2014
Verso Brasile 2014, Costa d’Avorio: un Re Leone alla guida degli Elefanti
Gli ivoriani in campo per la storia: alla terza partecipazione, provano a superare la fase a gironi
COSTA D’AVORIO MONDIALI BRASILE 2014 – Non c’è due senza tre. Lo sa bene la Costa D’Avorio, che per la terza volta consecutiva – e, più in generale, nella sua storia – prenderà parte alla fase finale del Campionato mondiale di calcio. Cammino in discesa per gli ‘Elefanti’, che, dopo aver vinto la fase a gironi delle qualificazioni, hanno superato il Senegal, strappando il pass per Rio 2014. Rispetto alle precedenti esperienze, la Costa d’Avorio parte con un po’ più di ottimismo: la squadra, infatti, si è consolidata, e il girone non è per nulla infernale. Contro, infatti, Drogba e compagni si troveranno Colombia, Giappone e Grecia. Non semplicissimo, ma neppure impossibile: nel 2006 gli ivoriani pescarono Argentina, Olanda e Serbia, mentre nel 2010 Portogallo, Brasile e Corea del Nord infransero i sogni di gloria degli africani. I presupposti per fare meglio, dunque, ci sono tutti.
L’ALLENATORE , SABRI LAMOUCHI – Come non ricordarlo? Centrocampista dal passo lento ma di grande qualità, che, in Italia, ha vestito le maglie di Parma, Inter e Genoa. Nato a Lione il 9 novembre 1971, Lamouchi è stato scelto un po’ a sorpresa come commissario tecnico della Costa d’Avorio. I risultati, sin qui, sono stati deludenti: la percentuale di vittorie (57% in 21 partite) è buona, ma la squadra africana è venuta meno nei momenti decisivi. Come nell’ultima Coppa d’Africa, dove, ai quarti di finale, è stata eliminata dalla Nigeria, poi vincitrice del titolo. La pressione, dunque, è tanta: il gioco è migliorato e la squadra si è compattata, ma adesso il popolo ivoriano chiede risultati. E non passare la fase a gironi potrebbe costare la panchina a Lamouchi, in carica dal 28 maggio del 2012.
LA STELLA, DIDIER DROGBA – E non ce ne voglia Yaya Touré, a cui, seppur in ritardo, auguriamo un buon compleanno. Scherzi a parte, di stelle, in rosa, ce ne sono tre. Tre giocatori che, anche in questa stagione, sono riusciti a mettersi in mostra con i rispettivi club. Il primo, in ordine di esperienza e palmares, è Didier Drogba. Trentasei anni e non sentirli: l’ex attaccante del Chelsea è pronto, da buon capitano, a prendere per mano i compagni, facendo ciò che in carriera gli è riuscito meglio: segnare. Il ruolo più importante, però, lo avrà proprio Yaya Touré, giocatore totale, capace di ricoprire (divinamente) tutti i ruoli del centrocampo. Sarà lui a dover creare gioco e imbastire azioni, cercando, con passaggi filtranti, di azionare le ali degli Elefanti, uno dei punti di forza della squadra di Lamouchi. Che potrà contare, peraltro, anche su Gervinho, autentico trascinatore della Roma in questa stagione. Tre stelle pronte a guidare un buon gruppo, troppo lacunoso, però, in difesa. Sperando, ovviamente, che non si trasformino in Supernovae.
LA SORPRESA, LACINA TRAORE’ – Un’eterna promessa, ma che, per il momento, ancora non è sbocciata. Lacina Traoré, prima punta classe ’90, ha attirato su di sé le attenzioni di diversi club. Come? A suon di gol, ovviamente. Prima con la maglia del Cluj, in Romania, e poi in Russia, con Kuban e Anzhi. Tappe, però, che hanno finito, di fatto, per isolarlo. L’anno prossimo ripartirà dal Monaco degli sceicchi, ma nel frattempo c’è un Mondiale da giocare: farsi spazio tra Drogba e Doumbia non sarà per nulla semplice. Riuscirci, tuttavia, avrebbe una doppia importanza, sia per la competizione iridata sia, soprattutto, perché sarebbe la definitiva consacrazione di una promessa. E a 24 anni, forse, sarebbe anche il momento giusto per farlo.
L’UOMO MERCATO, SERGE AURIER – Tanti, a dire la verità, sono i giocatori corteggiati sul mercato. Serge Aurier, però, lo è da diverso tempo: cresciuto nel Lens insieme all’altro talento Situ, nel 2012 si è trasferito al Tolosa. Sotto l’attenta osservazione delle big, che lo hanno tenuto monitorato in queste due ultime stagioni e che sono pronte a sferrare l’assalto definitivo. Un pensierino lo aveva fatto anche l’Inter, ma il destino di Aurier pare segnato: l’Arsenal è quasi realtà. Presto, poi, anche Yaya Touré e Gervinho potranno diventare uomini mercato: entrambi, infatti, hanno fatto capire di voler cambiare aria.
L’ULTIMO MONDIALE – La storia degli ivoriani al Mondiale è ancora tutta da scrivere. Sono solamente due le partecipazioni degli Elefanti: la prima nel 2006, in Germania, e l’ultima quattro anni più tardi, in Sudafrica. Ad accomunarlo il risultato: un fallimento, ossia l’eliminazione nella fase a gironi. Viziato, però, da tanta sfortuna nel sorteggio: in entrambe le occasioni gli Elefanti hanno pescato rivali di ferro. Nell’ultima edizione, in particolare, la truppa di Eriksson totalizzò quattro punti in tre partite, sfiorando per poco l’impresa di eliminare il Portogallo di Cristiano Ronaldo nella prima fase.
DOVE ARRIVERA’ – L’obiettivo principale è quello di superare il primo turno. E il compito, rispetto al passato, non è poi così arduo: Colombia e Giappone sono un gradino superiori alla Costa d’Avorio, che, però, potrà giocarsela a viso aperto forte dell’esperienza accumulata in questi ultimi anni. E poi c’è la Grecia, uno scoglio insidioso su cui si può facilmente scivolare. Serviranno concentrazione e qualità. Tanta qualità, specie in attacco, per cercare di coprire le lacune di una difesa che è tutt’altro di ferro, come dimostrato dai gol incassati durante le qualificazioni (due addirittura dalla Tanzania). E poi molto dipenderà anche da Drogba, il cuore della squadra: un Re Leone pronto a guidare ventidue Elefanti. Per fare la storia, ovviamente.