2014
Milan, analisi statistica di un disastro
La pessima stagione dei rossoneri vista dai numeri, mai così male nei tornei a 20 squadre
STATISTICHE OPTA – Non è stata una buona stagione per il Milan, lo dicono anche le statistiche. Certo, se a sinistra viene riproposta la staffetta Constant – Emanuelson, se Robinho rimane l’uomo di qualità in attacco e se Honda e Birsa sono i migliori acquisti allora non serve scomodare Opta, ma va detto che dando un’occhiata ai numeri si capisce ancora di più il disastro del Diavolo nel 2013-14. Le ultime giornate hanno fatto sperare i rossoneri nell’Europa League, ma alla fine è arrivato un ottavo posto che non si vedeva dal millennio scorso e per poco i milanesi non hanno sfiorato i preliminari di Coppa Italia addirittura – la prospettiva di vedere il Milan a Cittadella o a Chiavari per giocarsi la coppa nazionale rimane comunque, romanticamente, un tuffo al cuore.
PUNTI E SCONFITTE – Il fatto che negli ultimi dieci anni il Milan abbia vinto solamente uno Scudetto è strano, perché il Diavolo è (era?) abituato a vincere soprattutto fuori dai patri confini, ma se si prendono in considerazione le annate con la Serie A a 20 squadre allora il 2013-14 è un incubo in piena regola perché il Milan non è riuscito a raggiungere nemmeno i sessanta punti, cosa che non accadeva dal 2001-02 quando però le giornate erano 34 e non 38. Sta di fatto che anche il numero delle sconfitte in campionato è strabiliante, ben 13 in 18 partite (record negativo dal 1996-97), questo vuol dire che per ogni coppia di risultati utili consecutivi, per il Milan arrivava costantemente una sconfitta: la media infatti è di un k.o. ogni tre gare, anche se poi la realtà dei fatti ovviamente è stata differente e si è assistito a strisce positive come nell’ultimo periodo con Seedorf e a insuccessi uno dopo l’altro come nelle prime giornate con Allegri e a metà della gestione dell’olandese.
GOL FATTI E SUBITI – Non è solo il numero di punti a colpire (57 sono davvero pochi comunque per una squadra che negli ultimi dieci anni in media veleggiava intorno a quota 73), ma anche per il bassissimo numero di gol, ancora una volta il peggiore da quando la Serie A ha cambiato formato. A far da contraltare ci sono i gol subiti, anche qui record dal 2004-05 in poi, con una differenza reti da squadra di media classifica: 57 gol fatti, 49 subiti e +8 di differenza reti, per una squadra che nella stagione peggiore prima di questa aveva segnato sì 57 volte ma ne aveva presi “solo” 39 con una differenza di +21, stiamo parlando del 2006-07 e quel Milan lì portò a casa da Atene un cimelio abbastanza prezioso. Per quanto riguarda i gol segnati l’imprecisione dell’attacco rossonero ha fatto da padrona, pensate che il Diavolo ha tirato in porta 460 volte in tutto l’anno se si escludono i tiri respinti, e di questi 460 ne sono entrati 57 ovvero 1/8, ovvero il 12%. Per dire, una media inferiore a quelle di Sassuolo e Chievo Verona.
TIRI – Ad abbassare le statistiche del Milan ci ha pensato Mario Balotelli, la punta di diamante della nostra nazionale ma anche il bomber più impreciso della Serie A se si contano quelli in doppia cifra: ha tirato verso la porta 105 volte, mai nessuno come lui, ma solamente nel 13% la palla è entrata, e tra l’altro Balotelli ha colpito pure sei legni, record in A. Un primatista in tutti, quindi. Curioso come Balotelli abbia anche sbagliato i primi rigori in carriera quest’anno, uno dei quali nell’1-1 contro il Genoa, ovverosia la partita con più tiri in porta da parte di una singola squadra in tutto il 2013-14, ben 28 le conclusioni dei lombardi. A quei tempi c’era ancora Allegri, esonerato alla fine del girone di andata e quindi facilmente confrontabile in termini numerici con Seedorf: il livornese ha vinto solamente 5 gare su 19, mai due di fila, centrando la peggior partenza del Milan da trent’anni, mentre Seedorf ha vinto più del doppio delle volte, ben 11 finendo quarto nella speciale di classifica del girone di ritorno. E pensare che lo spogliatoio è infuocato e Seedorf sul punto di partenza.
CLASSIFICA – Oltre al fallimento dell’obiettivo europeo (il Milan non va in Europa dopo 16 anni, l’ultima volta fu nel 1997-98), sono anche altri due i numeri che impressionano e designano quando la stagione del club di via Aldo Rossi sia stata negativa. Il primo è la differenza di punti rispetto al campionato scorso, 72 contro 57, un crollo vertiginoso e il terzo peggiore in questa Serie A dopo il retrocesso Catania e quello meno rumoroso dell’Udinese, ferma a -22 ma conscia di aver fatto un exploit incredibile le stagioni precedenti. Ma forse è un altro il dato incredibile, cioè quello dei punti persi da situazioni di svantaggio: il Milan in questa speciale classifica è primo in Serie A, tant’è che ha iniziato la stagione a Verona con un k.o. in rimonta e l’ha finita con la sconfitta decisiva di Bergamo sempre in rimonta. In 26 occasioni il Diavolo è andato in vantaggio e in dieci di queste non ha portato a casa i tre punti – cinque pari e cinque sconfitte – e ha perso la bellezza di 25 lunghezze pur trovandosi avanti a un certo punto del match; dalla parte opposta delle 20 partite in cui è andato sotto, in 13 ha guadagnato zero punti, in 2 ha vinto e in 5 ha messo il segno X. Volete sapere da chi arriva l’unica statistica lieta del Milan? Oltre a Balotelli re dei tiri in porta, c’è Kakà che figura nella top ten dei giocatori che con i loro passaggi hanno creato più palle gol. Proprio Kakà, classe 1982 e dato per bollito a inizio anno, mentre a Matri veniva data piena fiducia. Forse la figuraccia del Milan 2013-14 non è proprio tutta colpa dei numeri.