2013
Come cambia il Cagliari: uno stadio per il salto di qualità. E non solo i soliti noti
Tra fattore Sant’Elia e conferma degli uomini mercato: non mancano gli ingredienti per un ottimo Cagliari
Alla fine Massimo Cellino ha resistito: i vari Astori, Nainggolan, Sau ed Ibarbo non si sono mossi da Cagliari e la squadra può contare ancora sui propri cardini per incentrare l’aggiornamento delle ambizioni. Che, inevitabilmente, passa per la normalizzazione della vicenda stadio: i tifosi trepidano in attesa di poter rientrare tra le mura amiche del Sant’Elia.
IL FATTORE STADIO – Impensabile che a questi livelli una squadra non possa contare sull’apporto casalingo della sua piazza, elemento che si è spesso tradotto in un surplus di punti assolutamente rilevante per la classifica finale. Il Cagliari ha pagato sotto quest’aspetto nell’arco della scorsa stagione ed un valore complessivo che già sembrava al di sopra della media delle dirette concorrenti è stato senz’altro attutito da tali fattori extrasportivi. Ora il Sant’Elia, di nuovo l’amato Sant’Elia: è notizia proprio delle ultime ore quella per la quale la Giunta Comunale starebbe per approvare i necessari lavori di restyling dell’impianto. Che dunque a fine mese potrebbe essere idoneo per ospitare gli impegni casalinghi del club: è questo il mattone essenziale sul quale costruire tutto il resto. I tifosi fremono, i giocatori anche.
LA SQUADRA: I PUNTI DI FORZA – Senza esitazione le conferme degli uomini mercato: Astori dà solidità alla retroguardia, il difensore della nazionale – ad un passo dal Napoli salvo lo stop imposto poi da Rafa Benitez – resta un altro anno a Cagliari e potrà completare il proprio percorso di crescita e allo stesso tempo risultare una pedina basilare per l’economia del club sardo. Analogo discorso, se non amplificato, per la stella della squadra: Radja Nainggolan è oramai un centrocampista tuttofare che abbina alla perfezione fase di non possesso a tempi d’inserimento, risultando dunque il prototipo del calciatore moderno. Già pronto per una big, ha avuto la meglio la resistenza di Cellino e il belga è ancora il diamante della rosa. Un organico non certo difettante nel settore offensivo: Sau la certezza dopo l’ottimo campionato d’esordio nella massima serie, Ibarbo è atteso dallo scatto definitivo. Ora o mai più: sembra arrivata la fase della carriera nella quale il colombiano può effettuare il salto di qualità o restare un eterno incompiuto.
MA NON MANCANO ALTRI VALORI IMPORTANTI – I soliti noti, ok, ma nel Cagliari altre figure si fanno spazio: innanzitutto il portiere, Michael Agazzi, chiamato a confermare l’ottima stagione trascorsa e rappresentare dunque uno dei valori del nuovo Cagliari. In difesa scalpitano i giovani Del Fabro e Murru (già due le presenze da titolare per il diciottenne laterale sinistro, bene alla prima contro l’Atalanta e meno brillante nella trasferta di Milano), nel settore mediano può essere l’anno giusto per la definitiva crescita di Albin Ekdal, che studia alla scuola di Nainggolan per diventare un centrocampista affidabile e completo. Ad oggi in attacco, al fianco di Sau, il titolare è Pinilla e non Ibarbo: l’attaccante cileno viene da una stagione frastagliata da infortuni e discontinuità, appare proprio questo il problema da risolvere per risultare poi un valore aggiunto di un Cagliari pronto a stupire tutti. Con le mancate cessioni è lecito e dovuto provare a migliorarsi.