El Pibe de Horror - 10 presunti eredi di Maradona - Calcio News 24
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2014

El Pibe de Horror – 10 presunti eredi di Maradona

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D’Alessandro, Ortega, Marinelli e altri ancora, i paragoni col Diez si sprecano: ecco 10 presunti eredi di Maradona

Come Diego Armando Maradona non c’è nessuno, e forse non ci sarà mai nella storia del calcio qualcuno in grado di essere come El Pibe de Oro. Maradona ha rilanciato l’Argentina e il calcio argentino, è stato l’ultimo a sollevare la coppa del mondo con la albiceleste e addirittura gli hanno dedicato una religione, ma El Diez ha pure gettato involontariamente una maledizione sul futbol argentino e non solo. Dato che i media da sempre sono inclini alle similitudini, ogni giocatori emerso dopo Maradona – dapprima in Argentina e poi nel resto del mondo – doveva essere il suo erede. Chi è che c’è riuscito? Tolto Messi nessuno, anche se i paragoni in questi termini sono abbastanza improbabili. Quanti “nuovi Maradona” sono venuti fuori negli ultimi anni? Quante volte si è sentito dire “il Maradona del Bosforo”, “il Maradona della Valdinievole”, “il Maradona di via Gramsci”? Abbiamo provato a selezionare 10 presunti eredi di Maradona che non si sono rivelati poi tali, ve li proponiamo in ordine alfabetico.

PABLO AIMAR, IL NUOVO MARADONAPablo Aimar, trequartista argentino classe 1979, è un po’ come le chiavi di casa: quando pensi di essertele scordate chissà dove, metti una mano in tasca e le trovi. E’ ancora attivo, sebbene sia svincolato, ma è emerso talmente presto che ce lo immaginavamo su una poltrona a raccontare la sua esperienza a Valencia ai nipoti. Ha esordito nel River a 16 anni, poi ValenciaZaragozaBenfica e infine qualche partitella in Malesia. Dopo una prima parte di carriera su buoni livelli (ha vissuto gli anni migliori del Valencia) si è eclissato, colpa anche di numerosi infortuni.

EMRE BELOZOGLU, IL MARADONA DEL BOSFORO – L’Inter è l’unica società che in cinque anni è passata da far giocare Belozoglu a vincere in una stagione tre coppe differenti. Emre, soprannominato da piccolo Maradona del Bosforo, del Pibe de Oro non aveva praticamente niente. Baricentro basso, questo sì, ma allora anche Giancarlo Magalli potrebbe vestire la 10 dell’Argentina seguendo questo ragionamento. Gioca ancora nel Fenerbahce e in Turchia ha mostrato le cose migliori, in Italia di lui si ricordano 2 gol alla Lazio e tanti errori. Maradona dovrebbe querelare chi lo paragona a Emre invece di Gene Gnocchi.

ANDRES D’ALESSANDRO, IL MARADONA DI PORTO ALEGREAndres D’Alessandro è forse quello che a Maradona è stato paragonato con più vigore, ancor più che Lionel Messi. Lo stesso Pibe de Oro spese parole importanti per lui quando giocava nel River ma poi passò al Wolfsburg – nonostante le avance delle big europee tra cui la Juventus – e fece registrare più gialli che gol. Adesso è all’Internacional in Brasile dove lo chiamano Maradona di Porto Alegre, ma di lui si ricordano i due anni in coppia con Aimar al Zaragoza: una lotta all’ultimo sangue per l’eredità di Diego. Non vinse nessuno, ovviamente.

MARCELO GALLARDO, IL BAMBOLOTTO DI MARADONA – Lo chiamavano El Muñeco, che in italiano si potrebbe tradurre con “il bambolotto” e converrete che come nickname ne poteva avere di migliori. Nato trequartista, Gallardo è il nuovo Maradona che ha giocato più indietro di tutti, visto che si è dimostrato malleabile tatticamente e si è spostato a centrocampo nell’esperienza francese tra Monaco e PSG. Carriera di tutto rispetto, ma non si è mai scrollato realmente di dosso l’etichetta di nuovo Diego che lo ha preceduto fin dalle giovanili nel River Plate.

