Inchiesta ? I giovani non hanno più alibi: spazio anche nelle big. Ecco chi è in rampa di lancio - Calcio News 24
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2012

Inchiesta ? I giovani non hanno più alibi: spazio anche nelle big. Ecco chi è in rampa di lancio

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lega serie a1

L’oculatezza che ha dominato l’ultima sessione di calciomercato – addio a spese folli più o meno scriteriate ed investimenti mirati nel rispetto del tanto criticato fairplay finanziario – apre le porte del nostro torneo all’affermazione dei giovani: se fino a qualche tempo fa il paracadute di stagioni non all’altezza delle aspettative era rappresentato dalla scarsezza di spazi a disposizione per poter affermare il talento, ora il terreno fertile c’è e sta a loro giocarsi le proprie possibilità al meglio. Di seguito una panoramica all’interno delle squadre più quotate del campionato italiano.

JUVENTUSIsla ed Asamoah possono sembrare già due veterani ma sono entrambi classe ’88. Non propriamente due emergenti, ok, ma nel calcio di qualche tempo fa avrebbero faticato ad inserirsi strutturalmente in un organico così competitivo; oggi possono diventare protagonisti in una Juventus protagonista. L’unico “giovane” nel senso appropriato del termine calcistico è Paul Pogba (’93): il talento è elevato e c’è poco da discutere, dalle prime uscite amichevoli è emersa anche la personalità. L’impressione è che davanti a lui ci sia una fila importante: può studiare dal maestro Pirlo e ritagliarsi qualche spazio in prossimità del doppio impegno.

MILAN – L’Annozero della società rossonera porta con se minutaggio importante per giovani alla ricerca di riscatto o affermazione:  per Bojan (’90) dopo una stagione deludente – sebbene il diretto interessato non la reputi tale – è all’anno della verità. Cosi come El Shaarawy (’92) ha il dovere di cambiare rotta: due occasioni concessegli dal primo minuto, entrambe steccate, peraltro con un atteggiamento assolutamente da rivedere. Complice l’infortunio di Abate ha trovato spazio Mattia De Sciglio (’92), laterale del vivaio rossonero destinato ancora al ruolo di comprimario ma con qualche chance da giocarsi al meglio. Acerbi (’88) è da considerare un titolare: nel Milan del recente passato avrebbe faticato non poco ad emergere, ora ha la responsabilità di guidare una retroguardia orfana del migliore al mondo. M’Baye Niang (’94) è per certi versi l’operazione più affascinante messa a segno dalla dirigenza rossonera: il francese può e deve scalare posizioni, la sensazione è che le sue percentuali possano crescere qualora Allegri dovesse optare concretamente per il passaggio al 4-3-3. Senza dimenticare che Pato (’89) rientra ancora nella categoria giovani…

UDINESE – Proprio oggi si è appreso della tegola Muriel (’91), che dovrà stare lontano dai campi da gioco per circa due mesi: il diamante dell’ennesima rifondazione friulana è proprio lui. Attaccante di livello assoluto impressionante per tecnica e velocità ma che sa anche giocare spalle alla porta e duettare con il centrocampo: Guidolin ha il dovere di non disperdere un enorme talento. Nelle prime uscite ufficiali male Badu (’90) che non può garantire l’apporto totale di Asamoah, da rivedere Pereyra (’91) che ha i mezzi per imporsi ma la cui collocazione tattica è ancora al vaglio del tecnico. Fabbrini (’90) è un calciatore molto duttile dalla trequarti in su ma non ha ancora inciso in relazione alle potenzialità: Guidolin lo tiene in alta considerazione, lo spazio non mancherà. Tempi duri per Faraoni (’91): può giocare da esterno nel 3-5-1-1 del tecnico veneto ma Armero e soprattutto Basta sembrano essere di un altro pianeta rispetto all’italiano.

LAZIO – C’è poco da segnalare in tema giovani: l’impianto della squadra ha confermato la base che bene ha fatto nelle ultime due stagioni, rosa che non vanta talenti emergenti al suo interno. Kozak (’89) funge da alternativa all’intoccabile Klose, Antonio Rozzi (’94) è un attaccante che in futuro può dire tanto e già più volte aggregato alla prima squadra; in attacco però, complici le mancate cessioni di giocatori in esubero, attualmente lo spazio risulta davvero minimo.

