2012
Esclusiva, Roberto Renga: “La Lazio? Il contrario della Roma: tace, lavora, azzecca il mercato. E su Juventus-Napoli..”
Roberto Renga, prima firma sportiva de “Il Messaggero”, ha risposto in esclusiva alle domande di Calcionews24.com. Come sempre, il giornalista ha trattato i principali temi dell’attualità calcistica con la consueta franchezza, a cominciare dal “pasticcio” dell’orario di Juventus-Napoli:
Succede solo in Italia: il match probabilmente più importante del campionato che va in scena di sabato alle 18.00: come è possibile che in Lega si commettano ancora certe superficialità?
“Lega? Quale Lega? Quella non guidata da un presidente che non presiede e che pensa (la Lega) unicamente a prendere i soldi delle Tv, un condominio di lusso pagato dai poveri tifosi?”.
Passando al campo: il collettivo della Juventus contro le individualità del Napoli, ma la più importante, Cavani, teoricamente affaticata dagli impegni intercontinentali con la propria Nazionale. Chi la spunterà?
“Il calcio, facendosi in undici, è da sempre un gioco di squadra. Il singolo si pratica a ping pong o a lotta libera. Vince di solito chi fa gruppo, tatticamente e umanamente. Nel caso specifico, penso che il fattore campo possa essere decisivo. A Napoli è una cosa, a Torino un’altra, in campo neutro un’altra ancora“.
Mazzarri sembra intenzionato ad appendere la lavagna al chiodo a fine stagione. Lui come Guardiola: il calcio moderno è diventato davvero così stressante?
“Mazzarri che lascia il calcio e si fa frate, non lo vedo e nemmeno lui ci si vede. Il calcio, vissuto in panchina, però stressante lo è. Chiesi una volta a Schillaci: come mai non fai l’allenatore? Mi rispose: preferisco vivere. E passa da un ristorantino di pesce all’altro, nella sua Palermo. Vive”.
Capitolo Roma: tregua “armata” tra Zeman e De Rossi in nome del bene comune. Qualcosa però sembra essersi inevitabilmente rotto tra il giocatore, sempre decisivo in Nazionale, e l’ambiente giallorosso. Addio a fine anno?
“Addio anche a gennaio, estremizzando, ma non ci credo. Zeman deve capire di essere un impiegato e come tale non può deprezzare il “materiale” offertogli dalla società. De Rossi non dovrebbe smentire pubblicamente il tecnico: anche lui è un impiegato. Se lo capiscono, bene. Altrimenti, stavo per dire, ci pensi la società. Ma se il capo sta a Boston…“.
Dall’altra sponda del Tevere invece, c’è un club amministrato dal migliore presidente italiano (Gazzetta dixit): bilancio risanato e scelte tecniche azzeccate. Alla Lazio manca ora solo una vittoria di prestigio…
“La Lazio è l’opposto della Roma. Tace, lavora, azzecca il mercato. Lotito è stato bravo a scegliere Tare, che non ne ha sbagliata una. Ora alla Lazio manca il salto in alto definitivo. Non so se sarà in grado di farlo. Detto tra noi: temo di no e non mi riferisco al Milan di oggi”.
Crede in questa Inter? Ha vinto il derby, è vero, ma una delle stracittadine tecnicamente più modeste degli ultimi anni…
“L’Inter, per essersi così profondamente rinnovata, comincia a dare segnali positivi. Non credo possa farcela per quest’anno. L’allenatore però non è uno stupido”.
Dopo Aquilani e De Rossi, un altro gioiello giallorosso in mediana: Florenzi è già pronto per Prandelli?
“Florenzi corre e questa è la grande novità. Poi è simpatico e intelligente. Potrà giocare in Nazionale. Ha bisogno, secondo me, di un centrocampo a tre. La Roma lo stava regalando: geniale“.
Chiudiamo con il Milan: crede davvero che Guardiola sia il dopo Allegri?
“Se il Milan non viene più tenuto in piedi da Berlusconi, come può pagare Guardiola?”.