2012
Torino, Gillet: “Con l’Inter vogliamo fare bene”
TORINO GILLET – Jean François Gillet, ai microfoni di Tuttosport, ha fatto capire quale deve essere il Torino che affronterà domani l’Inter. L’estremo difensore belga, che finora non ha subito gol nelle prime due gare di campionato, ha anche parlato dei due attaccanti nerazzurri, lo spauracchio Diego Milito e il suo vecchio amico Antonio Cassano: “Questa volta voglio girare il concetto: dovrà essere la squadra a trascinare i tifosi. Saremo noi a far scattare la molla, quindi loro potranno darci una mano fino al termine della gara. E come se dipendessimo gli uni dagli altri, i giocatori dalla gente e viceversa. L’esito dell’incontro influenzerà tutti allo stesso modo: un risultato positivo darà fiducia al gruppo per il seguito della stagione, ma sarà anche l’incentivo per far sì che, anche nelle prossime sfide interne, l’Olimpico torni a riempirsi. Affrontando una grande del torneo potremo capire a che punto siamo, quanto abbiamo assimilato del lavoro svolto. Siamo curiosi, abbiamo tanta voglia di metterci a confronto con una squadra formata da grandi campioni. Le parole del mister? Il punto di vista del mister è giusto, lui deve avere una visione di lungo periodo. Io sono un calciatore, penso solo all’Inter e pretendo il massimo da me come dai miei compagni. Se metti in campo tutto quello che hai arriva anche la prestazione, che poi è la base dei risultati positivi. Non è legge, ma in genere i punti arrivano quando giochi bene. E contro una squadra di campioni qual è l’Inter servirà un Toro attento, determinato, cattivo. Un bel Toro, insomma. Cosa temo di Milito? L’imprevedibilità. In area di rigore è un falco, impressiona la capacità di farsi trovare sempre al posto giusto. Se gli concedi un minimo spazio ti fa male. Molto male. Cassano? Gli sono affezionato e penso che il sentimento sia reciproco. Quando ci incrociamo sui campi ci salutiamo con calore. Come si fa a Bari, insomma. Una città alla quale ho imparato a voler bene. Figurarsi Cassano che a Bari è nato. Quando ero il portiere biancorosso e incrociavamo una squadra in cui giocava Antonio, i saluti alla sua ex squadra non finivano mai. Abbracciava tutti, aveva una battuta per ognuno, dai compagni ai massaggiatori. È ancora un giocatore molto importante. Sa inventare, mette i compagni davanti alla porta con un tocco, in una parola è un genio del pallone. Ha un talento tale per cui saprà rimandare a lungo la sua fase calante.“