2014
Rigoni: «Iachini e Corini grandi uomini»
E sulladdio al Chievo: «Io prigioniero? Invenzioni»
PALERMO RIGONI – Cresciuto a Cogollo del Cengio giocando a pallone in strada o in giardino, Luca Rigoni ha coltivato il sogno di giocare a calcio mentre teneva calda come alternativa la carriera in banca. E’ riuscito a realizzarlo il centrocampista del Palermo, che è diventato il pupillo di Beppe Iachini, come ha raccontato ai microfoni del Corriere dello Sport: «Ogni allenatore ha qualche “fedele” che gli piace più degli altri, per questioni caratteriali, per rigore professionale, perché in campo è ordinato e scrupoloso. Iachini ha lo stesso carattere di papà, un duro, che parla poco e pretende tanto. Entrambi, in fondo, buoni e sensibili». Ma Rigoni è molto legato anche a Eugenio Corini: «Era come un fratello. Mi ha dato un sacco di consigli, mi ha spiegato Palermo. Grande uomo. Anche Di Carlo conosceva Palermo e mi ha aiutato. Lo sento spesso, aveva il mio stesso ruolo. Ecco la fortuna è stata quella di incontrare allenatori in grado di completarmi».
L’ADDIO AL CHIEVO – Rigoni, che è convinto che il Palermo possa ripetere nella massima serie le prestazioni vista nella passata stagione in Serie B e che il pareggio contro la Sampdoria sia stata un’occasione sprecata, è tornato a parlare dell’addio al Chievo Verona: «Hanno inventato che il Chievo mi teneva prigioniero. Era il contrario. La società non voleva cambiare, io sì. In scadenza, capitano e considerato importante, volevo provare nuovi stimoli. Mi chiesero di rinnovare, rifiutai. Devo solo ringraziare il Chievo che mi ha dato la possibilità di giocare sei anni in A; con Corini e il presidente Campedelli è rimasto un ottimo rapporto. Conveniva a tutti, la società ci ha guadagnato».
DUALISMI – Il centrocampista, fiducioso sulla crescita dei giovani e ancora incerto sul suo futuro, ha parlato poi di due compagni esperti ed in particolare del dualismo con Maresca di quello di Sorrentino con Ujkani: «Il dualismo è nella logica delle cose, a Iachini servono due titolari per ruolo, normale che ci sia competizione. Se poi alle spalle hai uno con un curriculum come Maresca, se sbagli perdi il posto. Sorrentino? Sembrava dovesse andare via, è rimasto, buon per noi. E Samir è di prospettiva, con un carattere straordinario. Lui e Ujkani? Egoisticamente meglio averli entrambi. Il mister potrà scegliere a occhi chiusi».