Napoli, Cannavaro: "Mi sento una bandiera. E voglio vincere" - Calcio News 24
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2012

Napoli, Cannavaro: “Mi sento una bandiera. E voglio vincere”

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NAPOLI CANNAVARO – La redazione del Corriere dello Sport propone nell’edizione odierna un’intervista rilasciata da Paolo Cannavaro. Il capitano del Napoli si sente ora la guida della formazione partenopea, e spera di trascinarla a tanti successi importanti prima della fine della propria carriera: “Io una bandiera? Ci sto, adesso sì, lo posso dire ed in assoluta umiltà. Perché prima, quando me lo chiedevate, mi sembravate un pò esagerati. Stavolta no, perché avverto dentro di me qualcosa di diverso e me ne accorgo anche nei rapporti con i compagni, con la gente. Non sono di troppe parole, ma sono il primo che si presenta all’allenamento e l’ultimo che se ne va perché mi sembra l’unico bel modo per dare un buon esempio. Essere un simbolo dà soddisfazione. Dove voglio arrivare? Ho il contratto in scadenza nel 2015, ma confido nella salute per rinnovare ancora. Il desiderio è di emulare Zanetti, essere ancora protagonista a quell’età e con quell’energia, con quell’entusiasmo. Invecchiare, calcisticamente, con la maglia del Napoli addosso. Avvicinare quanto più possibile Bruscolotti e Juliano, che restano due bandiere irraggiungibili. E almeno entrare tra i primi dieci di tutti i tempi. E, ovviamente, vincere. È stato così bello a Roma, che ci ho preso gusto. E posso garantire che è piaciuto a tutti noi. Un capitolo indimenticabile. Ero in mezzo al campo, vedevo il palco e pensano: non è possibile. Mi rivedevo bambino, felice per la vittoria del Napoli in Supercoppa: quella sera lì io sognavo ad occhi aperti però non ero riuscito a pensare che ce l’avrei fatta. Siamo più maturi? Lo saremo quando avremo smesso di perder punti in gare apparentemente facili, quelle che l’anno passato ci sono costate la qualificazione in Champions. Però sembra pure a me che qualcosa sia cambiato ed il merito è di Mazzarri, della sua capacità persuasiva: lui non spiega, convince. In genere, con gli allenatori, c’è il contraddittorio – sereno – mentre sulle indicazioni del mister non c’è mai un sospetto. Si prova, si fa. Ci ha trasmesso sicurezza, ci ha dato continuità. Noi l’anti-Juve? È il campionato più incerto ed equilibrato che mi sia capitato di vivere e anche di osservare. Siamo in tanti che vogliono essere protagonisti, non so quanti ce la faranno. Ma se la Juventus mostrerà la stessa fame della passata stagione, rischierà di non perdere neppure quei sette-otto punti che ti costa la Champions. E allora sarà complicato. Ma intanto le prime due giornate hanno fatto emergere qualche curiosità: la Fiorentina mi è piaciuta tanto ed ha una sua identità; e la Roma, che ho visto in tv, mi incuriosisce: gioca, diverte ed ha un allenatore particolare. Lavezzi? È un amico e resterà tale. L’ho sentito per telefono, i rapporti restano vivi. Ho il sospetto che un po’ Napoli gli manchi ma ha voluto provare un altro calcio e va rispettato. Ci ha dato tanto, nessuno dimentica. Però bisogna guardare avanti e quel Pandev là vedrete di cosa sarà capace.