Tirelli sull'Italia: «Parole chiave: equilibrio e autostima»
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Tirelli (mental coach) analizza la situazione psicologica dell’Italia: «Le due parole chiave sono equilibrio e autostima. Questa è la differenza tra club e Nazionale»

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Il mental coach Stefano Tirelli analizza la situazione psicologica della Nazionale dopo la sconfitta con la Norvegia e offre soluzioni per il futuro

Stefano Tirelli, mental coach che ha lavorato con diversi giocatori di calcio, interviene oggi su Tuttosport per analizzare la situazione della Nazionale sotto il profilo psicologico dopo la debacle con la Norvegia.

COME GESTIRE IL 4-1«Credo che le due parole chiave siano equilibrio e autostima. Equilibrio vuol dire gestire questa situazione creando un valore, e quindi una stima, di quello che si è. Ma che sia oggettiva, e non fomentata dall’emotività, perché questa può alterare la reale percezione del nostro valore, a livello tecnico, fisico, mentale. Oggi la Nazionale non è all’altezza della Norvegia, che ha dimostrato di essere più forte. Serve dirselo in modo oggettivo, senza nemmeno considerarsi inadeguati alla possibilità di andare ai Mondiali. Altrimenti il rischio è di arrivare troppo tesi, in ansia, agli appuntamenti decisivi».

COSA FARE ADESSO«Bisogna azzerare, nei limiti del possibile, ogni confronto con il passato. Quello che stanno vivendo questi giocatori, nella maggior parte dei casi, è in realtà del tutto nuovo, non ha collegamento con esperienze pregresse. Bisogna azzerare il confronto e isolarsi il più possibile da fonti esterne di sovraccarichi emotivi. Parlo di social e non solo. Non bisogna essere troppo carichi, e nemmeno troppo rilassati. Serve un giusto livello di attivazione, serve buona ansia da prestazione».

È DIVERSO GIOCARE PER UN CLUB E PER LA NAZIONALE«La mia esperienza dice di sì. Quando si indossa la maglia della Nazionale si percepisce un diverso senso di orgoglio e di responsabilità. Sono certo che lo staff azzurro saprà gestire questo sovraccarico, che può essere fonte di stimolo e di positiva attivazione ma, se eccessivo, potrebbe creare un deficit nella performance».

GATTUSO HA PARLATO DI BRACCINO«Nello sport si tende a parlare di nikefobia: è un’attitudine al timore della vittoria. Se così fosse, oggi ci sono diverse tecniche di contenimento».

LE DIFFICOLTÀ DEL CT«Sì, Gattuso ha meno tempo e quindi meno possibilità di intervenire sul singolo. Oggi abbiamo una Nazionale che deve stimarsi come una Nazionale capace di raggiungere l’obiettivo, ma allo stesso tempo che per arrivarci deve a tutti i costi dare il 100%. Teoricamente, è una Nazionale che ha meno possibilità, rispetto ad altre del passato, ma questo può diventare anche un’opportunità. Essere troppo favoriti può giocare brutti scherzi, essere sottovalutati può aiutare a reclutare risorse attinenti a orgoglio e sana rabbia».

CHIESA PUÒ RITROVARSI IN AZZURRO«Non conosco personalmente Chiesa, né la sua situazione. L’unica cosa che posso dire è che se si arriva a dire di no a una convocazione, è perché non si può fare altro. La chiamata di un ct è emozionante: se riterrà di potersi esprimere in un certo modo, sarà il primo a chiamare Gattuso».