Inzaghi conferenza stampa di presentazione a Bologna
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Inzaghi si presenta: «Qui come al Milan: c’è tutto per fare bene. Spero in un Lazio-Bologna alla prima» – VIDEO

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Primo giorno da allenatore del Bologna per Pippo Inzaghi. Ecco le parole nel giorno della conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico rossoblù

Pippo Inzaghi si presenta al Bologna e ai bolognesi. Il nuovo allenatore rossoblù ha parlato quest’oggi in conferenza stampa e il nostro inviato ha raccolto le sue dichiarazioni. Prima la parola all’ad Fenucci: «Vogliamo innanzitutto ringraziare Roberto Donadoni che aveva preso la squadra in A in un momento di difficoltà e l’ha portata per 3 anni a perseguire la permanenza in Serie A. L’andamento del girone di ritorno, il calo di prestazioni e di punti, aveva fatto sorgere qualche preoccupazioni sul futuro e per questo si è deciso di cambiare e nel momento di individuare il profilo dell’allenatore rispondevano a due parole: entusiasmo e voglia di combattere. Chi viene a Bologna viene con entusiasmo e per giocarsi una chance importante, in linea con quelle che sono le aspettative dei tifosi. Conoscendo le caratteristiche e le motivazioni che Pippo aveva dentro, abbiamo pensato che fosse la persona giusta. Abbiamo parlato con il suo entourage nelle scorse settimane ed era arrivato il suo assenso di massima anche se voleva restare concentrato sull’avventura con il Venezia e al termine ci siamo incontrati e abbiamo ritenuto che fosse la persona giusta per iniziare un nuovo ciclo. Gli obiettivi del nuovo ciclo sono sempre quelli: affronteremo una Serie A sempre più competitiva perché le neopromosse saranno più attrezzate per la A e dovremo cercare di raggiungere i 40 punti per poi guardare in alto. Vogliamo fare bene e chi viene a Bologna deve vivere l’esperienza della vita. Dobbiamo costruire un percorso sportivo che vada oltre i risultati conseguiti nel primo triennio. Parte un nuovo ciclo e ci vuole tempo e gli obiettivi vanno ridimensionati anche alle difficoltà che si incontrano ripartendo da zero. Rinnovo Donsah? I rinnovi sono in corso ma il fatto dei rinnovi è collegato alle valutazioni del mister. Diritti tv? Credo sia stato fatto un buon lavoro in un mercato che non cresce e che affronta il problema alla pirateria. Abbiamo portato gli incassi a 1,4 miliardi è un buon risultato. Da qui in poi le società dovranno pensare come migliorare il prodotto calcio nei prossimi 3-6 anni. Lo staff di Inzaghi è confermato. Il mister aveva una lacuna nello staff per il preparatore dei portieri e abbiamo parlato con Luca Bucci, abbiamo fatto un discorso negli anni. Ci sono anche altri elementi dello staff di Donadoni con cui abbiamo un ottimo rapporto che resteranno. Stadio? La fase progettuale è finita, con la stima dei costi che aumentano leggermente perché costruiremo uno stadio nuovo dentro il vecchio, mantenendo protette le strutture che caratterizzano lo stadio. Lo stadio è legato ad altre operazioni e nelle altre operazioni ci sono dei partner che devono trovare degli accordi perché stiamo parlando di investitori esteri. Perché abbiamo ceduto Verdi a giugno? Non c’erano aste all’orizzonte e la certezza di avere risorse ci permette di programmare il futuro con serenità. Tesoretto delle cessioni reinvestito negli acquisti? Non dobbiamo restituire le risorse all’azionista ma tutto quello che incasseremo verrà reinvestito sul mercato».

