Udinese, Giaretta: «Non siamo allo sbando» - Calcio News 24
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2015

Udinese, Giaretta: «Non siamo allo sbando»

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giaretta ifa

Il d.s. difende la squadra di Colantuono dopo il ko

A mani vuote dopo la partita contro la Lazio, l’Udinese resta fiduciosa. Lo testimoniano le parole del direttore sportivo Cristiano Giaretta: «Nel primo tempo la prestazione è stata discreta: abbiamo creato un’occasione da gol con Adnan. Peccato per quel secondo tempo: il gol ha spostato gli equilibri, perché nove volte su dieci su un campo pesante come quello finisce in parità e invece abbiamo commesso degli errori. La squadra comunque ha una sua organizzazione, non è allo sbando. Ci siamo comportati bene, bisogna andare avanti senza perdere serenità e certezze. Kone? Non facciamoci influenzare da errori e risultati, perché aveva fatto una signora partita fino a quell’errore. Ora ripartiamo», ha dichiarato il dirigente bianconero ai microfoni di Udinese Channel.

LA SORPRESA – Giaretta ha parlato poi di una lieta scoperta, Adnan: «L’incognita di un calciatore che arriva da lontano non è tecnica, ma riguarda l’impatto caratteriale con il nostro calcio e la nostra cultura. Lui si è integrato in maniera eccellente: è un ragazzo intelligente, sta imparando la lingua e si è già affermato tra i più importanti terzini sinistri del nostro campionato».

LE MAGLIE – Durante la presentazione di HS Football, un portale che spinge i valori positivi dello sport, Giaretta ha rievocato alcuni ricordi legati alle maglie: «Io ne custodisco due in maniera affettiva: una è quella di Rumenigge, che a fine partita, nonostante gli avessi fatto molti falli in un’amichevole, si è comportato con me come un signore. L’altra è quella con il figlio di Ciccio Graziani nello spareggio tra Monza e Mantova. Venimmo espulsi dopo un’ora di gioco e fu un bel gesto di riconciliazione scambiarci la maglia, o quello che ne era rimasto. Mantenere vivo l’ideale della maglia significa rinverdire il ricordo della storia di un club centenario come il nostro. E’ bello pensare a quanti risvolti ci siano dietro a una maglia. Dalla sentenza Bosman abbiamo sempre più difficoltà a vedere delle bandiere, ma anche questo è un concetto molto importante nel calcio, che ha bisogno e necessità di vivere delle passioni e dei ricordi».