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Immobile, obiettivo Mondiale: «Ce la possiamo fare»

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Ciro Immobile sta stupendo ancora con la maglia della Lazio: «Devo ringraziare Inzaghi, la squadra può stare davanti»

Pazzesco: solo così si può definire l’inizio di stagione di Ciro Immobile con la Lazio. Già nella prima stagione biancoceleste era sembrato in forma, ma nel 2017-18 l’attaccante sta eccellendo in una maniera mai vista prima. La Lazio è forse il club migliore in cui si è trovato: «Sì, al pari del periodo al Torino, anche lì mi sono trovato bene». Ci si chiede dove possa arrivare la Lazio quest’anno: «Stiamo disputando un campionato di vertice: non ci possiamo più nascondere. Non dobbiamo perdere il passo di quelle davanti: non siamo al livello di Juve e Napoli, ma cerchiamo di avvicinarci». Magari con i suoi gol, che gli regalano sensazioni uniche: «Lavoro tutta la settimana per quest’obiettivo: se ci riesco, vuol dire che ho lavorato bene».

CHANCE BIANCONERA – Da Torre Annunziata a Sorrento, passando per qualche stagione nelle giovanili della Salernitana. Il viaggio di Immobile è partito da lontano, come confessato a “Il Corriere dello Sport”: «Io ho sempre giocato in attacco e fatto un sacco di gol. A Sorrento ho fatto tre anni: è partito tutto da lì e tante squadre mi hanno osservato. La Juventus mi ha visto e mi sono trasferito da loro nell’estate 2006. L’impatto con Torino è stato difficile: nuova città, compagni di altre regioni, se non di altre nazioni. C’era poco tempo libero e a noi minorenni non ci facevano uscire, bisognava avere un permesso scritto dai genitori». Tuttavia, la Juventus ha rappresentato una scuola importante: «Mi ha dato l’occasione di poter crescere e giocare in campionati più importanti. Perché non ho sfondato con la Juve? Dopo Pescara pensavo di poter tornare, ma poi sono andato al Genoa. A metà anno Conte aveva bisogno di un attaccante, ma il Genoa non mi lasciò andare: lì ho perso la mia chance. Sia io che la Juventus abbiamo preso strade diverse».

MAESTRI E MONDIALE – Ci sono degli allenatori fondamentali per la sua carriera: «Ventura mi ha lanciato nel calcio vero, quello della Serie A. Venivo dal Genoa, dove avevo fatto male, e Ventura mi ha sempre dato fiducia: ci siamo divertiti quell’anno e io sono diventato capocannoniere. Inzaghi, invece, mi ha fatto ritrovare la fiducia: gliene sarò sempre grato». Tra Dortmund e Siviglia non è andata bene…: «Era difficile vivere a Dortmund per me: ero da solo, lontano dalla famiglia e non capivo la lingua. In campo c’era l’interprete sempre con me, poi però fuori dal campo era tutto complicato. A Siviglia, invece, mi trovavo bene: una bella città, ma purtroppo non ero molto considerato dall’allenatore. Non mi sentivo tecnicamente a mio agio». L’obiettivo è ora esserci al Mondiale, nonostante gli spareggi: «Io penso che ci qualificheremo. Abbiamo un allenatore che ha idee importanti, ma che ha bisogno di tempo. Comunque siamo consapevoli della nostra forza: sarà dura, ma ce la faremo».