campinas, il laterale brasiliano è sbarcato in Italia nell’estate del 2012, passando dal Corinthians alla Roma. In giallorosso non ha avuto molta fortuna, anche a causa del difficile ambientamento alla Serie A e delle noie fisiche che lo hanno perseguitato. Quasi a sorpresa ad inizio luglio l’Inter ne ufficializza il prestito biennale con obbligo di riscatto: fortemente voluto dal tecnico, Dodò ha attirato prontamente le simpatie del popolo nerazzurro, ripagate con le prestazioni fornite sul rettangolo verde. Il vivaio Cruzeiro infatti è uno dei migliori di questo inizio stagione, tanto che Dunga, ct del Brasile, ha iniziato a seguirlo da vicino per una possibile convocazione futura.

VOTO 7 – Con l’arrivo di un attaccante di valore al fotofinish della sessione estiva avremmo parlato di capolavoro. Come affermato in apertura: bilancio ad impatto zero, tetto ingaggi abbassato e squadra rinforzata ad hoc. Il sette l’Inter lo merita tutto sia per le entrate che per uscite, basti pensare ad Osvaldo, ingaggiato grazie ad un prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 7 milioni, quasi 1/3 rispetto al riscatto trattato con la Juventus, oppure all’affare Dodò, con prestito biennale a 1,2 milioni e riscatto a 7,8 milioni di euro, pagabili in tre rate dal 2016 al 2019, quindi un impatto irrilevante sul bilancio. Tocca a Palacio e compagni confermare le belle parole, in attesa del mercato di riparazione. Solo allora si tornerà a parlare di quarto attaccante (Pocho, dove sei?)…