La meglio gioventù: i dieci volti nuovi della Serie A 2014/15 - Calcio News 24
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La meglio gioventù: i dieci volti nuovi della Serie A 2014/15

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Il futuro del calcio italiano passa anche dalle giocate dei giovani di talento

GIOVANI SERIE A ITALIA – Ripartiamo da loro, dai giovani. Se i campioni non vengono in Italia, c’è un solo modo per tornare grandi: crescere i futuri campioni. Niente di impossibile, per chi, storicamente, di giovani campioni ne ha cresciuti molti. Tanti, infatti, sono arrivati nel Belpaese da perfetti sconosciuti, per poi andarsene da top player affermati: è il caso, recente, di Lavezzi e Cavani, o Jovetic e molti altri. La lista è lunga, la verità una sola: in Italia passano i giovani migliori. E, in vista della prossima stagione, ne abbiamo individuati dieci pronti a recitare il ruolo da protagonisti.

Nicola Leali (Castiglione delle Stiviere, 17 febbraio 1993, CESENA – via JUVENTUS – ) – Le mani sul futuro. Malgrado la giovane età, Leali vanta già 91 presenze in Serie B, tra Brescia, Lanciano e Cesena. Ed è un prospetto di assoluto interesse, tanto che la Juventus, tre stagioni fa, se lo è assicurato, sborsando circa 5 milioni di euro. Fisicamente imponente (190 centimetri per 80 kg), Leali dispone di un ottimo senso della posizione e di riflessi prontissimi, che gli hanno permesso di esibirsi in parate al limite del reale. La sua crescita è continua, stagione dopo stagione: sta migliorando anche per quel che concerne la comunicazione con il pacchetto difensivo e il gioco con i piedi. Per lui, adesso, è tempo di Serie A: Cesena chiama, con vista Juventus…

Daniele Rugani (Sesto di Moriano, 29 luglio 1994, EMPOLI – via JUVENTUS – ) – Prospetto di assoluto interesse. Nato in provincia di Lucca, Rugani è cresciuto calcisticamente nell’Empoli. Il club che, nell’estate del 2012, lo ha ceduto in comproprietà alla Juventus: merito di Fabio Paratici, direttore sportivo bianconero, tra i migliori nello scovare giovani talenti. Fisicamente prestante – 188 centimetri per 78 kg -, Rugani è un centrale puro di difesa. Ricorda molto Barzagli per senso della posizione e capacità di leggere con anticipo la giocata, ma è anche dotato di una tecnica sopraffina e di un innato senso del gol. Nella scorsa stagione, la prima da professionista, ha giocato 40 partite su 42 con la maglia dell’Empoli, finendo sul taccuino dei marcatori in due occasioni. E, soprattutto, senza mai farsi espellere: sono solamente tre i cartellini gialli ricevuti in tutta l’annata. Sinonimo di correttezza, oltre che di qualità. Attualmente è a disposizione di Sarri, ma il suo futuro potrebbe essere lontano da Empoli: la Juventus sta meditando di portarlo da subito a Torino. Perché la qualità non ha età…

Daniele Baselli (Manerbio, 12 marzo 1992, ATALANTA) – Predestinato. Cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, è ritenuto, in prospettiva, uno dei migliori registi del campionato italiano. Come Pirlo, anche Baselli nasce trequartista, salvo arretrare il proprio raggio d’azione con il passare degli anni. Con la formazione ‘Primavera’ della Dea, in particolare, riesce a mettersi in mostra proprio nel ruolo di regista. Poi, dopo due stagioni al Cittadella, il ritorno all’Atalanta, agli ordini di Stefano Colantuono: 28 presenze alla prima stagione in Serie A e gli occhi delle big – Juventus in primis – su di lui. Già, perché il centrocampista bresciano ha classe, grande visione di gioco e, dote non da tutti, tanta personalità. A tal punto che la società orobica è pronta di privarsi di Cigarini per puntare su di lui. E se il buongiorno si vede dal mattino, per Baselli la prossima sarà una grande stagione.

Danilo Cataldi (Roma, 6 agosto 1994, LAZIO) – Uno dei talenti più cristallini usciti dal settore giovanile della Lazio negli ultimi anni. Lazio, già, la squadra del suo cuore. La premessa è doverosa: Cataldi, nell’estate del 2012, fu avvicinato da emissari del Manchester United, rimasti meravigliati dalle sua qualità e pronti a portarlo da Sir Alex Ferguson. Proposta, però, che il baby biancoceleste rifiutò: meglio la carriera dei soldi. Nasce trequartista, ma ben si adatta anche al ruolo di mezzala: ha un’ottima tecnica e un buonissimo cambio di passo, che gli consente di inserirsi puntualmente negli ultimi metri della difesa avversaria. Sa calciare con entrambi i piedi ed è dotato di grande temperamento, caratteristiche che lo hanno reso un punto fermo del centrocampo del Crotone nella scorsa stagione.

