2014
Per Conte conta solo sé stesso
Conte dà laddio alla Juventus: le sconvolgenti dimissioni del tecnico bianconero
JUVENTUS CONTE DIMISSIONI – Un fulmine a ciel sereno: Antonio Conte lascia la Juventus con risoluzione consensuale del suo contratto, la decisione comunicata dalla proprietà sul sito ufficiale del club con tanto di lettera di addio. Una scelta assolutamente clamorosa considerandone tempistica e modalità: soltanto due mesi fa la società comunicava la permanenza dell’allenatore pugliese sulla panchina bianconera.
RICOSTRUZIONE – Parte tutto dall’epilogo della scorsa stagione: nei momenti finali dello straripante campionato appena trascorso il tecnico bianconero non chiude la porta alla possibilità di un addio, tentennando sul suo futuro e sull’opportunità di ritrovare ancora le motivazioni necessarie per restare al timone della sua Juventus dopo un meraviglioso triennio di successi. Lì per lì l’addio è sembrato altamente probabile ed in più di un’occasione si è avvertita la sensazione che lo strappo definitivo potesse consumarsi da un momento all’altro. Poi l’epilogo per certi versi sorprendente: la Juventus che comunica la prosecuzione del matrimonio con Antonio Conte almeno per un’altra stagione. Perché, parliamoci chiaro, nessun cenno fu fatto per il rinnovo di un contratto in scadenza al 2015. Un campanello d’allarme.
INTERESSE PERSONALE O COLLETTIVO – Un segnale forte ma assolutamente non tanto rumoroso da lasciar ipotizzare quanto di eclatante appena accaduto: dopo due mesi, a ritiro appena iniziato ed a poco più di un mese dall’avvio del campionato, Antonio Conte lascia la panchina bianconera. La domanda immediata: ma allora perché non lasciarsi due mesi fa? Perché andare avanti per poi tornare indietro? Perché non concedere alla società tempi e modi per riorganizzarsi dopo un addio così pesante? Perché, di fatto, prendersi anche questi due mesi aggiuntivi di riflessione? Lo scorso 19 maggio disse dì sì alla società senza esserne convinto. Ha risposto affermativamente tranquillizzando tutti ma se ne è andato in vacanza pensandoci ancora. Ed ora la reale decisione: negativa. Conte – per usare un eufemismo – prende in contropiede la società e la lascia spiazzata dimostrando di tenere a cuore soltanto l’interesse personale e fregandosene dell’interesse collettivo di quella Juventus che lo ha reso grande. Perché non è il contrario: è vero, Conte ha risollevato la Juve da un periodo nero ma la Juventus è la Juventus. A prescindere. Lo dice la sua storia. Mentre Conte si è fatto un nome grazie alla Juventus ed alla possibilità che gli è stata concessa.
IL FUTURO – Nulla potrebbe far cambiare l’idea di chi vi scrive: il comportamento è sbagliato e lo è anche e soprattutto nei confronti dei tanti tifosi che lo hanno venerato. Lecito – e ci mancherebbe altro – l’addio. Ma non in questo modo. E con questi tempi. Questioni di mercato? Ma per favore. Guardiamo al futuro: Conte candidato numero uno per la panchina della nazionale italiana? Non passasse anche per salvatore della patria. Se ha voluto cogliere questa opportunità ha a maggior ragione calpestato l’interesse della sua Juventus. Proprio in un preciso momento storico in cui ad esempio la Germania racconta che sia consigliabile muoversi più nell’interesse collettivo che personale. Juventus a cui doveva almeno l’obbligo di lasciarsi subito e non dopo il primo giorno di ritiro. Una brutta pagina, l’ennesima: poi non cadiamo dalle nuvole quando ci marcano come movimento calcistico in decadimento. Sembriamo muoverci senza una meta, come un elefante in una stanza buia.