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Buon compleanno a… Roger Ibañez da Silva

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Roger Ibanez

Oggi è il compleanno di Roger Ibanez, in estate il difensore è passato dalla Roma all’Al Ahli in Arabia Saudita

Oggi Roger Ibañez da Silva compie 25 anni. Da questa estate rientra tra quei giocatori che hanno evidenziato il passaggio d’epoca, la rivoluzione avvenuta e chissà se finita: il passaggio in Arabia Saudita di calciatori nel pieno della loro carriera, attratti dai petrodollari anche a prezzo – mai termine è stato più calzante – di scendere di livello agonistico. Nel giorno di Ferragosto, mentre in Italia ci avvicinavamo all’inizio della Serie A con la consueta voglia che arrivasse il prima possibile, lui dichiarava a La Gazzetta dello Sport la verità, come una specie d’imputato che doveva ammettere che la ragione del suo trasferimento era il (vil) denaro: «È chiaro, è normale. Però c’è di più. O almeno questa è la mia impressione. Ha visto che atmosfera c’era durante la partita? Spettacolare. E dei campioni abbiamo già parlato. Ci sono grandi squadre, molto seguite. E aggiungo una cosa: l’importante è giocare a calcio in un ambiente competitivo e qui penso che sarà così». Da lì in poi lo si è seguito con una certa curiosità, anche se fatalmente poi è andata scemando. Il video del suo primo gol ha certamente destato l’interesse della rete.

Così come quello della sua autorete, clamorosa al punto tale che forse forse ci sarebbe da dare ragione al parere – competente, è stato un difensore enorme – di Pietro Vierchowod, che al termine della scorsa stagione, quando il brasiliano indossava la maglia giallorosa che era stata sua, sempre alla Gazzetta non nascondeva le perplessità: «Ibañez lo scorso anno non mi è piaciuto, ha fatto spesso degli errori gravi. La concentrazione per un difensore è fondamentale: puoi essere fenomeno per 80 minuti, ma se poi negli altri dieci concedi due palle gol agli avversari non sei un grande difensore». Sembrava quasi l’eco di un’opinione di un altro romanista dei bei tempi andati, che lo aveva radiografato così: «Ha discreto carattere, ma deve migliorare ancora molto. Deve trovare sicurezza, non è possibile che anticipi l’avversario e poi sparacchi il pallone in tribuna.».

Poteva andare diversamente questa storia di mercato? In altri termini, era davvero fatale che Roger finisse fuori dall’Europa? Certamente no, se si considera l’esistenza di offerte dal passato provenienti da campionati diversi e più ricchi della Serie A.

La risposta è invece no se si pensa a quest’ultima estate. L’agente FIFA Lodovico Spinosi ha rivelato a CalcioNapoli24 l’inesistenza dei presupposti di un trasferimento al club fresco di scudetto, che aveva la necessità di un cambio dopo la partenza di Kim Min-jae in direzione Germania: «La Roma non ha mai preso in considerazione di venderlo in Italia. C’è stato solo un gradimento tecnico rimasto lì, non si è mai concretizzato in niente».

Sicuramente, José Mourinho di uno come lui non si è privato facilmente. Anche per il rapporto davvero speciale con il ragazzo, confessato con un post su Instagram al momento dei saluti: «Sii felice “garoto”. So che ti mancherò. Grazie per la tua ultima maglia. Ora puoi pagare una cena degna a me e al mio staff. Goditi l’Arabia Saudita». Parole che sono la degna conclusione di una vicenda nella quale lo Special One si è messo in prima fila nel difenderlo, come fa sempre quando qualcuno lo convince che sia giusto esporsi e come fece a suo tempo: «Serve rispetto per chi dal giorno in cui sono arrivato oggi dà tutto quello che ha anche quando è stato in difficoltà. Lo scorso anno in un periodo della stagione avevamo solo lui come centrale e stava sempre lì. Quando siamo andati a Siviglia e l’ho visto la mattina pensavo fosse impossibile che giocasse e invece è sceso in campo. Lui ci ha messo sempre la faccia, per me è un intoccabile».

In direzione opposta, Roger in più occasioni ha manifestato l’enorme stima nei confronti del tecnico con il quale parlava portoghese. E lo ha fatto principalmente quando è stato convocato nel Brasile (si era pensato anche di proporlo in azzurro, come è successo con Joao Pedro): «Posso solo ringraziare Mourinho. Da quando è arrivato mi ha dato fiducia, mi ha lasciato libero di fare quello che volevo in campo. Mi ha detto cosa era giusto fare a volte, ha aggiunto molto alla mia carriera». Fuori dall’ufficialità, ospite del programma Bola nas Costas su Rede Atlantida in Brasile, si è messo a ridere raccontandolo e definendolo così: «Sensazionale. Lui è divertente perché è un bipolare nato (ride, ndr): un giorno sorride e l’altro neanche può dirgli buongiorno. Se si vincono due partite di fila è pronto ad abbracciarti».