2014
La classe non è acqua
Giocatori, allenatori e presidenti: quando i tifosi provocano, i colori non contano più
SERIE A LIVAJA IBRAHIMOVIC TIFOSI LITI – L’ultimo di una lunga serie. La reazione di Marko Livaja ai fischi ricevuti dai tifosi al momento della sostituzione nella gara con il Verona non può passare inosservata, considerato, poi, quello che è successo sui social network poche ore dopo. Ma, a dirla tutta, non c’è nemmeno da stupirsi più di tanto, perché di situazioni simili il mondo del calcio ne ha offerte a valanghe in passato.
STYLE – Tra le più gettonate, l’esultanza – se così si può chiamare – di Zlatan Ibrahimovic nel maggio del 2009. Allora l’attaccante svedese vestiva la maglia dell’Inter e, dopo l’ennesima eliminazione dalla Champions League, i tifosi avevano espresso il loro malumore nei confronti della squadra. E di Ibra, che rispose sul campo, in tutti i sensi: prima una prodezza, con cui i nerazzurri stesero la Lazio. Poi la reazione a qualche fischio di troppo, con indice sulla bocca e un gesto tutt’altro che d’affetto rivolto alla Curva Nord. E la foto è abbastanza eloquente…
ADDIO… – Stesso stadio, curva opposta e dito diverso. L’addio al calcio giocato di Paolo Maldini non è stato celebrato nel migliore dei modi: il clima di festa e serenità, infatti, fu rovinato da un diverbio – seppur a distanza – tra la Curva Sud e il numero tre rossonero, le cui radici vanno identificate in una presa di posizione dura dell’ex capitano verso il comportamento dei supporters. Ai fischi, accompagnati dagli striscioni «Grazie Capitano, sul campo un campione infinito ma hai mancato di rispetto a chi ti ha arricchito» e «Per i tuoi 25 anni di gloriosa carriera sentiti ringraziamenti da chi hai definito mercenari e pezzenti», Maldini rispose con un altro dito, il medio, e con poche e rabbiose parole: «Orgoglioso di non essere uno di loro».
RABBIA – Dalle parole ai fatti. Stanco per i fischi ricevuti nonostante la buonissima stagione, Cristiano Lucarelli, al termine della partita con il Livorno, sbottò: «E’ vergognoso che questa squadra venga accusata di aggiustare le partite. A fine stagione me ne vado». Lui, legatissimo al Livorno, che per vestire la maglia amaranto rinunciò ad un miliardo dal Torino. Fino ad arrivare a Giovinco, bersagliato dai tifosi della Juventus, la cui reazione è stata bloccata solo dal tempestivo intervento di Antonio Conte.
TOH, UN ALTRO – Proprio Conte, che nel 2010, da allenatore dell’Atalanta, fu protagonista di una vicenda praticamente identica a quella di Livaja. Bersagliato dagli insulti del pubblico del parterre – che non gli ha mai perdonato i trascorsi juventini -, il tecnico salentino reagì zittendo i contestatori e sfidandoli quasi faccia a faccia. In un clima tesissimo, Conte il giorno successivo presentò le dimissioni: fine dell’avventura nerazzurra, proprio come accadrà a giugno per Livaja.
L’ULTIMA CATEGORIA – Giocatori, allenatori… e presidenti! Potevano mancare loro? Assolutamente no. E il rappresentante della categoria dei patron non può che essere Aurelio De Laurentiis, vincitore di un duello serrato con Lotito, da sempre in lotta con i tifosi della Lazio. ‘DeLa’, però, è andato oltre, arrivando a sfiorare la rissa con un sostenitore partenopeo che gli aveva posto una domanda provocatoria, sì, ma in maniera tutt’altro che scortese. Quando la rabbia ha la meglio, non c’è bandiera che tenga.
