2012
Torino, Grasso: “La7? Gran colpo di Cairo”
TORINO CAIRO GRASSO – Noto giornalista e critico tv, Aldo Grasso è anche un tifoso del Torino. Intervistato da Tuttosport, ha commentato la volontà del patron granata Cairo di acquistare l’emittente televisiva La7 e le possibili ripercussioni di tale investimento sul club piemontese.
Aldro Grasso, dal suo osservatorio privilegiato di super esperto tv e grande tifoso del Torino, cosa pensa della volontà di Urbano Cairo di acquistare La7 per cui ha realizzato un’offerta?
«Dunque, cominciamo con il dire che Cairo, con La7, ha fatto il colpo della sua vita, nel senso che ha rischiato e gli è andata benissimo. Il nodo di tutto sta nel fatto che anni fa, quando La7 faceva pochissimi ascolti, Cairo prese la raccolta pubblicitaria per l’emittente proponendo un minimo garantito. L’accordo prevedeva che buona parte del resto degli introiti eccedenti finisse proprio nelle sue casse, mi pare sino al 2019. Ora bisogna dire che è stato un azzardo, molto importante, ma ci ha visto lungo. Fece il contratto quando non c’era ancora Mentana, gli ascolti poi sono aumentati, la raccolta della pubblicità è andata bene e l’unico che ci guadagna in questo momento a La 7 è proprio lui, Cairo. Quindi bisogna dire che da un punto di vista professionale è stato molto abile e bravo. Colpi del genere con il Torino non ne ha ancora fatti, ma speriamo che prima o poi gli riescano».
Come vede il matrimonio tra La7 e Cairo?
«Sarei molto curioso. Ora La7 ha fama di essere un po’ snob, per un pubblico non molto numeroso mentre lui, come linea editoriale nelle sue pubblicazioni, adotta una linea ultra popolare, spesso trash, per cui è difficile immaginare cosa potrebbe succedere. In realtà realizzerebbe il sogno della sua vita. Da sempre ha come modello di comportamento e industriale di riferimento Berlusconi, di cui è stato segretario ai tempi doro di Mediaset quando si chiamava ancora Fininvest. Così avrebbe una rete tv, riviste, una squadra di calcio e gli auguro poi di non fare le cose poco eleganti del patron rossonero… Ma soprattutto spero che non si dimentichi del Torino».
Potrebbero esserci dei riverberi positivi per il Toro qualora l’operazione La7 andasse in porto?
«Non so, penso che le amichevoli d’estate invece di vederle su Sportitalia le vedremmo su La7 e mi sembra già un passo avanti, ma non so. Certo che come immagine, in generale, potrebbe beneficiarne anche il Torino. Ma allargando così considerevolmente il suo raggio d’azione, Cairo dovrebbe mettersi in testa la necessità di delegare molto di più. Secondo me il guaio principale del Torino in questi anni è stato questo, il presidente non si è mai fidato di altri se non di se stesso. Appena acquistò il Toro, gli raccomandai di prendere Renato Zaccarelli nelle vesti di direttore generale ma non ci fu verso. Nel calcio chi possiede club ha paura che gli ex calciatori possano oscurare la loro fama o celebrità. E successo al Milan con Rivera e recentemente alla Juventus con Del Piero. Ripeto, se Cairo dovesse allargare il raggio d’azione allora dovrebbe delegare a gente competente e di fiducia la gestione del Toro. Cairo per bravo che sia, vive pure lui giornate di 24 ore».
Soddisfatto del Torino in queste 7 partite?
«Io da sempre col Toro temo sempre il peggio per cui a parte l’incidente della partita con il Cagliari, dove già dai primi tre minuti ho capito come sarebbe andata a finire, cioè in maniera storta, più di così in generale non si poteva sperare. Diciamo grazie a Ventura, ha messo insieme un qualcosa che si può davvero definire squadra. Ed era da un po’ che al Toro non si vedeva».
Torniamo alla tv, che stato di salute attraversa e secondo lei La7 può continuare con questi risultati?
«La salute della tv non è buona, come tutti i media, sono calate del 40% le inserzioni pubblicitarie, Rai e Mediaset sono in seria difficoltà a far quadrare i conti e programmare il nuovo. La 7 va bene come ascolti ma i conti non sono favorevoli, accumula debiti. Se la prendesse Cairo, sono sicuro che ne cambierebbe completamente il palinsesto».
A inizio novembre sono attese le prime riprese del film su Gigi Meroni che la Rai trasmetterà.
«Purtroppo tutto quello che si è occupato delle vite dei grandi sportivi è stato di rara modestia, anche il film sul Grande Torino. L’altra sera ho visto una puntata di La storia siamo noi su Meroni. In studio c’era Enrico Deaglio, allora studente di medicina al Mauriziano che si trovò nellospedale in cui arrivò Meroni dopo l’incidente. A un certo punto si è commosso nel ricordo. Non riusciva ad andare avanti per le lacrime: ecco il modo giusto per ricordare. L’autenticità».
L’ultima straordinaria impresa sportiva, il salto nel vuoto da 39 mila metri firmato da Baumgartmer, è stato visto in diretta web da oltre 7 milioni di persone. Il web soppianterà la tv?
«Ora la forza della tv generalista è alta. Basta vedere il fallimento dell’operazione Santoro, i numeri sono stati modesti. Quando la generazione che ora ha 20 anni, ne avrà 40, sarà diverso. Il futuro è l’integrazione tv-web».