NAPOLI – La gioventù in casa azzurra ha il volto sveglio di Lorenzo Insigne (’91): il talento partenopeo si è presentato in punta di piedi indicato dalla piazza quale erede del tanto amato Lavezzi. Un paragone che oggi per forza di cose non può esistere, ma impressiona la serietà di questo giovane “veterano”. E l’intelligenza: gioca semplice, ad un tocco senza strafare, senza l’ardore di voler dimostrare al mondo il suo valore proprio perché già conscio delle sue potenzialità. Più complesso il “caso” Vargas (’89), approdato a Napoli nello scorso gennaio sotto i segni del predestinato ma in difficoltà nell’ambientamento e non esaltato da Mazzarri; la società ha scelto comunque di puntare ancora su di lui, fiducia che il cileno dovrà conquistarsi giorno dopo giorno. Omar El Kaddouri (’90) è giunto a Napoli nelle ultime battute di mercato per completare il centrocampo a disposizione di Mazzarri: giocatore eclettico e fantasioso, può agire da mezzala e trequartista; parte indietro nelle gerarchie ma, in prossimità dell’impegno europeo, può ritagliarsi spazi importanti.  Bruno Uvini (’91) può studiare con calma i particolari movimenti della difesa a tre di Mazzarri: impossibile pensare che il tecnico toscano, per sue convinzioni in tema di equilibrio tattico e di gruppo, possa puntare su di lui nel futuro immediato.

INTER – Philippe Coutinho (’92) è il nome su cui sentiremmo di scommettere se un giovane allenatore quale Andrea Stramaccioni avesse il coraggio di puntare effettivamente su di lui. L’esperienza con la maglia dell’Espanyol – seppure in un campionato più agevole – ha riconsegnato all’Inter un giocatore in rampa di lancio, il cui tasso tecnico sommato a quello di Snejider, Palacio e Milito può garantire alla rosa una qualità impressionante. Nella macerie della scorsa stagione sul taccuino era finito il nome di Joel Obi (’91): che fine ha fatto? Tempi duri per Juan Jesus (’91) deludente con il suo Brasile all’Olimpiade e per Ricardo Alvarez (’88), i cui dubbi sulla adattabilità al campionato italiano restano fortissimi.

ROMA – Il mondo dei giovani. Politica societaria e Zdenek Zeman, un connubio tale da permettere ai talenti emergenti di avere il destino nelle proprie mani. Marquinhos (’94) e Romagnoli (’95) sono terzo e quarto centrale difensivo della Roma, alternative ai titolari Burdisso e Castan. Troveranno spazio per dimostrare il valore a cui già sono accostati. Piris (’89) è un laterale paraguaiano ex San Paolo che non ha impressionato nelle prime uscite ufficiali ma titolare indiscusso sulla corsia destra, mentre Dodò (’92) attende di recuperare il tono atletico per mettere in mostra le capacità di spinta del suo bagaglio fisico e tecnico. Capitolo centrocampo: Miralem Pjanic (’90), un fenomeno per qualità e visione di gioco, non è più certo del posto da titolare perché nella recente trasferta di Milano ha brillato Alessandro Florenzi (’91). Zeman è un tecnico particolare: il nome conta poco, chi corre per 90 minuti gioca e la promessa romana sembra essere più vicino del bosniaco all’idea di intermedio zemaniano. E la prestazione di Tachtsidis (’91)? Il boemo lo ha personalmente richiesto per tramutarlo in un regista di spessore, i primi segnali sono incoraggianti. Nel tridente offensivo Mattia Destro (’91) ha un posto assicurato, ma non nel ruolo che gli è più consono: con Osvaldo riferimento centrale, l’ex Siena si sposta sulla destra. I suoi movimenti per dare profondità alla squadra sono spettacolari e Zeman apprezza, anche a costo di qualche gol in meno (di Osvaldo). Al boemo il compito di consacrare l’enorme talento di Erik Lamela (’92): la scintilla tra i due non è ancora scattata ma il tecnico è una garanzia per i giovani e tutto dipenderà dalla volontà dell’argentino di affermarsi nel panorama europeo. Nico Lopez (’93) ha impressionato allenatore e dirigenza ed è pronto a sfruttare ogni minuto a disposizione.

FIORENTINA – Il giovane migliore del campionato vive a Firenze e risponde al nome di Stevan Jovetic (’89): sì, sembra assurdo classificarlo ancora tra i talenti emergenti, ma la carta d’identità – novembre ’89 – parla chiaro. Un fenomeno oltre ogni discussione: campione assoluto già in grado di fare la differenza in qualunque palcoscenico. Adem Ljaijic (’91) non sembra dispiacere affatto a Vincenzo Montella che ha bypassato le critiche sul discusso carattere del serbo e ha scelto di concedergli una possibilità. Cuadrado (’88), non più propriamente alle prime armi, ma pedina di valore pronto all’affermazione. Savic (’91) non ha impressionato con la maglia del Manchester City e Mancini ha deciso di disfarsene, si attendono riscontri su Ahmed Hegazy (’91), centrale difensivo che ha ben fatto con il suo Egitto nella recente Olimpiade londinese.