2014
Esclusiva – Serie B, Calori: «Dalla Ternana in giù tutte a rischio retrocessione. A Novara ho creato una base importante, ma…»
ESCLUSIVA SERIE B NOVARA CALORI – Con quaranta punti raccolti in trentasei gare, il Novara è in piena corsa per raggiungere la salvezza, distante attualmente tre punti; è stata una stagione particolare per l’undici piemontese, con le lacune a livello tecnico e gli avvicendamenti in panchina tra Alfredo Aglietti ed Alessandro Calori. Ed è proprio il tecnico di Arezzo con un importante passato al Brescia, che ha lanciato nelle undici gare alla guida dell’undici azzurro talenti come Manconi e Vicari, a parlare in esclusiva ai microfoni di Calcionews24.com.
Sig. Calori, cosme valuta la corsa salvezza in Serie B?
«Credo che dalla Ternana in giù siano tutte in lotta, ora conta la condizione, i ricambi e le energie restanti; Carpi e Pescara credo possano stare tranquille, anche se si è sicuri solo con la certezza matematica. Però dai 45 punti in giù è la vera lotta, contando che il Varese ha gli scontri diretti con Novara e Cittadella; per la Reggina è difficile, ma finchè non c’è la matematica certezza tutto è aperto».
Ed invece per quanto riguarda la zona playoff?
«In questo campionato non sono ai vertici le squadre che sono più forti, ma le squadre che sono più “squadre”, più compatte ed omogenee come Latina, Lanciano e lo stesso Crotone, anche se gli Squali hanno anche la qualità dei giovani e hanno creato un gruppo motivato. Ci sono giovani che presto giocheranno ad alti livelli come Cataldi, Bernardeschi, Crisetig e Mazzotta, quindi bisogna fare i complimenti al diesse Ursino, che tra l’altro non conosco di persona. Occhio al Brescia, che se ingrana ha qualità, mentre il Siena è in piena corsa. L’Empoli è in ripresa, invece il Cesena sta subendo un piccolo calo, l’Avellino sta anche pagando la corsa iniziale. Comunque dai 50 in su è tutto aperto».
Quali sono i calciatori che l’hanno maggiormente impressionata in questa stagione di Serie B?
«Come già detto ci sono i ragazzi del Crotone che sono molto bravi, come Cataldi, primavera Lazio; a Novara ho lanciato Manconi, che può far bene se continua a crescere, è una seconda punta forte che salta l’uomo e crea superiorità numerica, ha un margine di crescita importante se rimane umile. A Novara c’è anche il difensore centrale Vicari che sta facendo bene, mentre a Brescia si sta confermando Cragno, uno dei giovani portieri più interessanti in circolazione,e penso anche a Rosseti del Siena. Non so se purtroppo o per fortuna di soldi ne girano meno, quindi bisogna lavorare sul settore giovanile».
C’è qualcuno invece che l’ha delusa? Ad esempio, come valuta la stagione di Abel Hernandez?
«Abel Hernandez è un giocatore che non ha fatto benissimo, ma ha fatto 14 goal nelle partite che ha giocato e questo ti fa capire le qualità che ha il ragazzo; poi bisogna stare attenti, perché io giocatori di qualità che giocano in categoria inferiore sono frustrati e umiliati, non in senso dispregiativo, però Abel ha qualità tecnico-fisiche importanti ed è superiore a tutti o quasi i calciatori di Serie B. Per esempio un giocatore che è tecnicamente straordinario e che ho pescato è Sodinha, che a Brescia era una scommessa e che ora è un fuoriclasse, basti vedere il gol fatto a Cesena; è un giocatore che non ha nulla a che fare con la Serie B. Quando è arrivato al Rigamonti era un punto interrogativo ma ora sta dimostrando tutto il suo valore, non mi ero sbagliato sulle sue qualità».
Lei ha lanciato molti calciatori di livello negli ultimi anni.
«El Shaarawy, El Kaddouri, Salamon, o anche lo stesso Manconi, ma non mi è mai piaciuto parlare delle mie scoperte. Se penso ad El Kaddouri, quando sono arrivato a Brescia gli ho cambiato ruolo e, dopo aver fatto benissimo, lo ha acquistato il Napoli. Io non ho molti sponsor, faccio i fatti e sto zitto. Se un domani il Novara vende Manconi è merito mio, perche Manconi o lo stesso Vicari li ho fatti diventare titolari io. Ho creato una base importante ma purtroppo nel calcio funziona così e non ho potuto lavorarci sopra. Vicari è diventato titolare, ricordando che è un classe 1994, perché a gennaio è partito Mori andato al Brescia, oppure lo stesso Manconi non aveva mai giocato, l’ho messo dentro perché ho visto un giocatore di qualità e per creare competizione, visto che erano sempre gli stessi i titolari prima. Per evitare di retrocedere ho utilizzato questi passaggi, ma la strada che ho fatto non andava bene perché era come screditare il lavoro fatto da altre persone. Io spero che il Novara si salvi, me lo auguro di cuore, però purtroppo mi ha dato fastidio questo, che in dieci gare in cui cambi il modo di ragionare e metti dentro i 94’, che sono bravi ma paghi anche lo sbalzo di ciò che possono fare, come Faragò, Vicari e Manconi titolari, non son state ripagate. Alla lunga in questo modo si può vincere, si è giocato al calcio e non si tirava pallonate. In alcune partite il possesso palla era sul 67%, se si ha la padronanza del gioco alla lunga vinci; si può vincere una o due volte per caso, ma alla fine i conti tornano. C’è da calcolare che nel breve tempo non si possono fare molti miracoli, come è successo a Brescia che ho preso la squadra dal fondo e siamo arrivati in alto, ma quella non è la regola. Arrivato al Novara avevano fatto undici punti in quattordici partite, quando sono arrivato io il Novara ne ha collezionati undici in undici gare, però stavo lavorando sui giovani e su tutto il settore giovanile, su cui la società investe tanto».
A Brescia lei ha fatto i miracoli da quando è arrivato in panchina, come valuta il suo percorso?
«Tutto passa e non è giusto, sono un allenatore che a Brescia ha fatto benissimo con la società in difficoltà, che nonostante una squadra totalmente rivoluzionata, viste le partenze dei vari El Kaddouri, Jonathan e Salamon, venduto per 4 milioni di euro al Milan risanando così le casse societarie e senza averlo peraltro sostituito con nessuno, ed essere ripartito con una formazione giovani come Cragno, Lasik e Finazzi, siamo arrivati a fare i playoff senza perdere, e nonostante tutto ciò sono stato sostituito da Giampaolo. Penso a Caldirola, che a Cesena era stato mandato via e che poi è stato venduto dall’Inter al Werder Brema per 3,5 milioni , oppure a Rossi, che ho lanciato da titolare a Brescia per primo e che è stato venduto dalla Juventus al Valladolid in Spagna, dove è titolare. Ho avuto la possibilità di andare al Chievo in Serie A ma non ci sono andato, la gavetta l’ho fatta».
Riguardo al suo futuro, quali programmi potrebbe prendere in considerazione?
«Tutti parlano di programmi ma nessuno li mette in pratica; i programmi sono “se vinci”, Serie B o Serie A è relativa, in pochi hanno la forza di fare un progetto di portarlo avanti. Per il mio futuro si vedrà, ogni proposta la valuterò e vedremo il da farsi».