2014
Zeman: «Serve tempo per le mie idee»
Il tecnico boemo sulla vittoria: «Ho visto il calcio che vorrei»
CAGLIARI ZEMAN – Il Cagliari è sempre stato suo sin dal suo insediamento, ma ora sta cominciando ad esprimerne i caratteri e la filosofia. Lo sa bene Zdenek Zeman, che, nonostante la goleada sull’Inter, ha chiesto tempo: «Serve per trasmettere le mie idee e soprattutto per dare corso al progetto sul quale stiamo lavorando. A Milano ho visto il gioco che mi piacerebbe ammirare sempre. I concetti del mio calcio sono sempre gli stessi. Al limite, con il tempo cerco di modificare qualcosa nelle esercitazioni e nei metodi di allenamento, per migliorare certi aspetti oppure per mantenere determinati livelli. Devo adoperarmi per esaltare le caratteristiche dei vari giocatori. In questo gruppo ci sono doti evidenti da valorizzare e altre più nascoste da tirare fuori meglio», ha dichiarato il tecnico boemo ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.
CAMBIO DI MENTALITA’ – Zeman ha poi provato a spiegare la crescita che si aspetta dalla sua squadra, che deve cambiare innanzitutto sotto il profilo mentale: «Per certi versi, sembra una creatura lontana dalle mie idee. Ma solo perché ho preso in mano un Cagliari che era abituato a difendersi per evitare di essere infilato dalle ripartenze avversarie. Il Cagliari arriverà a giocare il mio solito calcio. Riflettendo sulla prestazione di Milano, i giocatori prenderanno ancora più coscienza dell’efficacia del lavoro che svolgiamo da due mesi e mezzo. Tocca a me il compito di accorciare la squadra in avanti, mentre molti miei colleghi puntano ad accorciarla all’indietro».
SQUADRA, NON SINGOLO – Infine, Zeman ha snobbato le domande sulla rinuncia a Daniele Conti, preferendo ragionare di squadra, anziché concentrarsi sui singoli e poi lancia una provocazione delle sue: «Avremmo registrato progressi magari anche se avesse giocato Conti. Io penso di squadra, i ragazzi devono muoversi di squadra. Ma adesso posso fare io una domanda? Se il Cagliari sembra più bloccato e più equilibrato rispetto ad altre mie formazioni, come mai prima del successo a Milano tutti evidenziavano che i gol subìti erano tipici delle mie squadre? Eppure, avevamo incassato reti anche da calcio d’angolo o da punizione…».
IN TV – Zeman ha parlato anche ai microfoni di Mediaset per la trasmissione “Tiki-Taka”, partendo dal classico riferimento alla Juventus: «Io non ce l’ho con loro. Io sono nato juventino per via di mio zio. Dovete distinguere tra la Juventus e chi ha fatto male al calcio italiano, l’avrei fatto anche se fosse stato il Milan. Per voi Calciopoli e farmaci non esistono». Poi passa agli applausi di San Siro: «A me piace. Già due anni fa con la Roma ho ricevuto una grande accoglienza con uno striscione. Sono felice che la gente di Milano capisca e faccia i complimenti a chi gioca bene a calcio». E sulla preparazione: «Fin da piccolo ho capito che il calcio è sport di movimento e bisogna allenarsi al movimento. Sono fortunato, ho trovato un gruppo di ragazzi che non si è mai lamentato e si stanno prendendo delle soddisfazioni, spero sia solo la prima. Ci vuole tanto sacrificio, noi ci siamo allenati anche oggi». E su Ibarbo e l’esonero a Roma: «È un giocatore con delle doti fisiche e atletiche superiori alla media. Purtroppo è ancora un giocatore naïf, nel senso che c’è e non c’è, si inventa qualcosa. Se trova voglia se trova incentivi renderà tanto. L’esonero a Roma? Non siamo stati sulle stesse linee di pensiero. C’è stato qualche problema nell’insieme».