Esclusiva, On. Sisto: "Il nome di Bari e del Bari è stato infangato, ecco cosa chiediamo noi di Maglia biancorossa" - Calcio News 24
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2012

Esclusiva, On. Sisto: “Il nome di Bari e del Bari è stato infangato, ecco cosa chiediamo noi di Maglia biancorossa”

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E’ passato circa un mese da quando l’associazione ‘Maglia biancorossa’ ha deciso di querelare l’ex capitano del Bari Antonio Bellavista, coinvolto nell’ambito delle indagini sul calcioscommesse. Per conoscere meglio le finalità di questa iniziativa ed approfondire il tema scommessopoli, la redazione di CalcioNews24.com ha intervistato in esclusiva l’Onorevole Francesco Paolo Sisto, avvocato dell’associazione.

 

Come è nata l’associazione ‘Maglia biancorossa’?

Nasce da un comune sentire: la città è stata fortemente ferita e lacerata così come la squadra. Lo stadio è il luogo dove la città si incontra più che in altri momenti, l’emotività mette insieme tante persone più che in occasione di altri eventi. Questo ha indotto una serie di ex calciatori capitanati da Mimmo Magistro a pensare a questa iniziativa, che vuole rievocare la necessità di tenere questi colori puliti rispetto a chi ha cercato di inzozzarli e ci è anche riuscito. Rivendichiamo la pulizia della città e della società. La nostra associazione riunisce ex giocatori di tutte le epoche e tifosi, abbonati sia allo stadio sia alle televisioni a pagamento; i primi hanno avuto un danno di immagine, i secondi hanno pagato non per vedere partite con risultato precostituito. Ci proponiamo due obiettivi: costituirci persona offesa e rivendicare il diritto di risarcimento del danno. Abbiamo presentato querela nei confronti di Antonio Bellavista che ha mosso un’accusa che colpisce tutti quelli che nel Bari hanno giocato, cioè quella secondo cui nel Bari vendere le partite sarebbe stata una consuetudine. Oltre allo scopo giudiziario nei processi penali di Bari e Cremona, c’è anche la necessità di rivedere il tema della responsabilità oggettiva: ormai un calciatore può truccare delle partite anche via internet, come può una società controllare per queste condotte sofisticatissime? Se la società ne era a conoscenza allora dovrà rispondere, ma in mancanza di un briciolo di chance di controllare certe condotte…”.

 

Davvero tutti sapevano che il Bari lo scorso anno ha venduto mezzo campionato?

Come dice Oscar Wilde: tutte le generalizzazioni sono sbagliate, anche questa. Bisogna esaminare caso per caso, andare avanti step by step. Anche la sola connivenza può essere idonea ad essere soggetta alla giustizia sportiva che deve essere più severa nell’individuazione delle responsabilità: non basta non fare, ma bisogna cercare di bloccare questi atteggiamenti omissivi. Dire che tutto questo si sapeva mi sembra inesatto e non credo sia vero; molti calciatori hanno protestato e anche vivacemente con i colleghi senza che la società ne fosse a conoscenza”.

 

Onorevole, i tifosi vogliono sapere: cosa rischia l’AS Bari?

Se fosse provata l’omissione colpevole o l’omessa denuncia, la società Bari può andare incontro a sanzione ma, a pensar male, si tratterà di una penalizzazione. Non mi sembra che il Bari possa preoccuparsi più di tanto rispetto ad altri club”.

 

A fine stagione dobbiamo aspettarci classifiche rivoluzionate?

C’è bisogno di valutare a poco a poco, ma sono sincero: quello che si percepisce è che il rischio di modifica del risultato sportivo ci sia tutto. Non si può ignorare che prendere soldi per truccare una partita – fotografia di quello che è successo – costituisce un illecito sportivo gravissimo. L’autorete di Andrea Masiello nel derby del 15 maggio dello scorso anno è il modello inespugnabile di negatività; non è possibile fare di peggio in un derby Bari-Lecce, è come un suicidio-omicidio, non tanto per la rivalità ma perché un derby viene vissuto dalla gente in maniera particolarmente sentita. Basterebbe fare questa riflessione, non siamo lontani da forme di colpa cosciente, una colpa grave. Credo che nessuno si renda conto che il fatto penale shakerato con quello sportivo renda più grave l’uno e l’altro”.