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2014

Anche Milano può tornare grande

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mazzarri inter maggio 2014 ifa

Dopo qualche anno di grosse difficoltà, Milan e Inter tornano in corsa per lo scudetto?

Si è parlato tanto di una Juve apparentemente impoverita dalla partenza di Antonio Conte, e forse prossima a salutare uno dei totem sul campo come Arturo Vidal. Si è parlato, forse anche più che dei bianconeri, di una Roma diventata ancor più forte con l’arrivo del FrecciaRossa Iturbe a completare l’attacco e di Astori a rimpolpare, oltre che con l’aggiunta di tanti giovani promettenti come il turco Ucan e la scheggia impazzita Tonny Sanabria o vecchie volpi come Ashley Cole e il duttile Keita. Ma da qualche giorno a questa parte si sta tornando a parlare anche delle due squadre di Milano, quella che potremmo ribattezzare la Football City e che negli ultimi tempi ha patito, forse più di tutte, la crisi che è piombata nel calcio italiano. La città che ha ospitato con maggiore frequenza la Coppa dei Campioni, con tre trionfi (due del Milan e uno dell’Inter) nello spazio di otto stagioni, e che ora sembra aver iniziato, pian pianino, un processo di rinascita a 360°.

 

NON PIU’ PAZZA INTER – Chi ha sorpreso di più, in queste prime settimane fatte soprattutto di mercato, ritorno al lavoro e amichevoli nei più disparati angoli del globo, è sicuramente la nuova Inter targata, per il secondo anno, Walter Mazzarri. Una squadra sempre più solida, che sicuramente ha giovato dell’arrivo in difesa di un duro come Vidic, e che in attacco più contare, oltre che su un Icardi sempre più forte, anche sull’estro e la pazzia di Pablo Daniel Osvaldo. E proprio l’italo-argentino sembra rappresentare l’unico elemento di pazzia, come già detto, in una rosa che sembra fare della concretezza e della costanza le proprie armi principali. Centrocampo reso ancor più solido con gli arrivi del guerriero cileno Medel e dal carroarmato ‘made in France’ M’Vila; corsie laterali che godono del ritmo da samba di Jonathan e Dodò, oltre che dei più “silenziosi” Nagatomo e D’Ambrosio. E con una vera e propria saracinesca come Handanovic, e due jolly di lusso come il Profeta Hernanes e la Maravilla Ricky Alvarez a completare la rosa, un tecnico come Mazzarri può infondere con maggiore calma ed efficacia la propria mania del lavoro e della costanza di risultati, due cose che nel primo anno in nerazzurro del tecnico di San Vincenzo sono mancate alla squadra del Biscione. In attesa di capire se il mercato porterà ancora qualche altro regalo all’ex mister napoletano, il quale può già godersi una squadra capace di mettere in difficoltà il Manchester United e che si proietta con entusiasmo e fiducia all’inizio ufficiale della stagione, con il ritorno in Europa e con un campionato che l’Inter potrebbe sognare anche di vincere, se tutto andrà per il verso giusto.

 

TANA LIBERA TUTTI – E come succede ormai da qualche anno, il mercato del Milan segue un triste adagio: soldi non ce ne sono, si compra solo se si cede, e quello dei parametro zero o dei low-cost è un bacino particolarmente attraente per il club che ha recentemente lasciato la sede storica di via Turati. E proprio questo atto di restyling sul piano strettamente architettonico ha dato quasi il via a una mezza rifondazione sul piano tecnico. C’è Pippo Inzaghi in panchina, giusto per proseguire la politica del “Milan ai milanisti”; c’è una difesa che sembra aver messo da parte le amnesie di Zapata e Mexes per dare spazio all’esperienza internazionale del brasiliano Alex. C’è un centrocampo che ancora per qualche settimana dovrà convivere con il ko pre-Mondiale di Montolivo e attende ancora rinforzi dal mercato (Dzemaili?), e poi c’è un attacco che vivacchia con le prime fiammate post-recupero di El Shaarawy e con la voglia di rivalsa di un Niang, forse messo da parte troppo presto dalle precedenti gestioni tecniche. Ma è soprattutto un Milan privo di grosse zavorre sul fronte contrattuale: fascia sinistra liberata dall’inconsistenza del neo-romanista Emanuelson e di Constant, attratto dal campionato turco, e soprattutto attacco che da qualche giorno non conta più su Robinho, uno degli uomini-scudetto del 2011 ma che dal giorno dell’ultimo tricolore ha fatto più danni che altro, soprattutto nelle casse societarie. La società si muove in vicoli stretti, Galliani fa quel che può e spera di portare rinforzi al gruppo di SuperPippo: un puntello per reparto potrebbe riportare il Diavolo nella lotta per le posizioni che contano in campionato, e l’assenza di impegni di coppa potrebbe offrire ai rossoneri quel serbatoio extra di energie, che male non può fare nell’ambito di un’intera stagione.