VASSILIS HATZIPANAGIS, IL MARADONA GRECO – Hatzipa-che? Vassilis Hatzipanagis, nato in URSS ma di passaporto greco, è stata la risposta ellenica al fenomeno argentino. Tra i Settanta e gli Ottanta infatti nell’Iraklis di Salonicco giocava questo talentuoso capellone dal sinistro educatissimo che ubriacava di finte gli avversari. Non è molto conosciuto al di fuori dei confini nazionali ma in patria era davvero un’arma in più. Curioso come venga ricordato come il Maradona greco quando in realtà ha ben sei anni in più dell’ex giocatore del Barcellona.

DIEGO LATORRE, IL NUOVO DIEGO – Il primo erede di Maradona in ordine cronologico fu Diego Latorre, mezza punta porteña classe 1969. Venne fuori nella generazione subito successiva al Diez, aveva un fisico simile e una buona tecnica ma soprattutto aveva esordito nel Boca Juniors, certificato di qualità garantita. I paragoni con el Pibe si sprecarono fin da subito e arrivò nel 1992 alla Fiorentina con un macigno enorme sulle spalle: due gare incolore e ciao ciao Latorre, rispedito al Tenerife e poi in pellegrinaggio tra Centro e Sudamerica. E pensare che a Firenze ne”estate ’92 venne considerato più di Batistuta

CARLOS MARINELLI, IL MARADONA DEL BORO – Quando il Torino prese Carlos Marinelli dal Middlesbrough, i tifosi granata impazzirono di gioia. La fama di nuovo Maradona che da anni lo accompagnava ebbe la meglio sulle reali doti tecniche del povero Carlos: tanto fumo e poco arrosto, anche per via di una svogliatezza colossale e di un carattere più incline al bar sport che alla Serie A. Il Boro addirittura pagò quasi due milioni di sterline per prenderlo 17enne dal Boca Juniors, ora Marinelli arriva da una parentesi nel prestigioso campionato magiaro. Di Maradona ha solo il tatuaggio su un braccio.

ROBERTO MERINO, IL MARADONA DELLE ANDERoberto Merino ha condiviso con Maradona la permanenza in Campania: Diego a Napoli, Roberto alla Salernitana e alla Nocerina. Piccolo di statura ma guizzante, Merino dava l’impressione di poter fare qualsiasi cosa col pallone tra i piedi, peccato per quella testa un po’ particolare. Nato in Perù, il soprannome Maradona delle Ande è stato un marchio di fabbrica fin dal primo tocco di palla. Non ha avuto una carriera da fuoriclasse ma di lui si ricordano un gol straordinario da 40 metri all’Albinoleffe e alcune finte particolarmente irritanti.

ARIEL ORTEGA, L’ASINELLO DI MARADONA – In Sudamerica i soprannomi sono una carta d’identità e se ti chiamano Burrito (asinello) forse c’è qualcosa che non va. Ortega era un argentino normotipo degli anni ’90: cresciuto all’ombra di Maradona, aveva capelli lunghi e mossi sostenuti da una fascetta, un’andamento lento e una buona qualità palla al piede. In Italia tra Sampdoria e Parma non ha entusiasmato come ai tempi del River Plate e adesso, con una pancia non proprio da calciatore, si destreggia tra qualche pinta di birra di troppo e tanti rimpianti per il gran calciatore che poteva essere. Poteva andare meglio.

YOHANDRY OROZCO, IL MARADONA VENEZUELANO – Se siete direttori sportivi e volete vendere un calciatore, bussate alla porta del Wolsfsburg e dite al ds tedesco che avete in rosa Il nuovo Maradona, ci cascano sempre. Dopo D’Alessandro i tedeschi si sono presi pure El Pibe de Venezuela, vale a dire il semisconosciuto Yohandry Orozco. Classe 1991, Orozco in patria veniva improvvidamente paragonato all’ex 10 del Napoli, poi è stato preso dal Wolfsburg e lì si è vista la sua vera natura di scaldapanchina. Più che un erede di Maradona, Orozco è uno di quei presunti fenomeni da Football Manager.