PSG Atletico Madrid: le tre cose che non hai notato della partita
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PSG Atletico Madrid: le tre cose che non hai notato della partita

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Ecco le tre curiosità sulla sfida delle ore 21:00, Psg Atletico Madrid: match valido per il ritorno la prima giornata del Mondiale per Club

Il tema principale di PSG-Atletico Madrid non era tanto l’effetto della partita sul girone, troppo presto per fare calcoli anche se chiaramente i punti contano moltissimo in una competizione strutturata secondo la formula della “vecchia” Champions League. A pesare maggiormente era una domanda: esiste ancora l’onda lunga della finale di Monaco? Ecco la risposta (assolutamente affermativa) in alcuni episodi minori.

  1. Si stanno imborghesendo. Lo si è pensato un po’ tutti (forse) quando ci si è chiesti: è solo un vezzo lezioso, quel tocco d’esterno sbagliato di João Neves al 10′? Un surplus di raffinatezza sterile? Niente affatto. In realtà era una dichiarazione d’intenti, il manifesto stilistico di un’intera squadra. Otto minuti dopo, infatti, quel ghirigoro diventa calligrafia letale. L’idea, prima fallimentare, si trasforma in un’azione corale perfetta, una sinfonia di prime intenzioni giocate tutte con lo stesso, identico tocco con la parte più raffinata del piede. Joao Neves, Doué, Kvaratskheila: l’errore precedente del singolo diventa il codice dell’orchestra. La sbavatura iniziale non era un fallimento, ma la necessaria prova generale per il capolavoro firmato Fabián Ruiz che porta avanti i suoi.
  2. La seconda impressione. Altra idea che si rivela incredibilmente sbagliata. La conclusione sgraziata di Gonçalo Ramos al 45′ è un’istantanea impietosa: sembra la definizione dell’attaccante tecnicamente più incerto. Poi, il portoghese, piuttosto imballato con la palla tra i piedi, anche per l’urgenza di voler dimostrare di essere all’altezza dei compagni, diventa geniale senza. Il suo movimento non è un’azione, è un sacrificio: attira a sé la difesa, diventando l’esca perfetta che libera lo spazio per l’inserimento letale di Vitinha. Un riscatto non tecnico, ma di pura intelligenza tattica. Da nota stonata a perno silenzioso del raddoppio. Se il Psg è anche questo, iniziate a considerarlo più favorito di quel che il 5-0 all’Inter ha già dichiarato.
  3. Cooling break. Doverosi, visto il calore, l’umidità e il sole battente. La sensazione è che siano gli unici momenti nei quali l’Atletico non è costretto a inseguire gli avversari per cercare di toccare un po’ il pallone.

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