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Hackaton, iniziativa Figc sui big data

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tavecchio

Una sorta di concorso per trovare nuove soluzioni in vista del calcio che verrà: la Figc organizza la competizione a Trento

In tempi nuvolosi – tra qualificazioni mondiali in bilico, crisi del movimento e serbatoi di talenti da riempire – forse mettere le idee davanti al pallone non sarebbe così sbagliato. La Figc ci prova organizzando il primo Hackathon del calcio italiano. Il termine unisce «Hack» (inserirsi, penetrare) e «Marathon», è una cosa abbastanza in voga nel nuovo millennio e funziona solitamente così: c’è un ambito da esplorare, degli esperti di informatica si iscrivono in squadre o si coalizzano nelle ore precedenti, chi organizza mette a disposizione i dati, i team di lavoro ci danno dentro senza sosta per 2-3 giorni anche a costo di dormire nei sacchi a pelo, presentano progetti e idee che vengono alla fine discusse e valutate, e chi vince spesso ha la possibilità di sviluppare la sua creazione fino a farne una start-up, anche perché spesso l’investitore ha interessi nel campo e lo fa per risolvere problemi o acquisire risorse. L’anno scorso aveva organizzato un evento simile il Manchester City, e visto il successo in termini di progetti e visibilità l’ha ripetuto. La Figc, che ha messo in piedi un laboratorio molto più europeo come vocazione, invece riunirà i suoi «hacker» sabato e domenica a Trento, alla ricerca di innovazione e soluzioni. Domanda scontata: cosa ci fa la Federcalcio con un brainstorming di 150 smanettoni?

PREDATORI E PREDE – Il bello di questi eventi è che mettono insieme ingredienti potenzialmente esplosivi: come riporta “La Gazzetta dello Sport”, da una parte i big data, banche dati enormi per quantità e specificità, dall’altra chi ha gli strumenti giusti per analizzarli e trarne profitto. E infatti tra i cervelli in competizione ci sono nerd del pallone, gente che già lavora nel calcio, persino un arbitro, ma anche (e soprattutto) matematici, informatici, esperti di finanza, business analyst provenienti da tutto il mondo. Nello specifico, il lavoro si concentrerà su due branche: il rapporto con i tesserati e la match analysis applicata al campo delle nazionali. Un campo, quest’ultimo, che avrà un ruolo sempre più centrale nel calcio che verrà, in cui un tecnico farà le scelte più oculate guardando prima lo schermo di un pc e poi gli occhi dei suoi campioni. E’ in questo ambito, ad esempio, che il team italiano di Gian Piero Cervellera, professore di informatica, ha vinto l’anno scorso l’Hackathon del Manchester City.

STRUMENTI – Un lavoro del genere va, ovviamente, supportato a dovere. Per quanto riguarda i tesseramenti e come poterli ristrutturare, ci si avvarrà della partnership con Accenture. La match analysis invece avrà a disposizione un archivio da oltre centomila file fornito da Opta e l’ausilio di Sap Sports One, un software in grado di gestire e processare in tempo reale gli oltre 60 milioni di dati che una partita di calcio sviluppa. La cooperazione fra Trentino Sviluppo e WyLab (pioniere delle Start-Up sportive in Italia), inoltre, garantirà ai due progetti vincitori un premio di cinquemila euro e la possibilità di entrare in fase di «incubazione». Cosa uscirà dal calderone non si sa, e magari non è neanche cruciale. L’importante è che nel nostro calcio si cominci a pensare, tanto e bene.