Gasperini: «Il tuffo di Chiesa? Un episodio, la mentalità sta cambiando»
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Gasperini: «Il tuffo di Chiesa? Un episodio, la mentalità sta cambiando»

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Gian Piero Gasperini ha rilasciato qualche dichiarazione al Festival di Trento, passando dalla crescita dei giovani fino all’addio di Cassano

Direttamente dal Festival dello Sport di Trento, è tornato a parlare Gian Piero Gasperini. Un momento non facilissimo per la sua Atalanta, forse il peggiore da quando è arrivato. Il quarto posto della stagione 16/17 è lontano, così come le stupefacenti notti di Europa League. Molti prodotti del vivaio se ne sono andati e a Gasperini viene proprio chiesto come sia riuscito a creare così tanti ottimi giocatori: «Se sono d’accordo con Allegri quando dice che ai giovani non occorre riempire la testa di schemi? In questo momento non riusciamo ad avere particolare talento, nonostante l’80% dei bambini in Italia giochi a calcio. Fatichiamo ad avere giocatori di livello. Il problema deve per forza essere di noi adulti, che stiamo costruendo uno schema che non porta ai risultati sperati. Credo che nell’età infantile bisogna lasciarli liberi, magari facendoli migliorare sotto l’aspetto tecnico. Il nostro è un sistema che va rivisto».

Gasperini è tornato poi su Chiesa dopo le polemiche post Fiorentina-Atalanta. Con un commento riservato all’addio di Cassano: «Quello di Chiesa è un episodio. Credo che i giovani potranno portare una mentalità migliore rispetto a quella del passato, basata sul rispetto dell’avversario, sulle proprie forze. L’altro giorno anche Neymar è stato protagonista di un episodio dubbio ed ha ricevuto grandissime critiche, segno che la mentalità sta cambiando. Cassano? Ma noi cosa vogliamo dai calciatori? Il calcio è uno sport di squadra ma al calciatore più forte ogni tanto viene consentito qualche eccesso, come è accaduto a Cassano. Quando si parla di gestione di un spogliatoio si chiede rispetto e disponibilità. Sarei stato felice di allenarlo perché era un grandissimo talento, ma non avrei tollerato i suoi atteggiamenti. Se rispettare i compagni significa essere soldatini, allora deviamo il modo di vivere. Ha sprecato le proprie opportunità proprio per questo».