2015
Uva: «Club italiani troppo legati ai diritti tv»
Il direttore generale della Figc ha parlato questa mattina dei piani della Federazione
«Siamo al quinto anno in cui presentiamo questo rapporto sul calcio italiano. Il numero è molto ricco, il calcio professionistico è ancora in crescita di fatturato, nonostante ci sia una crescita economica non positiva in Italia. Il calcio italiano è tra le prime dieci industrie italiane, ed è quindi un grande veicolo finanziario», commenta così Michele Uva, direttore generale della Figc, i dati che vedono il calcio italiano in crescita ai microfoni di Radio Anch’Io Sport. Uva ha proseguito, parlando dei piani della Federcalcio.
DIRITTI TV – Uva ha proseguito, parlando dei diritti tv, ancora una fetta di torta troppo grossa nella voce entrate delle società di calcio: «Rispetto agli altri Paesi, siamo legati ai diritti tv. Le plusvalenze, col trading sui giocatori, rappresentano un aspetto positivo, e stiamo diventando un Paese formatore, rispetto a 12 anni fa quando compravamo soltanto. Bisogna sviluppare le due aree principali, l’impiantistica sportivo e l’internazionalizzazione del brand delle grandi squadre ma anche delle medie, attorno ad un progetto comune che deve essere fatto dalle Leghe».
IL BILANCIO – Poi sulla crescita del calcio italiano, Uva si è espresso così: «Il trend è ancora su una non sufficiente riduzione dei costi. La Federazione sta facendo delle riforme: le nuove norme, le riforme dei campionati giovanili. Il nuovo pacchetto porterà a medio termine dei risultati di sostenibilità molto molto importanti. Queste norme sono stati fatti negli ultimi sei mesi, ma gli effetti si vedranno tra tre o quattro anni. Il mecenatismo è intanto terminato».