2015
Copa América: Ecuador, appesi a Valencia per non passare inosservati
Focus Copa Amèrica 2015: la scheda dellEcuador, nel girone A con Cile, Messico e Bolivia
Stagione calcistica terminata? Ma neanche per scherzo. E’ già tempo di Copa America 2015 – sarà disputata in Cile, Paese che ha scambiato l’edizione 2019 con il Brasile altrimenti aggiudicatario di troppi impegni ravvicinati (Mondiale 2014 ed Olimpiadi 2016) – che mai si era presentata sotto tali premesse: c’è aria di grande sfida interna al Barcellona con l’Argentina di Messi, il Brasile di Neymar e l’Uruguay detentore del titolo che con ogni probabilità non potrà contare sulla stella di Suarez, squalificato dopo i fattacci del Mondiale. Ed il piccolo Ecuador? Agevolato dalla formula della manifestazione. Delle dodici partecipanti soltanto quattro saranno eliminate dalla fase a gironi – tre gruppi da quattro, si qualificano ai quarti di finale le prime due di ogni raggruppamento più le due migliori terze – ed in tal senso la Tricolor può giocarsi le sue chance nel girone sulla carta più aperto: gli uomini di Quinteros se la vedranno infatti con Cile, Messico e Bolivia.
WORK IN PROGRESS – L’Ecuador ha optato per l’avvicendamento della guida tecnica in avvio di 2015, di fatto dopo la gestione Rueda che aveva portato a partecipare al terzo Mondiale della storia ecuadoregna, concluso con l’eliminazione alla fase a gironi nell’ostico raggruppamento con Francia e Svizzera. Il nuovo commissario tecnico è Gustavo Quinteros, passato alla guida della Bolivia (dal 2010 al 2012, unica esperienza al timone di una nazionale) e, argentino di nascita, di alcuni club della sua madrepatria tra cui il San Lorenzo in avvio di carriera. Dai primi esperimenti l’impianto tattico base dovrebbe essere il 4-4-2: l’obiettivo poco celato è quello di innescare la velocità di Enner Valencia, esploso proprio nel Mondiale sudamericano un anno fa, sfruttando anche l’altro calciatore di punta militante in Premier League, quel Jefferson Montero che ha faticato non poco nella sua prima stagione con la maglia dello Swansea City.
IL MIGLIORE – Enner Valencia. Lo abbiamo anticipato e del resto considerando le concomitanti assenze di Antonio Valencia e Felipe Caicedo – nove reti quest’anno in Liga con la maglia dell’Espanyol – la produzione offensiva dell’Ecuador passa quasi interamente dai suoi piedi. Eppure Valencia non ha ancora aderito a pieno alle aspettative scatenate nella recente estate dopo l’eccellente Mondiale disputato in Brasile: impiego a singhiozzo in quel West Ham che ha sborsato ben 15 milioni di euro pur di battere la concorrenza ed assicurarsene le prestazioni, il rendimento racconta di appena 5 gol complessivi che non possono certamente bastare. Classe ’89, discreta tecnica di base abbinata ad un’ottima velocità sul lungo, la prossima stagione avanti a sé per dimostrare di aver superato i problemi di ambientamento e poter recitare una parte da protagonista in Premier League: intanto l’Ecuador pende dai suoi piedi.
PUNTI DEBOLI – La fase difensiva. Fatta eccezione per Juan Carlos Paredes in forza al Watford appena ripromesso in Premier League dopo otto anni di assenza, i difensori ecuadoregni (i vari Erazo, Achilier, Bagui, Narvaez, Mina, Pineida, Ayovì) sono tutti militanti in campionati sudamericani, lì dove per caratteristiche intrinseche non si predilige di certo la ricerca dell’equilibrio generale: fattore che può non pesare se l’avversario dell’Ecuador è alla portata degli uomini di Quinteros, il discorso muta profondamente contro realtà più strutturate che possono vantare pedine di una certa esperienza internazionale. Tradotto: il massimo obiettivo di questo Ecuador – considerando la particolare formula del torneo – sembra essere l’accesso ai quarti di finale. Da quel punto in poi, a meno di clamorose sorprese, gli avversari dovrebbero godere di argomenti migliori. Il tutto va aggiunto al fattore novità: la nuova gestione ha avuto poche partite per dettare al meglio le proprie esigenze ed imprimere un reale credo alla squadra.
PALMARES – Nullo. La Tricolor partecipa regolarmente alla Copa America dal 1939: una semifinale nel 1993 persa dal Messico nell’edizione casalinga, fuori dalle sue mura non ha mai superato lo scoglio dei quarti di finale. Traguardo con le formule recenti peraltro centrato in una sola occasione, nel 1997, nell’edizione ospitata dalla Bolivia. Fiore all’occhiello le tre partecipazioni ai campionati mondiali nelle ultime quattro ricorrenze: Corea/Giappone 2002 (primo turno), Germania 2006 (ottavi di finale e di fatto miglior risultato nella storia della nazionale ecuadoregna) e Brasile 2014. Insomma si è compreso: l’Ecuador partirà ancora da outsider della competizione, se questa Copa America si rivelerà territorio di sorprese lo diranno soltanto i fatti.