Esclusiva, Antonio Cabrini: «Italia-Uruguay? Io ci credo, ma serve consapevolezza» - Calcio News 24
Connettiti con noi

2014

Esclusiva, Antonio Cabrini: «Italia-Uruguay? Io ci credo, ma serve consapevolezza»

Pubblicato

su

Per il Bell’Antonio “bisogna essere ottimisti”. E saranno decisivi i primi 10-15 minuti di gioco…

MILANO, 24 GIUGNO 2014 – Mostra cauto ottimismo mischiato ad una signora consapevolezza (figlia probabilmente di “papà” Bearzot…), Antonio Cabrini, l’indimenticabile terzino “all’olandese” (leggasi: sicumera difensiva + spinta offensiva) di tanti successi juventini tra gli anni ’70 e ’80. Intercettato da CalcioNews24 sui navigli milanesi (dove il Bell’Antonio conduce periodicamente un bel quiz calcistico, ‘Bar Sport Mondiale’, con in palio ogni volta una maglietta della Nazionale italiana rigorosamente autografata da vari Balotelli, Pirlo, Buffon, Verratti, ecc.), l’argomento-principe del giorno è ovviamente il risultato di Italia-Uruguay, la cosiddetta “finale dentro o fuori” che consentirà ai ragazzi di Prandelli di proseguire o meno il loro cammino tra i vari sbalzi climatici (ed agonistici…) di Brasile 2014. E Cabrini, ovviamente, una sua opinione ce l’ha.

 

OCCHIO AL PRIMO QUARTO D’ORA La ricetta di Antonio è chiara, limpidissima: “Bisogna essere positivi, punto. Non solo la squadra, ma tutti i tifosi azzurri sparsi tra l’Italia e il resto del mondo. Dobbiamo tutti quanti pensare che la nostra Nazionale farà una buona partita e si qualificherà agli ottavi. Vittoria o pareggio? Per me non conta, ma occhio ai primi 10-15 minuti di gioco. L’Uruguay ha un potenziale offensivo tremendo con Suarez e Cavani e una sfida del genere te la giochi fin dal primo istante. Bisognerà stare concentratissimi”. Esattamente come faceva lui lungo l’out sinistro.

 

CATTIVI PENSIERI, VADE RETRO! Certo, la tentazione di allargare il discorso e psicologizzare questi momenti cruciali è palpabile. Soprattutto se di fronte a te hai uno come Cabrini che di partite mundial all’ultimo respiro se ne intende eccome. E qua non stiamo parlando delle solite mega-sfide con Brasile o Germania (Ovest), ma della fatidica “terza gara” dei gironi di qualificazione. Escludendo Argentina ’78 (dove l’Italia si qualificò subito demolendo Francia e Ungheria e andandosi a togliere lo sfizio di battere pure i padroni di casa in quel di Buenos Aires), a Spagna ’82 ce la vedemmo col terribile Camerun e quattro anni dopo, in Messico, altro scontro decisivo con la Corea del Sud. In entrambi i casi – ironia della sorte – bastava il pareggio, ma vedemmo comunque i sorci verdi fino al novantesimo. Soluzioni per scacciare il pessimismo e la tensione? “Occorre consapevolezza, – conclude il Bell’Antonio – la consapevolezza di sapercela e potercela fare. La convinzione intima di dare il massimo e di superare di conseguenza l’avversario. Noi ci caricavamo così e penso che da allora i metodi psicologici siano rimasti uguali.”. La parola ora passa a Ciro Immobile e ad altri dieci azzurri (più eventuali cambi). Fieramente consapevoli. Senza alcuna paura. Gli ottavi sono lì a un passo, d’altronde.

 

Nei prossimi giorni CalcioNews24 pubblicherà l’intervista completa ad Antonio Cabrini. Non perdetevela perché abbiamo affrontato argomenti molto intriganti…

 

A cura di: Simone Sacco