Spagna Svezia: Koke da leader, ma Morata tradisce le Furie Rosse
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Spagna Svezia: Koke da leader, ma Morata tradisce le Furie Rosse – ANALISI TATTICA

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Spagna Svezia ha segnato il deludente esordio delle Furie Rosse a Euro 2020: il progetto di Luis Enrique si è incagliato su un Morata in serata pessima

I dati di fine partita, per una volta, fotografano abbastanza bene quello che è stata Spagna Svezia. Nonostante l’85% di possesso palla (se non è record poco ci manca) e ben 17 tiri, gli iberici non sono riusciti a sbloccare un match praticamente a senso unico, con gli ospiti costantemente barricati nella propria trequarti. Qualcosa che noi italiani sappiamo bene. Anche se, bisogna ammettere, qualche ripartenza isolata della Svezia (per merito di un Isak incontenibile) ha creato diversi grattacapi: gli scandinavi hanno infatti sprecato due occasionissime che avrebbero reso clamoroso il risultato finale.

La Spagna ha pagato il poco cinismo in avanti, con Morata che è finito sotto accusa. Se già Luis Enrique è molto criticato per preferire l’attaccante della Juventus a un Gerard Moreno reduce da una grandissima stagione, l’andamento del match ha resto ulteriormente più problematica la situazione di Alvaro, che non ha giocato malissimo in assoluto, ma si è divorato due opportunità clamorose (soprattutto la prima, su gentile regalo della difesa svedese). Gerard Moreno, entrato solo nel quarto d’ora finale, ha portato molto più peso e dinamismo all’attacco, sfiorando anche il gol nel finale.

Rispetto alla Nazionale molto sterile del 2018, la Spagna vista a Siviglia è stata molto più incisiva in zona di rifinitura, con minuti e azioni di grande calcio. Prima di tutto, una riaggressione decisa e convinta consentiva di recuperare il pallone con grande rapidità, schiacciando una Svezia che non riusciva quasi mai ad arrivare nella metà campo iberica. Inoltre, nonostante i pochi spazi, la palla girava bene e con fluidità: il 4-3-3 riusciva costantemente a trovare varchi. Molti meriti sono di un Koke che, pur senza la fascia da capitano, è stato il principale leader tecnico-tattico della squadra. Partendo nominalmente dalla posizione di mezzala destra, ha inciso a tutto campo. Era determinante, con i suoi movimenti, nel guidare l’uscita del pallone: si apriva spesso a destra, consentendo a Marcos Llorente (terzino atipico) di sganciarsi in avanti, sia tra le linee che in ampiezza. Koke telecomandava i movimenti di Llorente e di Ferran Torres, che spesso si scambiavano di posizione.

Inoltre, svariando parecchio, incideva parecchio anche negli ultimi metri: sia nella rifinitura che nella finalizzazione. Ha effettuato parecchi passaggi filtranti che hanno generato situazioni pericolose. Proprio da un suo bellissimo cross da destra Dani Olmo (molto bravo a entrare dentro al campo) ha avuto una delle occasioni più nette del match. Oltre a guidare l’azione da dietro, era poi proprio Koke il centrocampista che si buttava dentro e riempiva l’area di rigore. Il capitano dell’Atlético Madrid è andato diversi volte vicino al gol con eccellenti inserimenti a cui è però mancata precisione nel tiro.

Dopo un primo tempo dominato, è subentrata molta stanchezza tra le fila spagnole (accentuata dal grande caldo di Siviglia). La squadra è diventata via via sempre più sterile, senza più né ritmo né profondità. La palla girava lentamente, l’unico modo per provare a sfondare erano telefonatissimi cross di Jordi Alba da sinistra: situazioni in cui la difesa svedese andava a nozze. Con gli ingressi di Oyarzabal e Gerard Moreno, la Spagna ha poi riacquisito pericolosità, assediando gli avversari nel finale di match. Non è però bastato per vincere, con i cambi di Luis Enrique rivelatisi forse tardivi.

Insomma, se Olsen è stato il migliore in campo della Svezia, vuol dire che la Spagna è riuscita a costruire molto in zona gol. E’ però mancata incisività dentro l’area rivale, nonostante una manovra nel complesso convincente e un ottimo contropressing. Vedremo se, nel prosieguo degli Europei, Luis Enrique continuerà a dare fiducia a Morata o se invece schiererà un Gerard Morano acclamato e richiesto da praticamente l’intera nazione.