Il Napoli e le quattro sberle che non fanno notizia - Calcio News 24
Connettiti con noi

2015

Il Napoli e le quattro sberle che non fanno notizia

Pubblicato

su

La caduta di Empoli in linea con l’andamento della squadra: una normalità che spaventa. Napoli e Benitez, ecco presente e futuro

E’ un tonfo che fa rumore. O forse no. Il Napoli crolla ad Empoli ben oltre il già mortificante risultato di 4-2 e vede nuovamente allontanarsi le romane – entrambe vittoriose, rispettivamente contro Parma e Sassuolo – nella corsa per un posto al sole della prossima Champions League: prestazione inqualificabile degli uomini di Benitez che centrano la quinta sconfitta nelle ultime sei trasferte di campionato.

RUMORE DI FONDO – Sì, qualcosa si sente ma non è una caduta che lascia chissà quanto stupefatti: questo Napoli ha oramai abituato ad un andamento del genere, alterna prestazioni di spessore qualitativo a tonfi assolutamente non in linea con il valore dell’organico. Non ha continuità perché non può averla: Rafa Benitez ha i suoi meriti nell’aver costruito una squadra propositiva in grado di spingersi fino alle semifinali di Europa League con discrete possibilità di centrare la finalissima di Varsavia, ha trovato la via – salvo prova contraria – per accedere ai libri di storia partenopea ma non viene a capo della parola equilibrio. E non regge la scusa delle lacune della rosa: questo Napoli subisce imbarcate da realtà che guadagnano complessivamente quanto due o tre calciatori azzurri e nei due anni della gestione Benitez in tal senso non è stato registrato alcun miglioramento.

ESTATE DA HORROR – E considerando la totale sinergia tra il direttore sportivo Riccardo Bigon e l’allenatore spagnolo la responsabilità è da ripartire tra tutte le componenti gestionali: da chi ha messo a disposizione un budget ridotto a chi questo budget lo ha di fatto sperperato. Partiamo dalla spina centrale: inspiegabile non fornirsi di un portiere e perdere quel Reina per quattro soldi, la scelta di puntare su Rafael – peraltro reduce da un pesante infortunio al legamento crociato – è stata oggettivamente fallimentare. Il buon Andujar evidentemente soluzione disperata. Ennesima prestazione da brividi per Koulibaly: inadeguato e poco umile, si accorge di essere in difficoltà ma continua a chiedere troppo ai suoi scarsi mezzi. Gli otto milioni investiti per prelevarne il cartellino risultano davvero un mistero. Appena sufficienti David Lopez e De Guzman, nonostante si comprenda poco quale sia la loro effettiva considerazione da parte del tecnico. E che dire di Michu, comprato rotto e ritrovato… rotto.

NAPOLI LEGATO ALLA CHAMPIONS – Lo ha urlato a chiare lettere il presidente Aurelio De Laurentiis: con gli introiti derivanti dalla partecipazione alla Champions League è possibile trattenere i migliori pezzi a disposizione della rosa ed integrarli con quei necessari miglioramenti che servono per adeguare la struttura della squadra, altrimenti – senza i fondi – si rischia di imboccare la via del ridimensionamento. Ne è segnale evidente proprio la scorsa estate a cui si è fatto riferimento: si è scelto di aspettare la qualificazione, convinti o meglio speranzosi di avere la meglio sull’Athletic Bilbao, ci si è ritrovati senza soldi e senza idee. Perché è una questione di soldi, vero, ma anche di idee se qualcuno con i milioni con cui hai preso Koulibaly si assicura De Vrij. E se tutta quell’organizzazione che manca la puoi ritrovare in un avversario – il piccolo Empoli – che guadagna quanto un paio di tuoi giocatori. Il futuro dipende dal presente ed il presente si traduce in una grande opportunità: riportare un trofeo internazionale a Napoli. In quella bacheca che in tal senso piange dai tempi di Maradona e che può arricchirsi ora: l’auspicio è che tutti i rumori, forti o contenuti, non condizionino l’attualità. Che può essere gloria del presente e stabilità del futuro.