Ecco le parole di Super Pippo Inzaghi nel suo primo giorno da allenatore del Bologna: «Ringrazio la società e il Venezia. Ci siamo messi d’accordo in un paio d’ore. Ho parlato con il presidente al telefono e mi sembrava di conoscerlo da una vita. Quello che mi è piaciuto è che si parla di calcio. Io Bologna l’ho sempre cercata da giocatore. Forse per la storia, il centro sportivo, lo stadio. Mi piaceva giocare in questo stadio e ora voglio rendere orgogliosa la gente di Bologna della propria squadra e voglio che il presidente e i dirigenti siano orgogliosi di me e della squadra. Al di là dei moduli, c’è una buona ossatura. Non vendo fumo. Per allenare bene ci vuole una grande società e una grande tifoseria e qui ci sono, vedremo di far rendere al massimo poi i giocatori. Allenatore fire and desire? Il fuoco non mi manca, il resto non so se lo capisco (ride, ndr). Io avrei firmato per 10 anni. Io vedo Bologna come una cosa stupenda che mi è successa. Avevo questa speranza di venire a Bologna perché si può fare qualcosa di importante. Ringrazio i tifosi che sono venuti a parlarmi. Tutti vogliamo la stessa cosa: il bene del Bologna. Cercherò di ottenere il massimo dai giocatori che mi verranno messi a disposizione. Chi non pedala, chi non si allena bene, chi non pensa che Bologna non sia qualcosa di magico con me non giocherò. Per ottenere risultati secondo me bisogna essere su questa linea. Io scherzando al presidente gli ho detto: ‘magari andiamo in Europa League’. Siamo qui per questo ma ci vuole tanto lavoro. Io cercherò di rendere orgogliosi i miei dirigenti e il mio presidente. I giocatori devono uscire dal campo dando tutto per la maglia che indossano. Spero e penso che con me lo capiranno subito. Questa è una società ambiziosa. Io per conquistarmi la A sono andato in Lega Pro, giustamente e ora non me la faccio togliere da nessuno. Io a Bologna da calciatore? Mi hanno cercato quando andai all’Atalanta. Io sono andato a Venezia perché avevo bisogno di una squadra che credesse in me. C’era Perinetti che per me era una garanzia e la società mi ha dato tutto per lavorare al meglio. Avevo anche altre offerte ma non ho parlato con gli altri e quando mi hanno prospettato il Bologna non ho guardato gli altri. Sono da due giorni a Casteldebole e se ci fosse stata la camera avrei dormito lì. Io mi sono guadagnato sempre tutto e lo dovranno capire i giocatori. Io non voglio fare il duro ma se i ragazzi saranno bravi io sarò bravo. Al Bologna è come al Milan: non puoi avere alibi perché non ti manca niente».