Lorenzo Crisetig (Cividate del Friuli, 20 gennaio 1993, CAGLIARI – via INTER -) – L’uomo per Zeman. Dopo tre anni di esperienza in Serie B, tra Spezia e Crotone, Crisetig è pronto a fare il salto di categoria. Agli ordini del tecnico boemo, peraltro. Come modo di giocare, ricorda Cambiasso o Thiago Motta, anche se con più dinamismo. Sostanzialmente è un uomo d’ordine davanti alla difesa: dispone di un’ottima tecnica e di una grande visione di gioco, ed è molto bravo nel dettare la manovra. Manca, però, nell’inserimento e nella freddezza sotto porta: in 65 gare ufficiali, ha trovato la via del gol solamente in due occasioni. Toccherà a Zeman, adesso, renderlo un giocatore completo.

Leandro Paredes (San Justo, 29 giugno 1994, ROMA) – Dall’Argentina con furore. In patria lo considerano il nuovo Riquelme, sia per l’esperienza comune al Boca Juniors sia, soprattutto, per le immense qualità tecniche di cui dispone. Può giocare sia da trequartista che da mezzala: forte tecnicamente e fisicamente, ha un buoni tempi di inserimento e una grande visione di gioco. Dopo essere stato parcheggiato al Chievo Verona per sei mesi, Garcia lo ha rivoluto immediatamente con sé. In un centrocampo di campioni – Strootman, De Rossi, Pjanic e Nainggolan – lui può rappresentare la mina vagante. E che mina…

Federico Bernardeschi (Carrara, 16 febbraio 1994, FIORENTINA) – Il pupillo di Montella. Toscano di Carrara, Bernardeschi alla Fiorentina arrivò grazie a Corvino. E ci è rimasto fino alla scorsa stagione, nonostante le proposte indecenti di Ferguson, che ha provato in tutti i modi a portarlo all’Old Trafford. Mancino naturale, il talento viola ha grandissime qualità, mostrate, in parte, durante l’annata in B con la compagine calabrese. Capace di saltare l’uomo con estrema facilità, Bernardeschi ha dimostrato di essere un trascinatore, anche sotto il punto di vista caratteriale. Tatticamente è duttile: la sua classe gli consente di svariare su tutto il fronte offensivo, compreso il ruolo da prima punta, alla ‘Totti’ nel 4-2-3-1 di ‘Spallettiana’ memoria. Montella lo ha rivoluto con sé, sebbene il giovane non fosse pienamente convinto: con i viola impegnati su tre fronti, Bernardeschi avrà la possibilità di mettersi in mostra. E di fare, soprattutto, il grande salto.

Luca Garritano (Cosenza, 11 febbraio 1994, CESENA – via INTER – ) – Nonostante la giovanissima età, Garritano può essere considerato già un veterano. Sì, perché a livello giovanile ha vinto quasi tutto – nello stesso anno, addirittura, Scudetto sia con la formazione Beretti che quella Primavera dell’Inter – e ha già esordito in Serie A, sotto la guida di Stramaccioni. La scorsa stagione, in B, alla prima esperienza da professionista, ha disputato un’ottima stagione, in crescendo. Possiede un bagaglio tecnico non comune, impreziosito dalla sua capacità di adattarsi a diversi ruoli in attacco: esterno offensivo, trequartista e anche seconda punta.

Giorgi Chanturia (Tiblisi, 11 aprile 1993, HELLAS VERONA) – Tante belle parole sul suo conto, sin qui, senza però grandi risultati. Giorgi Chanturia, 21enne trequartista ex Vitesse, è definito da diversi anni il ‘Messi georgiano’. Sì, perché il giocatore è dotato di una classe sopraffine e di una capacità di dribbling sconosciuta ai più. Caratteristiche che, a livello giovanile, lo hanno reso un ‘crack’. Con il passare degli anni, però, Chanturia non è riuscito a confermarsi sotto il punto di vista della continuità. Qualche bella giocata, ma poi poco altro. E la radice di tutto ciò sta nel suo comportamento: a livello caratteriale, infatti, il georgiano è ancora molto debole, e dunque riesce ad esprimersi solo laddove si sente ‘coccolato’. Non è successo in Olanda e in Romania, può accadere in Italia, con la maglia del Verona: il Bentegodi è pronto a consacrarlo come erede di Iturbe.

Andrea Belotti (Calcinate, 20 dicembre 1993, PALERMO) – Attaccante di primissimo livello. Cresciuto nel settore giovanile dell’Albinoleffe, Belotti è sbocciato a Palermo, con cui, la scorsa stagione, ha ottenuto la promozione in Serie A. A dispetto della giovane età, può essere considerato già un giocatore quasi completo: pur non essendo altissimo – 1.81 metri -, nel gioco aereo è tra i migliori in assoluto in Italia, essendo dotato di uno stacco importantissimo. Non solo, però: la fame di gol che lo contraddistingue ha fatto ricordare a molti SuperPippo Inzaghi. Non a Mondonico, il suo primo allenatore, che lo ha paragonato invece a Luca Vialli. È forte tecnicamente, anche sui calci piazzati. Doveva essere la riserva di Hernandez e ha finito per prendersi la ribalta da assoluto protagonista, oltre che il posto da titolare. E al suo primo anno in A, è pronto a stupire ancora.