Real Madrid, Ancelotti: «Juventus, attenzione al “mio” Milan» - Calcio News 24
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2013

Real Madrid, Ancelotti: «Juventus, attenzione al “mio” Milan»

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Il tecnico, pronto ad inaugurare la nuova avventura spagnola, continua a seguire la Serie A.

REAL MADRID ANCELOTTI – Si riparte: al via in Spagna il campionato, che vedrà al debutto Carlo Ancelotti sulla panchina del Real Madrid. Una piazza storicamente ambiziosa, una squadra chiamata a riprendere l’egemonia: «Il Real è sempre uguale a se stesso, va oltre i giocatori e gli allenatori. E’ un grande club molto organizzato, dentro al quale si respira un’atmosfera speciale. E’ un club organizzatissimo, particolare e l’impressione che uno può farsi dall’esterno diventa ancora più evidente quando lo vive da dentro. Come al Milan, si avverte il fascino della storia. Non a caso i due club sono paragonabili. Il nostro sarà un calcio offensivo e di qualità perché i giocatori sono di una qualità eccelsa. Puntiamo a un calcio spettacolare e redditizio. Arriverà Bale? Oggi rispondo di no, non ci sono novità. Poi sa che quando ne ho parlato Villas Boas se n’è lamentato. E’ un argomento delicato da toccare.Benzema? Ha un grande talento che deve mettere a disposizione degli altri e gli altri devono cercare di aiutarlo a fare ancora meglio. Tutta la squadra ha una qualità immensa, ma tutti, tranne uno, possono migliorare. In effetti… Ronaldo è al top mondiale.Prenda nota di questi nomi: Isco, Illarramendi, Carvajal, Casemiro, Morata, Cheryshev e Jesè. Non li conoscevo prima di allenarli. Hanno la qualità per stare al Real Madrid, hanno portato entusiasmo e in questo primo mese hanno dato impulso a tutta la squadra», ha dichiarato Ancelotti ai microfoni del “Corriere dello Sport”, dove ha parlato anche di altri temi delicati in casa madrilena: «Casillas titolare? Decido il giorno della partita. Secondo Pallone d’Oro per Cristiano Ronaldo? La fortuna di Cristiano è la fortuna del Real Madrid. E’ partito bene, con una motivazione feroce e farà una stagione straordinaria. Dopo un anno difficile come quello passato tutta la squadra è concentrata e determinata. Lui di più. Tutto l’ambiente è proiettato verso la Coppa, è la prima vera motivazione di ogni madridista. Il Real Madrid è arrivato per l’ultima volta in finale di Champions nel 2002 e questo è sorprendente. Credo che sia un tempo troppo lungo perché un club del genere resti fuori da una partita del genere. Perez? Il presidente è il primo tifoso del Real, è innamorato del Real come Berlusconi lo è del Milan. E se Galliani è solo il secondo tifoso rossonero, la sua dedizione e la sua concentrazione per il club sono totali, come quelle di Florentino per il Real. Mi resta solo il campionato tedesco da allenare? Sì, mi manca la Bundesliga, ma non ci tengo in modo particolare. E poi allenare il Real è sempre stato un sogno e qui in Spagna mi sento molto bene. L’obiettivo è riportare il Real alla vittoria, nella Liga e in Champions».

Ancelotti ha poi raccontato un aneddoto legato ad Ibrahimovic e parlato del campionato italiano: «Una volta Zlatan mi ha detto: “Ci sono solo tre giocatori in Europa in grado di far vincere la propria squadra da soli. Uno sono io, gli altri due sono Ronaldo e Messi”. I primi due, Ibra e Cristiano, li ho allenati e sono d’accordo; sul terzo, Messi, per quello che ha fatto vedere finora devo essere d’accordo per forza. Ma per me adesso c’è anche Falcao. Anche se Ibra si ferma a tre, io ci metto pure lui e faccio quattro. Serie A? Favorita la Juve, ma attenzione al Milan. Lo dico perché è la squadra che esce con meno incognite dal mercato. Le altre, Napoli, Roma, Fiorentina e Inter, hanno cambiato molto e vanno verificate. Inter? Sta ripartendo da capo, con nuovi giocatori e soprattutto con un nuovo allenatore. Ha bisogno di tempo. Sta impostando un lavoro che la squadra aveva conosciuto solo nel breve periodo di Gasperini».

L’ex allenatore del PSG ha poi parlato di Zidane, suo assistente: «Bravo, competente e ha molto carisma, soprattutto nei confronti dei giovani che conosceva già: con loro ha un ottimo rapporto. Potrà fare l’allenatore? Sì, di sicuro, ha bisogno di fare esperienza, perché allenare non vuol dire solo fare la formazione. Al Milan me la passava Berlusconi? Esatto. Zidane ha la capacità di vedere il calcio in modo straordinario».

Infine, Ancelotti ha provato a stilare una formazione “ideale”, senza però riuscirci: «Buffon in porta; Ivanovic, Nesta, Cannavaro e Maldini in difesa; Pirlo e Lampard davanti alla difesa; Zidane e Kakà dietro alle punte; Ibrahimovic e Ronaldo in attacco? Sono tutti giocatori che ho allenato. In porta si è dimenticato anche di Dida, quello della finale di Manchester, e Peruzzi tanto per cominciare. In difesa se n’è dimenticato uno mica da ridere: Cafu. Sempre in difesa dove li mettiamo Terry e Thuram? A centrocampo, in una squadra che non sia troppo allegra come quella di sopra, Gattuso non può stare fuori e poi Seedorf, Davids e poi quelli del Real di oggi. In attacco poi: Shevchenko, Inzaghi, Drogba, Crespo. Se lascio fuori Pippo, che nella finale di Atene ha fatto la doppietta segnando anche di omero, succede un casino. Le dico tutto questo perché non potrò mai fare la mia formazione ideale. Dovrei farne dieci, venti e sarebbero tutte fortissime».