Ancelotti e la sua scelta, l'uomo non comune e la nuova era del Napoli
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Napoli, l’uomo non comune e la scelta di Ancelotti

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La missione del Napoli di Carlo Ancelotti: ribaltare la gerarchia della Serie A e fare strada in Europa

Una scelta che ha destato scalpore: Carlo Ancelotti ha sposato il Napoli in un momento decisamente particolare della sua carriera. Ha vinto tutto, lo ha fatto ovunque. Tre Champions League nel suo curriculum: soltanto Zinedine Zidane come lui. Ma a differenza del suo ex vice, il buon Carletto le ha vinte con due club differenti: Milan e Real Madrid. A questo ha aggiunto il titolo nazionale in ogni terra toccata: ha vinto la Premier League con il Chelsea, la Bundesliga con il Bayern Monaco, la Ligue 1 con il PSG, oltre alla Serie A con il suo Milan. Poco altro da dimostrare per un fuoriclasse della panchina. Così lo ha definito la sua vecchia conoscenza Demetrio Albertini: Carlo Ancelotti è il Messi o il Ronaldo degli allenatori. Una stella assoluta. Una stella che ha scelto Napoli per dare un senso ulteriore ad una carriera che per una persona normale nulla più avrebbe da chiedere. Ma Carlo Ancelotti di normale ha ben poco.

Napoli, la scelta di Carlo Ancelotti

Dicevamo di una persona normale. Un uomo comune avrebbe scelto di fermarsi, o meglio di procedere con un’esperienza alla guida di una nazionale, o comunque di non rischiare il tutto per tutto in una piazza quale Napoli. Che oramai da anni si è stabilizzata a determinati livelli ma a cui non riesce il colpo definitivo, quello di mettere le mani sul tanto agognato scudetto. Mai i partenopei ci erano andati così vicini come nell’ultima stagione: quella che ha decretato l’epilogo dell’eccellente triennio di gestione Sarri. Un livello di calcio meraviglioso, condito da numeri astrali: mai accaduto nei principali campionati europei che una squadra non si aggiudicasse il titolo con novantuno punti all’attivo. Una mostruosità sportiva. Il patto scudetto si è infranto sul più bello: non entriamo nel merito della discussione, ma quel finale di campionato ha provocato tutto il resto. La perenne indecisione di Maurizio Sarri, il colpo di scena firmato Aurelio De Laurentiis: il presidente, con un fiuto che soltanto chi sa davvero guardare avanti può vantare, sceglie Carlo Ancelotti. E Carlo Ancelotti sceglie Napoli. Sceglie clamorosamente Napoli. Nel più classico dei rischia-tutto: fare meglio del Napoli di Sarri può voler dire soltanto vincere lo scudetto. Ma, con la concorrenza che si annida in Italia (Juventus su tutti, giocoforza), vincere uno scudetto non è roba che si può aprioristicamente dare per scontata.

Ma Ancelotti…

Ma se c’è qualcuno che davvero non ha nulla da preoccuparsi di qualsiasi eredità è proprio il signor Carlo Ancelotti. E chiariamo il punto: non per il suo curriculum. Fosse per questo non ci sarebbero pari. Ma per la sua personalità: un altro, al suo posto e con il suo passato, non avrebbe mai preso in considerazione un’ipotesi così rischiosa. Si sarebbe accomodato sulla panchina di una nazionale, magari proprio su quella di un’Italia che lo ha cercato a mo’ di salvatore della patria. Ecco, lì non avrebbe rischiato nulla: dopo quel genere di disastro, dopo il fallimento che ha portato alla mancata partecipazione a Russia 2018, anche un bambino avrebbe fatto meglio. No. Carlo Ancelotti ha scelto Napoli. Ha scelto il Napoli. E si è messo in gioco sorprendendo chiunque, lasciando a bocca aperta chi è abituato a ragionare in termini di uomo comune. Rapportandosi all’uomo comune, quello che compie le scelte abituali. Dritte, lineari, scontate, prevedibili. Carlo Ancelotti ha scelto di andare oltre, di vincere dove soltanto il mito di Diego Armando Maradona è riuscito, di ribaltare una gerarchia che resta in piedi oramai da sette anni. Consecutivi, sempre se non vogliamo guardare nel medio periodo. Infastidire il dominio della Juventus? Ci è già riuscito il Napoli. Quello di Mazzarri, quello di Sarri su tutti. Ora si parla di altro. Viene sdoganato qualsiasi timore o reverenza. Ancelotti ha salutato così i tifosi del Napoli nel giorno dell’accordo siglato con il presidente De Laurentiis: “Una sfida molto eccitante. Sarà un onore condividere la nostra passione per il calcio. Grazie della fiducia“. In queste parole c’è tutta l’umiltà del fuoriclasse, allenatore ed uomo. La nuova era del Napoli è iniziata.