2014
CN24, il pagellone di mercato: Lazio
Alla Lazio voto 6.5: manca il secondo centrale
SERIE A CALCIOMERCATO LAZIO PAGELLONE – In palio l’amore dei tifosi: quello di fatto perso nella scorsa stagione, con la platea biancoceleste che ha a malincuore scelto di abbandonare la squadra perché in netta contrapposizione con le scelte societarie. Il deludente campionato della Lazio – nona e fuori dalle Coppe – ha fatto il resto: tradotto, c’era bisogno della svolta. Di un’inversione di tendenza chiara, riconoscibile, inequivocabile: è arrivata? Sì. Forse parziale, non totale, ma qualcosa si è mosso. Nella capitale sponda biancoceleste sono arrivati i vari De Vrij, Gentiletti, Basta, lo svincolato Braafheid, Parolo e Djordjevic a rinforzare un organico necessitante di linfa nuova: l’idea poi è anche quella – considerando gli eccellenti risultati raggiunti dal settore giovanile nelle recenti annate – di innestare i migliori elementi del vivaio (Tounkara e Cataldi su tutti, sono invece andati in prestito a maturare Lombardi, Minala, Crecco e Filippini) in modo tale da plasmare un interessante mix di esperienza e gioventù. Toccherà alla meticolosa opera di Stefano Pioli trovare gli ingredienti giusti per produrre un piatto che sia toccasana per i palati ma soprattutto redditizio in termini di risultato.
IL MIGLIOR ACQUISTO – Senza alcun dubbio Stefan De Vrij. Chi ha seguito attentamente le dinamiche di Brasile 2014 si è potuto accorgere delle qualità di questo difensore olandese classe ’92: partito male contro la Spagna – autore del fallo da rigore su Diego Costa, un po’ come è accaduto in avvio di campionato a San Siro sul campo del Milan – non si è perso d’animo sfoggiando poi prestazioni maiuscole una dopo l’altra fino all’exploit della partita perfetta in semifinale con l’Argentina. Le caratteristiche essenziali: personalità, ottimi fondamentali tecnici ed atletici, visione d’insieme a testa sempre alta. Può crescere in termini strettamente di marcatura ma è logico che sia così: a soli 22 anni è raro trovarsi al cospetto del difensore perfetto ed il campionato italiano non può fare altro che completarlo. A patto che i soliti soloni non lo abbiano già bocciato dopo una lecita uscita infelice.
LA PEGGIOR CESSIONE – La Lazio ha di fatto ceduto poco e nulla, dunque risulta complesso addebitare qualcosa sotto tale profilo: giustissimi peraltro i saluti a Biava e Dias, storica coppia centrale oramai troppo datata per conservare standard di rendimento accettabili. Ecco, se proprio vogliamo discutere di eventuali errori in capitolo cessione il tema forte sul piatto dell’intero movimento calcistico italiano è ora l’argomento giovani: gli esempi internazionali raccontano di come debba essere concessa fiducia ai migliori interpreti dei vivai sia per formarsi un capitale in casa propria che per riattivare il percorso di formazione/maturazione in chiave nazionale. Bene, la Lazio campione Primavera nella stagione 2012-13 e vincitrice della Coppa Italia di categoria nella recente annata qualcosa in più forse avrebbe potuto osare. Con riferimento ai già indicati prospetti mandati a crescere nella periferia calcistica.
LA POSSIBILE SORPRESA – Filip Djordjevic. In quel che si annuncia il ballottaggio perpetuo della stagione biancoceleste con Miroslav Klose è logico ipotizzare come il serbo possa ricoprire in più di un’occasione il ruolo di centravanti della batteria di Stefano Pioli. Classe 1987, un passato consistente nella seconda divisione francese che a prescindere dai numeri non deporrebbe in suo favore, nella prima vera stagione disputata nella massima serie con la maglia del Nantes ha però messo in mostra discrete qualità: non ha segnato molto, dodici gol tra campionato e coppa di lega, ma ha convinto gli addetti ai lavori di poter sopravvivere a determinati livelli. Prelevato a parametro zero, può rappresentare una freccia nell’arco delle opzioni del tecnico ma è una scommessa tutta da vivere e valutare.
VOTO 6.5 – Sulla carta ci sarebbe potuto stare anche mezzo punto in più ma la società non ha innestato il tanto atteso e necessario secondo centrale difensivo di certa e garantita affidabilità: perso Astori, il profilo giusto messo nel mirino, la Lazio è rimasta con il classico cerino in mano senza trovare la giusta reattività per convergere su un nuovo obiettivo. Dal San Lorenzo è arrivato Santiago Juan Gentiletti, ma oggi – non fosse altro per la netta distanza tra gli equilibri del calcio sudamericano ed europeo – è difficile argomentarlo come una certezza. La sensazione forte resta dunque quella di trovarsi di fronte ad una difesa incompleta: potrebbe essere un rimpianto considerando l’indiscutibile valore di un centrocampo solido e completo. Qualcosa manca anche avanti, ma si confida nella definitiva esplosione di Keita Baldè (’95): sarà proprio lo spagnolo l’uomo indicato a sparigliare i piani della banda Pioli e dunque rappresentare il reale valore aggiunto di casa Lazio. Tra un anno i primi responsi.
Oggi giocherebbero così: