Nessuno è perfetto, tranne Howard Webb - Calcio News 24
Connect with us

2014

Nessuno è perfetto, tranne Howard Webb

Avatar di Redazione CalcioNews24

Published

on

webb arbitro champions 2013 ifa

Impeccabile anche ieri sera, il fischietto inglese è ad oggi la migliore delle tecnologie possibili

UN SOLO PROTAGONISTA – Nè il guizzo spietato di Benzema, né il calcio orizzontale e tedioso del Bayern Monaco, né l’angolo acuto che si forma quando Ancelotti alza il sopracciglio, né un Ronaldo a mezzo servizio: il protagonista indiscusso della serata al Bernabéu è stato Howard Webb. Per una volta a prendersi l’intero palcoscenico è un direttore di gara, nel periodo in cui vanno per la maggiore le polemiche, i ricorsi e le contestazioni arbitrali. Nel Simposio, Platone narra che un tempo gli uomini erano esseri perfetti, ma Zeus, invidioso, li spaccò in due e da allora ognuno è in perenne ricerca della propria metà. Guardiola, senza il suo Barcellona, è una mela spezzata, così come il Barcellona senza il suo vecchio allenatore. Pep ha cercato di trapiantare il suo modello in Germania, ma molto spesso chi aspira alla perfezione finisce con l’essere noioso. Imperfetto, ma efficace, il Real Madrid. Benzema punisce, ma Ronaldo e Di Maria sono inspiegabilmente goffi e gettano al vento l’opportunità di allungare le distanze, lasciando i giochi ancora aperti. Sfido chiunque, invece, a trovare un difetto ad Howard Webb, talmente impeccabile da sembrare quasi una macchina.

ROBOCOP – Nato a Rotherham, Howard Melton Webb, da 25 anni stringe tra i denti un fischietto. Ex agente di polizia, è alto 188 cm per una massa muscolare di 85 kg: se non avesse indossato la divisa, sarebbe sicuramente diventato un wrestler d’alta scuola. In stagione ha diretto già 40 partite, sventolando127 cartellini gialli, 5 cartellini rossi e concedendo 7 rigori. In media, poco più di tre cartellini a partita. Ieri ne ha estratti solo uno, per Isco, a conferma del fatto che la partita era pienamente sotto il suo controllo, e non poteva essere altrimenti. All’occorrenza però sa essere anche molto severo. Nella finale della Coppa del Mondo nel 2010 ad esempio, nella partita tra Spagna ed Olanda, è arrivato ad ammonire ben 13 giocatori, cinque tra le file delle Furie Rosse e otto negli Orange. Nel 2010 e nel 2013 è stato nominato dall’IFFHS il miglior arbitro di tutto il pianeta. A Firenze lo scorso marzo ha trovato steso davanti a sé un tappeto rosso. I tifosi lo hanno osannato, in un clima del tutto surreale, succede solo a chi non sbaglia nemmeno un colpo. Anche ieri sera è stato infallibile, compreso il rigore su Müller, difficilissimo da valutare. Sangue freddo, autorevolezza e fiuto: uno così sarebbe da clonare, se solo non si trattasse di un supereroe.

ERRARE HUMANUM EST – Moviola sì, moviola no? Il dibattito potrebbe anche dilungarsi in eterno. Un domani ci potremmo affidare alla tecnologia, utilizzare macchinari, apparecchi, occhi di falco e quant’altro, ma in realtà l’errore umano è bello proprio perché chiunque può sbagliare. Nessuno è infallibile, nessuno è perfetto, nessuno tranne Howard Webb. Il problema di un arbitro è che la sua gloria dura un secondo e poi, da un momento all’altro, scompare. L’errore è sempre in agguato, crollare è un attimo. Prima o poi anche lui sbaglierà. Fino ad allora è Howard Webb la migliore delle moviole in campo.