Roma, Mancini: «Partita più bella? Il poker all'Inter e su Fonseca e Gasperini...» - Calcio News 24
Connettiti con noi

Prima Pagina

Roma, Mancini: «Partita più bella? Il poker all’Inter e su Fonseca e Gasperini…»

Pubblicato

su

Lunga intervista di Gianluca Mancini, che sul sito della Roma ripercorre le tappe principali della sua giovane carriera

Lunghissima intervista a Gianluca Mancini, che sul sito ufficiale della Roma ripercorre le principali tappe della sua giovane carriera. Ecco le parole del difensore giallorosso.

IDOLO MATERAZZI – «Uno dei miei tatuaggi è legato a lui e un massaggiatore del Perugia quando lo scoprì gli inviò una foto. Marco gli rispose e promise di incontrarmi una volta tornato lì e così è stato. Il 23 della mia maglia è dedicato sia a lui sia al giorno in cui mi sono fidanzato con la mia compagna».

PARTITA PIÙ BELLA – «Il 4-1 all’Inter, a Bergamo, con l’Atalanta. Battere una squadra importante fu molto bello. La più emozionante di tutte, però, è l’esordio in Nazionale, è stata una cosa unica. All’inno mi veniva da piangere, non ci credevo. Ero accanto a giocatori come Verratti, Florenzi, Bonucci. Per tanti anni li ho visti vestire quella maglia ed ero accanto a loro»

AMICI NEL CALCIO – «Ho avuto un buon rapporto con tutti. Qui ho ritrovato Spinazzola, con cui abbiamo giocato insieme a Perugia e a Bergamo, dove eravamo anche compagni di stanza. E all’Atalanta ho legato tanto con Caldara».

FONSECA – «Una buonissima impressione. È sicuro di sé, delle sue idee. È molto diretto e ti dice apertamente se fai bene o male. Siamo all’inizio, ma mi ha subito fatto una buona impressione. Dialoga molto con il gruppo e con i singoli, come è giusto che sia. L’intensità degli allenamenti è alta, i primi giorni sono rimasto a bocca aperta. Questi sono gli allenamenti giusti per trovare la buona condizione per l’inizio del campionato»

GASPERINI – «Ero convinto che il lavoro svolto in Serie B andasse bene, ma non era così: il salto è davvero grande. Mister Gasperini ha cambiato totalmente il mio modo di lavorare, a livello mentale e fisico. Gli allenamenti erano davvero intensi, all’inizio non pensavo di farcela, ma è tutta una questione di abitudine»