2014
Prima di Guardiola gli spagnoli attaccavano e i tedeschi ripartivano
E lincubo Real, che domina sempre se non contro Guardiola. Eppure stavolta ha vinto
CHAMPIONS LEAGUE REAL MADRID BAYERN MONACO – Il Bernabeu prometteva spettacolo e non ha tradito: attese confermate, gara di impressionante intensità senza che ne risentisse la qualità, al Real di Ancelotti il primo round ma la contesa resta apertissima. I tedeschi pagano l’assenza di gol in trasferta ma hanno nel bagaglio ogni arma legittima per ribaltare l’1-0.
BAYERN SQUADRA PIU’ FORTE AL MONDO – Poche storie. Nessuno va al Bernabeu ad imporre per novanta minuti la propria proposta calcistica se non è il migliore di tutti: il Bayern Monaco lo è per una serie di ragioni. Innanzitutto perché lo urla il suo recente passato: Triplete nella scorsa stagione, un’annata in cui i tedeschi hanno lasciato le briciole agli avversari. Poi c’è la personalità di Guardiola: il tecnico spagnolo ha impartito lezioni di tiki-taka sin dal primo allenamento a chi aveva vinto tutto giocando in maniera opposta. Un rischio? Sicuramente, ma il risultato lascia in eredità una squadra spaziale che domina territorialmente contro ogni avversario costringendolo a scegliere le ripartenze. Il Bayern gioca, gli altri si arrangiano.
REAL, SI FA QUEL CHE SI PUO’ – Si arrangiano, si diceva, ma lo fanno bene: regge il fortino difensivo di una squadra i cui valori – fattore poco sottolineato – iniziano proprio da quella fetta di campo. Il resto è storia di rapide ripartenze che si cuciono sulle peculiarità di calciatori fenomenali ad aggredire gli spazi. Il Real Madrid per storia e caratteristiche naturali fa sempre la partita contro chiunque ma nell’ultimo decennio deve rinunciare in tal senso soltanto quando gioca contro Guardiola: prima era il Barcellona, oggi il Bayern Monaco. Stessa salsa: se dall’altra parte c’è il buon Pep difesa e ripartenze. Che poi il tutto viene eseguito con minuzia nei dettagli e porti ad un ottimo 1-0… poco male insomma. Ma il Real – anche con Mourinho per intenderci – di schiaffi da Guardiola ne ha presi eccome.
L’INCIDENZA DI GUARDIOLA – Detto del Bayern e della tempestività dell’adattamento (i tedeschi sono già la copia spiccicata del suo glorioso Barcellona) resta da tracciare un bilancio del suo profilo da allenatore. Se dovrà ancora essere valutato in pieno il suo percorso in terra tedesca – giocoforza ogni considerazione è da legare ai risultati – è già invece insindacabile che il suo addio al Barcellona qualche crepa tra i blaugrana l’abbia aperta: un anno fa fu successo in Liga ma anche un’imbarazzante eliminazione in Champions League proprio dal Bayern (aggregato: 7-0 per i tedeschi), oggi il Barca è fuori da tutto.
PANCHINE MILIONARIE – La sfida tra Real Madrid e Bayern Monaco è probabilmente il top che oggi può offrire il calcio mondiale: basta pensare a quanto accaduto nella ripresa con le sostituzioni adottate dai due allenatori. Carletto Ancelotti ha mandato in campo Bale (91 milioni), Illaramendi (32) e Varane (10), Pep Guardiola ha risposto con Javi Martinez (40), Gotze (37) e Muller che una quarantina ne vale eccome. Di fatto 250 milioni dalla panchina, è come se un camion di banconote si fosse improvvisamente riversato sul prato del Bernabeu.
SFIDA DI RITORNO – Il copione risulterà piuttosto simile: tedeschi padroni del campo – figurarsi poi in casa e con l’obbligo di ribaltare il risultato – e spagnoli pronti a sfruttare gli spazi concessi. Storicamente la traccia sarebbe opposta: gli spagnoli impartiscono calcio e i tedeschi ti castigano al primo errore. E’ l’influenza guardiolana, in tal senso tra i più autorevoli dell’ultimo ventennio. Chi passa? Questione di dettagli che a questo livello sono impercettibili. Il senso di tutto sta nell’apprezzare lo spettacolo.