Premier League, il punto sulla 30a giornata

Chelsea, Manchester Utd ed Arsenal: da queste tre squadre uscirà  il nome della vincitrice della Premier League 2009-10, e fatto salvo per l’assenza ingiustificata del Liverpool, nessuno si aspettava nulla di diverso. La rimonta dei Gunners, dopo una crisi che sembrava aver minato la bontà  del progetto dei ragazzi terribili di Wenger, l’ottimo rendimento del Manchester di Ferguson anche senza Ronaldo e Tevez, e qualche scivolone di troppo della banda Ancelotti hanno rimesso in discussione una lotta che inizialmente sembrava soltanto tra i Blues e sè stessi.

La vittoria dell’Arsenal in casa dell’Hull City a tempo scaduto è un segnale importante al campionato, dopo che troppe volte la formazione londinese era stata bollata (e a ragione) col marchio di incompiuta e incapace di competere a livelli d’eccezione. Il -2 dallo United, vittorioso sul Fulham e primo in classifica ma con una gara in più del Chelsea, è comunque un margine minimo che mette Fabregas e compagni nel lotto ufficiale delle aspiranti al titolo.

Calendario alla mano, i Gunners sono quelli messi meglio, e mantenendo questo ruolino di marcia potrebbero approfittare della sfida del 3 aprile tra Red Devils e Blues, che inevitabilmente si toglieranno punti a vicenda.

Nel “campionato degli altri”, ovvero quello che si gioca una dozzina di punti più giù delle prime tre, è serrata la corsa al quarto posto che vale l’accesso alla Champions League. Il Tottenham col 3-1 al Blackburn mantiene (con una gara in meno) a distanze Liverpool (che nel 4-1 al Portsmouth ha ritrovato Aquilani), e il City di Mancini, bloccato a Sunderland ma con due gare da recuperare (così come l’Aston Villa, settimo ma pienamente in corsa).

Nelle zone calde, salutato il Portsmouth restano da assegnare due posti. Il West Ham di Zola dopo le 4 sberle di Stamford rischia grosso, ma è la situazione complessiva ad essere parecchio ingarbugliata. Dal Wigan (28 punti) al Burnley (24), è bagarre totale.