Prosegue Inzaghi: «Destro? Il posto va guadagnato. Decideremo in questi giorni chi chiamare e quale argomento affrontare. Io non lo vedo da tanto tempo, nel Milan abbiamo avuto un’annata complicata. Il Bologna è una cosa immensa e tutti devono lavorare e sudare, non Mattia, tutti. Chi rimane deve essere felice di farlo. La mia porta non è chiusa, bisogna lavorare sul campo. Io con Mattia ho avuto un ottimo rapporto. Bresaola? La società si sta attrezzando (ride, ndr). Modulo? Io devo essere un bravo allenatore e devo far rendere i giocatori al massimo. A Venezia avevo giocato col 4-3-3 poi ho cambiato perché ritenevo più idoneo il 3-5-2. Qui si può giocare con la difesa a 3 ma anche al 4-3-3. Ora voglio staccare la spina per 15 giorni ma sarò sempre al telefono con il direttore, spero non mi blocchi (ride, ndr). Allegrista o Sarrista? Io sono Inzaghista. Forse sono più Cholista perché l’emblema è l’Atletico Madrid che non è stupendo ma vince, con Griezmann o Diego Costa che corrono ogni pallone. Tutti vorrebbero giocare un calcio alla Sarri ma non tutti abbiamo quei giocatori. Io cercherò di far rendere al massimo questa squadra e cercherò di far capire queste cose ai tifosi. Rivalsa? Non devo dimostrare niente a nessuno. Per me tutto equivale alla Champions, anche la Lega Pro. Io voglio rendere orgogliose le persone. Io a Venezia arrivavo alle 9 e andavo via alle 9, sarà così anche qui e in questo modo puoi renderti credibile. Io non copio nessun allenatore, questo sarebbe un grave errore. Io cercherò di andare avanti per la mia strada. Mercato? Verdi è andato via. Cercheremo con pazienza i colpi. Abbiamo una buona base, con giocatori che possono crescere molto. Abbiamo le stesse idee su quello che serve per fare bene. Io sono qua e mi gioco tantissimo. Il presidente ha una passione incredibile e ha investito tanto in questi tre anni. Tutti vogliamo il bene del Bologna. Giocatori del Venezia? Sono qui da un giorno e mezzo. Abbiamo uno scouting fantastico e conoscono anche i giocatori del Venezia. Qui ci sono le idee chiare e vogliamo fare bene: faremo il massimo, faremo andare al massimo i giocatori e vedremo se i risultati ci daranno ragione. Carisma? Lo devi dimostrare tutti i giorni sul campo. Il miglior psicologo dei miei giocatori sarò io. Metodo Inzaghi? Ci sarà bisogno di pazienza e del giusto mix tra giovani e vecchi. Dobbiamo dare tempo a un giovane di sbagliare ma qui abbiamo una società solida alle spalle. Abbiamo giovani importanti e bravi, bisogna farli sentire importanti. Io ho uno staff da Serie A e sono tornati dove meritano. Mi hanno seguito in Lega Pro e hanno il veleno dentro e questo potrà darmi un grande aiuto. Espulsioni da allenatore? In Lega Pro sono stato bravo, quest’anno ero un po’ più agitato. Vivo la partita come se fossi in campo. Era più facile giocare che allenare ma vivo molto la partita. Sarò tranquillo e quando giocherò con mio fratello non vorrei scontrarmi con lui. Io e lui ci sentiamo tanto, 7-8 volte al giorno. Voglio capire cosa faremo quando giocheremo contro, io e lui parliamo solo di calcio e proverò a dirgli qualche bugia ma è furbo. Mi piacerebbe Bologna-Lazio alla prima. Simone è uno dei migliori, poi ritroverò Ancelotti, mio fratello, Gattuso e saranno bei ricordi. Donadoni? Sentirò tutti. Abbiamo una buona rosa. Quando si cambia allenatore è chiaro che la società pensa che possa rendere di più. Arriveranno nuovi calciatori ma siamo in sintonia con il calciatore. Metodista? E’ un ruolo importante per me ma un allenatore deve essere aperto e in quel ruolo avremo due giocatori importanti».

Prende la parola il direttore sportivo Bigon: «Stulac, Pinato e La Gumina? Abbiamo iniziato a fare qualche riunione da due giorni. Il nostro lavoro è fatto nel corso dell’anno, è chiaro. Sui singoli devo avere la possibilità e il tempo di parlarne col mister, dal punto di vista delle caratteristiche. Lui sta ragionando sull’idea di calcio da applicare. Sulla base di quella faremo le riunioni per capire le caratteristiche dei singoli che possono essere ideali per lui. I giocatori che ha già avuto sono avvantaggiati, è ovvio, ma calciatori ce ne sono tanti. Dobbiamo andare a trovare i titolari, quelli che migliorano la squadra, poi metteremo dentro altri tasselli. Le priorità sono queste. Verdi? Aveva delle richieste da club importanti ed era giusto assecondare la sua volontà. Noi lo ringraziamo per quello che ci ha dato in questi due anni e penso che sia una storia felice dal punto di vista romantico con un grande talento che ha trovato la sua dimensione a Bologna, al di là delle plusvalenze e dei buoni risultati economici».