2014
La rinascita parte dal binomio Mazzarri – Ausilio
Superati a pieni voti fischi e retaggi del fantasma Branca
LA RINASCITA DI WM – C’è tanto entusiasmo attorno all’Inter di Walter Mazzarri. Ma come mai? Del resto non sono lontani i tempi dei fischi di San Siro per i pareggi interni con Bologna, Sampdoria e Catania, oppure quelli diretti al tecnico di San Vincenzo alla lettura delle formazioni di Inter – Lazio. Ma andiamo per gradi. Dopo la riconferma da parte del nuovo proprietario della società nerazzurra Erick Thohir, Mazzarri sembra aver vissuto un cambiamento, una sorta di rinascita: da comunicatore dalle limitate capacità, WM ha trovato le chiavi giuste per entrare a pieno nel mondo meneghino e Pinzolo lo dimostra. In ritiro infatti l’allenatore, grazie ad alcune sue dichiarazioni («Vedere gli spalti pieni è stata una grande emozione: i tifosi saranno sempre la componente in più per la prossima stagione. Conteremo su di voi quando ci saranno momenti complicati. Io sono carico,sono molto carico») ed un atteggiamento più “interista” (basti pensare al “chi non salti rossonero è” esibito insieme al suo staff), sembra aver riconquistato la piazza, conscio del valore che riveste il calore della tifoseria in un mondo come quello del Biscione.
IL MURO DELLE PROMESSE – Una metamorfosi necessaria, non sarebbe risultato utile a nessuno remare in direzioni diverse. Tutti uniti, con l’intento di riportare l’Inter dove merita, attraverso un lavoro costante ed un gruppo compatto. Quest’ultimo punto è stato ulteriormente rafforzato con il passare delle settimane, basti pensare al “muro delle promesse”: «Noi promettiamo di dare sempre il massimo in campo; di giocare sempre con il cuore; di andare tutti insieme avanti, senza dipendere dal risultato; tutti aiutano tutti; lasciarsi aiutare dal compagno; tutti mettono la propria qualità per la squadra; si vince, si perde, tutti si prendono la responsabilità; i problemi si risolvono insieme; non arrendersi mai», un messaggio di forte identità del gruppo, messaggio di cosa deve essere il calcio e più in generale la vita, come affermato dal nuovo capitano, Andrea Ranocchia. Ed anche qui Mazzarri ha fatto la differenza, ricompattare il gruppo dopo l’addio dei senatori argentini era tutt’altro che semplice.
L’INTUIZIONE AUSILIO – Oltre l’ex allenatore del Napoli, c’è anche un altro addetto ai lavori milanesi che sta stupendo: parliamo di Piero Ausilio. Braccio destro dell’ex diesse Marco Branca, Ausilio è stato promosso, con una intuizione da fuoriclasse, dal tycoon indonesiano come nuovo direttore dell’area tecnica, un salto di qualità che si è guadagnato con il passare degli anni e grazie anche ad alcune operazioni di mercato da sogno: Pandev, Balotelli e Destro da responsabile organizzativo della formazione Primavera, passando per l’intuizione Fabregas (poi passato all’Arsenal e protagonista di una carriera da top player), fino ai giorni nostri.
STRATEGA E GRANDE OSSERVATORE – Sì, perché la rinascita dell’Inter riparte dalle mosse di mercato di Ausilio, abile stratega e grande osservatore; ad oggi, 11 agosto, Mazzarri può contare su quattro nuovi calciatori di ottima caratura (M’Vila, Dodò, Osvaldo e Medel) ed su un campione assoluto (Nemanja Vidic, ex capitano del Manchester United). Ebbene, con i soldi sono bravi tutti, ma è qui che casca l’asino: il buon Piero ha sulle spalle un passivo di “soli” 3,9 milioni di euro, tenendo conto anche del riscatto dal Bologna di Saphir Taider di 2 milioni di euro. Con le uscite secondarie, ovvero quelle di Paramatti (Bologna, 1 milione di euro), Benedetti (Cagliari, 1 milione), Biraghi (Chievo Verona, 300 mila euro per il prestito) e Duncan (Sampdoria, 400 mila euro per il prestito), ha raccolto 2,7 milioni di euro, in attesa di una cessione eccellente, con Guarin e Alvarez come primi indiziati. Ma il vero e proprio miracolo del diesse risiede nei prezzi di acquisto: per Dodò prestito biennale da 1,2 milioni di euro con riscatto obbligatorio a 7,8 milioni, per M’Vila prestito biennale da 2 milioni con riscatto fissato ad 8 milioni nel 2016, mentre per l’ultimo arrivato Medel affare da 8 milioni più 1 di bonus, di cui 3 milioni da pagare subito; per Vidic acquisto a parametro zero, prestito gratuito e riscatto a 7 milioni di euro invece per Osvaldo.
BRANCA CHI? – Un vero top player Ausilio, anche se ora è atteso alla prova del 9: fare due o tre movimenti in uscita e pescare il top player a cifre abbordabili. Superati a pieni voti anche i retaggi del passato, con il fantasma del tanto odiato, da parte del popolo nerazzurro, Marco Branca, protagonista in negativo degli ultimi mercati nerazzurri: Alvaro Pereira, Tommaso Rocchi e tutti gli obiettivi mancati, da Alexis Sanchez a Lucas Moura passando per Casemiro e Destro-bis, sono solo alcuni esempi. L’ex centravanti non è mai riuscito ad entrare nel cuore dei tifosi, complice un rapporto con i media inesistente ed un atteggiamento accentratore, che ha portato all’addio di Lele Oriali, bandiera nerazzurra. Giusto dire che sia stato uno dei protagonisti del Triplete, ma quando si è trattato di fare mercato a bassi costi il buon Branca ha evidenziato limiti tecnici, scegliendo Forlan e Zarate per il post-Eto’o e Palombo in qualità di sostituto di Thiago Motta.
SOGNARE E’ LECITO, MA… – L’entusiasmo estivo del popolo nerazzurro sembra giusto, vista anche l’ottima tournèe americana che ha visto Icardi e compagni ben figurare contro Manchester United, Real Madrid e Roma; attenzione però, i test estivi vanno presi con le pinze, e forse la sconfitta patita ieri contro il modesto Eintracht Francoforte è servita da toccasana per l’undici di WM e per la tifoseria. E’ vero, sognare lo scudetto non costa niente, ma al momento Juventus, Roma e Napoli sono superiori; però se Ausilio tirasse fuori un altro colpo da maestro… (Lavezzi? Beh, allora svegliate Walter…).