2014
Sunderland, Giaccherini: «Prandelli, io ci sono. Conte deve restare alla Juventus»
Le parole dell’ex centrocampista bianconero tra bilanci, futuro e passato.
ITALIA SUNDERLAND GIACCHERINI – E’ tempo di bilanci anche per Emanuele Giaccherini, che può archiviare la sua prima stagione in Premier League con il Sunderland: «Io dico che è andata bene, forse non alla grande però è stata un’annata positiva. Alla fine abbiamo centrato l’obiettivo: ci siamo salvati. Tra alti e bassi. Siamo arrivati in finale di League Cup, contro il City, ai quarti di F.A. Cup, insomma abbiamo lottato su più fronti. La verità è che questo Sunderland è stato smantellato e rifatto. Ci siamo trovati a giocare senza che molti di noi si conoscessero tra loro. Non si trovavano i meccanismi di gioco: Di Canio ha pagato questo. Io stavo giocando bene nel momento peggiore della squadra, ho avuto spazio con continuità fino a inizio anno, quando, dopo alcune prove tattiche io sono finito in panchina nel momento che ha coinciso con una breve serie di vittorie. Solo che sono rimasto fuori anche quando abbiamo perso 5 partite di fila, tornando penultimi. Ero finito in tribuna, ma ho sempre lavorato in silenzio. Zitto ma deciso a sfruttare il mio momento. Che è arrivato: contro il Chelsea è stata la svolta per la salvezza. Poi un gol e un assist contro il Cardiff. Insomma, ho dato il mio contributo alla nostra permanenza nella Premier», ha raccontato l’ex centrocampista della Juventus ai microfoni del “Corriere dello Sport”.
FUTURO – Non sembra deciso a tornare in Italia Giaccherini, che ha parlato della Premier League e del suo futuro: «Sono sincero: non è che la seguissi tanto, quando ero a Torino. Adesso posso dirlo con certezza: è questo il torneo più difficile: ci sono giocatori di valore assoluto e squadre di livello altissimo. Lo United settimo non è solo frutto di errori propri ma della grande competizione che c’è. La Premier è davvero appassionante. Futuro? Sì, vorrei proprio rigiocare qui. Voglio restare e fare ancora meglio, con l’esperienza accumulata. Ho ancora 3 anni di contratto… Sto bene dove sto però vediamo quel che succederà. Parlerò con Poyet e decideremo insieme».
LA VIOLENZA – Il centrocampista ha commentato poi gli episodi di violenza prima della finale di Coppa Italia: «Cosa devo dire? Ho visto in tv Fiorentina-Napoli, finale di coppa Italia, appena tornato da Manchester. Non capivo all’inizio perché non si giocasse. Poi sono rimasto sbigottito, per il caos, per le notizie di quel caos… Sparare addosso alla gente non dovrebbe mai accadere nella vita, figuriamoci nel calcio. Non c’è bisogno che anche io ribadisca il buono del modello inglese. Qui ci sono regole ferree, rispettate e fatte rispettare. Io credo che in Italia si sia toccato il fondo, che non si possa rimandare la svolta necessaria, dopo tanti annunci. Cosa e come fare è noto, basta guardare i risultati in Premier: e si può fare. Se perdiamo anche questa opportunità penso che in Italia non vorrà venire più nessuno a giocare, soprattutto per questo motivo».
LA NAZIONALE – Inevitabile il discorso sulla maglia azzurra e i Mondiali in Brasile: «Prandelli mi conosce come pochi, sa che giocatore sono. Lui mi ha portato in Nazionale praticamente quasi contro tutta la critica, mi ha dato massima fiducia addirittura facendomi esordire contro la Spagna, a Euro2012. Posso dire questo: ho scelto l’Inghilterra e ho avuto delle difficoltà, non lo nascondo. Ma non ho avuto una stagione da buttare, adesso sto bene, fisicamente sono pronto, ho ritrovato me stesso. Insomma, sono a disposizione. Detto questo, le scelte di Prandelli saranno quelle giuste per la Nazionale, questo è sicuro».
I BIANCONERI – Altrettanto inevitabile il riferimento alla Juventus, con cui si è messo in vetrina: «Ormai sono state spese tutte le parole per elogiare i bianconeri. Io dico che dei tre questo è il titolo più straordinario perché strappato a una Roma magnifica, che avrebbe vinto di sicuro lo scudetto se non avesse incontrato una Juve cannibale, sfortunata in Champions e arrivata a un passo dalla finale di Europa League. Una Juve senza Conte mi sorprenderebbe. E’ lui l’uomo che ha cambiato la squadra nella testa prima che in campo, riportandola a vincere e poi a vincere ancora. Da tifoso juventino sarei molto preoccupato di una svolta simile».