Sacchi ad Allegri: «Unisci bellezza e vittoria! Sulle milanesi...» - Calcio News 24
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Sacchi ad Allegri: «Unisci bellezza e vittoria! Sulle milanesi…»

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Dalle milanesi al Napoli, passando per la Juventus e Massimiliano Allegri: lunga intervista rilasciata da Arrigo Sacchi al Corriere della Sera, ecco le sue parole

Tra pronostici e profezie, con tanto di consigli all’ex nemico Massimiliano Allegri: Arrigo Sacchi, ai microfoni del Corriere della Sera, ha fatto il punto della situazione sul prossimo campionato di Serie A. Ecco le sue parole: «Lo scudetto lo rivincerà la Juve che ha una superiorità caratteriale. Anzi, mi correggo: solo la Juve può perderlo. Il Napoli però è la squadra che preferisco, la più armoniosa, come gioco è fra le tre migliori al mondo. E Sarri è un genio. Il Napoli non vincerà? Perché il Napoli è condannato alla perfezione. Ha collettivo eccezionale, idee, qualità. Però i singoli mancano di forza fisica, esperienza, storia. Quando c’è da stringere i denti nei momenti bui si perdono, e a un certo livello i momenti bui capitano. La strada però è giusta, ogni mese che passa il Napoli è migliore. L’anno scorso ha perso Higuain e poi anche Milik, eppure ha segnato più gol. Prima o poi sarà da scudetto, magari lo diventa già quest’anno».

Sacchi: «Allegri, ti do un consiglio»

Prosegue l’ex ct della Nazionale, parlando anche delle milanesi ma non solo: «Cosa intendo con superiorità caratteriale della Juventus? La forza mentale che, legata a individualità eccelse e a una società fra le prime cinque al mondo, le dà punti in più già in partenza. Anche se a me non piace quel messaggio del “conta solo vincere”. Io, sapete, la penso diversamente. Però un consiglio ad Agnelli lo darei: di provare a fare un passo in avanti per unire merito, bellezza e vittoria. Inter e Milan? Società, squadra, individuo, in quest’ordine: l’organizzazione è piramidale, in cima c’è sempre il club. Quindi innanzi tutto c’è da capire come si muoveranno le nuove proprietà. Spalletti mi piace molto ma già negli anni passati all’Inter c’erano buoni allenatori, eppure è andata male. Forse il problema era l’Inter, non l’allenatore».