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La Roma vince più delle altre. Ma Manolas non si tocca

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Serie A, la prima del 2017: vincono tutte le big, ma la Roma di più. Caso Manolas?

Bentornato campionato: la pausa natalizia non altera – almeno inizialmente – le gerarchie costituite dallo scorso anno. La prima del 2017 vede vincere le prime sette forze della classifica, senza alcuna eccezione: o meglio, la vittoria della Roma sul campo di quel Genoa che aveva battuto (tra le altre) la Juventus fa più rumore delle altre e se vogliamo tiene ancora in vita la Serie A.

PERCHE’ FA RUMORE/PARTE PRIMA – La Roma ha sempre vinto all’Olimpico: nove su nove, un bottino pieno di ventisette punti che ha edificato gran parte della costruzione del secondo posto attualmente occupato dalla banda Spalletti. A fronte dei 27 punti ottenuti nel fortino interno in 9 gare di campionato, ecco i 14 in 10 gare esterne: tradotto, la Roma viaggia alla media di 3 punti a partita in casa e di 1.4 in trasferta. Due volti così distanti ma della stessa medaglia: quella di una Roma che al cospetto della sicurezza mostrata tra le sue mura balla pericolosamente appena fuori dal Grande Raccordo. Ragion per cui, la vittoria di Marassi sul campo del Genoa fa assai rumore e – qualora immediatamente confermata tra una settimana sul campo dell’Udinese – può conferire un nuovo taglio all’intero torneo.

PERCHE’ FA RUMORE/PARTE SECONDA – Seconda giornata: Cagliari – Roma 2-2, giallorossi in vantaggio di due reti e recuperati nella ripresa dai sardi. Tredicesima giornata: Atalanta – Roma 2-1, giallorossi in vantaggio ma rimontati e sorpassati nella ripresa. Prendiamo in esame soltanto le mancate vittorie rimediate da condizioni di vantaggio e non quelle complessive: cinque punti in più che proietterebbero la Roma di fatto a due lunghezze dalla capolista Juventus e dunque assai vicini alla vetta alla classifica. Il tutto, sommato alle due rimonte incassate nella fase a gironi di Europa League contro Viktoria Plzen ed Austria Vienna, ha fatto inevitabilmente pensare al peggio ieri in quel di Marassi: ed invece la Roma, con quella dote di personalità sempre invocata ma mai riscontrata dal suo allenatore, ha condotto in porto la gara ed in tal senso rinforzato la sua autostima. Se i suoi problemi di trasferta e rimonta venissero ulteriormente fugati ad Udine, ecco come la banda Spalletti potrebbe riscoprirsi in una veste sconosciuta anche a sé stessa.

CASO MANOLAS? – In panchina a Genova, dopo tre giorni regolarmente in gruppo e dunque da considerare recuperato rispetto al suo recente infortunio, con capitan Totti che (come riesce soltanto a lui di muoversi tra il serio e lo scherzoso) così si rivolge ai fotografi: sbrigatevi a scattare le foto a Manolas, che queste sono le ultime. Un caso alle porte? Una clamorosa cessione in programma? Perché del resto quello che è per distacco il difensore più forte a disposizione di Luciano Spalletti sarebbe rimasto in panchina in una trasferta così complessa? Sgombriamo il campo dai dubbi: impensabile privarsi di Kostas Manolas. Innanzitutto come segnale: non si possono sempre e comunque vendere i migliori. Citiamo solo le operazioni in uscita degli ultimi anni: prima Marquinhos e Lamela, poi Benatia, poi ancora Pjanic, ora Manolas. Una catena da spezzare immediatamente: un club che – come mai negato da proprietà, vertici dirigenziali ed allenatore, anzi sottolineato a più mandate – mira a vincere ed affermarsi non può perseguire la politica della cessione dei suoi pezzi pregiati. Di quelli che allo stato dell’arte sono i suoi calciatori migliori: Manolas non si tocca, poche storie.