2014
Infografica Roma, proiezione finale da 89-90 punti: vincerebbe 8 degli ultimi 10 scudetti
Media punti da sballo, Garcia ha dato gioco e personalità: la Roma ad oggi si inchina solo ad una Juve mostruosa
SERIE A ROMA GARCIA TADDEI – Il recupero finalmente disputato e poi vinto contro il temibile Parma fa definitiva chiarezza sul pazzesco campionato della Roma in relazione alle aspettative iniziali: da due settimi posti consecutivi alla seconda piazza con 73 punti in 31 gare alla media di 2.35 punti a partita, per intenderci una proiezione finale da 89-90 punti.
ANDAMENTO DA TITOLO – Numeri che sarebbero bastati a vincere lo scorso campionato così come gli ultimi otto su dieci: la Serie A 2012-13 ha visto la Juventus campione con 87 punti, nel 2011-12 ha trionfato ancora la Juve con 84 punti, nel 2010-11 il Milan con 82, nel 2009-10 l’Inter con 82, nel 2008-09 l’Inter con 84, nel 2007-08 l’Inter con 85, nel 2006-07 l’Inter con 97, nel 2005-06 la Juve con 91 (penalizzata per lo scandalo Calciopoli, titolo all’Inter con 76), nel 2004-05 la Juventus con 86 (scudetto revocato) e nel 2003-04 il Milan con 82. Stando dunque alle risultanze del campo – senza entrare nel merito dell’annosa vicenda Calciopoli, già trattata e ritrattata e che poco c’entra con il dibattito qui proposto – il cammino incessante della Roma si sarebbe tradotto nella conquista dello scudetto in otto casi su dieci: i giallorossi pagano in tal senso soltanto l’esistenza di un’avversaria – la Juventus di Antonio Conte – in grado di stracciare ogni record e frustrare qualsiasi velleità delle concorrenti. Contestualizzando: sfortuna record o si va sempre più verso la necessità di centrare punteggi record per assicurarsi il tricolore, segnale che qualche crepa sulla tenuta del livello medio del nostro torneo la aprirebbe. Anche se la tendenza negli anni, come visualizzato in grafica, non risulta affatto lineare.
I FATTORI – Prima di tutto il nuovo allenatore: si è detto e ridetto come Garcia abbia compiuto il miracolo raccogliendo le macerie di un doppio fallimento – le prime due stagioni della nuova proprietà statunitense – e costruendo una colonna ad una squadra peraltro, almeno sulla carta, ulteriormente indebolita dalla campagna acquisti estiva. Via pezzi pregiati che sono valsi ben novanta milioni di euro alle casse giallorosse, la dirigenza ha ricostruito con nomi magari meno altisonanti ma di spessore e personalità. Il tecnico francese però è andato oltre, ha fatto crescere la sua creatura fino a farla diventare persona vera: carattere e mentalità vincente, la Roma si è immediatamente rialzata dopo i pochi stop subiti ed ha dimostrato la totale non-casualità del suo progetto. Risultati che sono arrivati tramite un’identità di gioco piuttosto riconoscibile, fondata su intensità complessiva, qualità nel mezzo e sfruttamento totale delle corsie laterali con Maicon e Gervinho sugli scudi.
E SE VOLA ANCHE TADDEI… – Un simbolo della recente era giallorossa. Il pesante infortunio occorso a Kevin Strootman, sommato a qualche turno di squalifica toccato in dote prima a De Rossi e poi al belga Nainggolan, ha riaperto le porte della Roma ad un Rodrigo Taddei bravo come pochi a farsi trovare pronto. Chiamato in causa ha corso per tre, ha fatto assist ed ha suggellato il suo ritorno con il gol che ha di fatto chiuso l’incandescente recupero di campionato con il Parma: segnale di una squadra che funziona e che non dipende dall’apporto di un singolo interprete, vero, ma anche della totale dedizione alla causa di un evergreen amato dal suo popolo. A questa Roma resta di lottare su ogni pallone da qui al termine del campionato quantomeno per far avvertire la pressione alla capolista Juventus, in attesa degli eventi. Alla Roma del futuro invece la grande sfida internazionale: la banda Garcia entra in Champions League, con ogni probabilità dalla porta principale, e sarà chiamata a coniugare gli ottimi risultati interni con l’affermazione sul palcoscenico europeo.