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Walter Mazzarri è il nuovo allenatore del Watford di Pozzo: ripartenza

Watford, contea di Hertfordshire, Inghilterra dell’est. Scorre il fiume Colne, che sfocia nel più celebre Tamigi: una punta di umidità dunque è da mettere in conto. Si riscontra però anche una significativa piovosità, fattore che – considerati gli ultimi passi dell’esperienza nerazzurra di Walter Mazzarri e quell’oramai proverbiale “poi ha cominciato a piovere” nel post Inter-Verona – potrebbe arrecare non poco fastidio al nuovo tecnico degli Hornets.

MAGO WALTER RIPARTE – Ovviamente si scherza: basta un pizzico di ironia al nostro Mazzarri, qualora capitasse su queste pagine, per farsi un sorriso e non sentirsi particolarmente pungolato. Questione di carattere, di essere in grado di farsi scivolare il mondo addosso, di sorvolare: limiti – quelli di non riuscire nell’intento – più volte ricordati dai suoi detrattori in seno alla meritevolezza o meno di sedere sulla panchina di una big. Il mago Walter – come qualcuno lo appellò a Napoli, lì dove plasmò una squadra i cui risultati erano ben superiori alla somma dei singoli, in altre parole valorizzò come riuscito a pochi altri, ricordare i vari Aronica, Pazienza, Dossena e via discorrendo – ora riparte: la notizia era nell’aria, l’ufficialità è arrivata. La panchina quella del Watford, dopo una parentesi nerazzurra che lo ha particolarmente segnato.

COSA TROVA – Una squadra che aveva avviato la sua Premier League da potenziale sorpresa del torneo ma che si è persa al giro di boa: Watford ottavo al termine del girone d’andata con 29 punti (a sei dalla zona Champions per intenderci), ma che ha rovinato tutto con un girone di ritorno da appena 16 punti. Passando dalla media di 1.53 punti a partita a quella di 0.84, che spalmata sull’intero campionato non avrebbe reso neanche la salvezza (32 punti). Il Watford ha poi chiuso al tredicesimo posto della classifica: risultato che ci sta tutto considerata la base di partenza – il club della famiglia Pozzo appena promosso in Premier League – ma che lascia quella punta d’amaro in bocca per come si erano delineati gli scenari. Ad ogni modo il lavoro di Quique Sanchez Flores è da ritenersi positivo: all’organico mancano valori individuali di spessore, eppure nel torneo complessivamente più competitivo del pianeta il Watford ha saputo ritagliarsi il suo spazio e vivere un finale assolutamente tranquillo.

SCELTA GIUSTA? – Ovviamente difficile dirlo ora. La traiettoria del tecnico di San Vincenzo apparirebbe in discesa: la scalata fino a Napoli ed Inter (le tre strisciate del nord da sempre ritenute da Mazzarri un punto di arrivo, un traguardo per la sua carriera), lo status attuale del Watford non può essere ritenuto a queste altezze. La scelta ha dunque tutto il sapore della ripartenza: onore dunque al coraggio di rimettersi in gioco in un club non elitario ed in un campionato che non lascia scampo ad eventuali debolezze. Mazzarri riparte dall’Inghilterra: avrà studiato l’inglese al puntino per dimostrare ai suoi critici che avrebbe potuto dialogare con Thohir alla pari di quanto riesce all’internazionale Mancini, trova altri tre allenatori italiani – Ranieri al Leicester, Conte al Chelsea e Guidolin allo Swansea City – a dimostrazione di un’evidenza. Il made in Italy, nell’organizzazione tattica e nel forgiare un carattere, è apprezzato in tutto il mondo. Chiederà programmazione: Walter Mazzarri in tal senso è garanzia. Poi prenderà gli elementi, li mescolerà e tirerà fuori qualcosa di più: (Inter a parte, questo resta) lo racconta la sua storia.