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2014

Infografica – Dalla 14^ alla 20^: il pagellone finale

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Voti e giudizi alle ultime sei classificate della Serie A

SERIE A CAGLIARI CHIEVO SASSUOLO CATANIA BOLOGNA LIVORNO – A bocce ferme è il tempo di ratificare i bilanci: in questa sede ci occuperemo delle ultime sei classificate, a lasciare temporaneamente la massima serie sono Livorno e – più a sorpresa – Catania e Bologna. Si salvano Sassuolo e Chievo con un turno d’anticipo con la quota salvezza crollata a 33 punti, il Cagliari ne fa complessivamente 39 senza mai correre il rischio di retrocedere. Ecco i voti di fine anno.

CAGLIARI 5.5 – E’ palese che i voti vadano tarati in relazione alle aspettative iniziali: in tal senso i sardi hanno deluso non poco, seppur forti degli alibi di ferro dati dalle vicende presidenziali e dalle annose questioni legate allo stadio di appartenenza. Ad ogni modo una squadra che vanta un parco attaccanti del calibro dei vari ibarbo, Pinilla e Sau non può realizzare appena 34 gol, attestandosi al penultimo posto della speciale graduatoria in compagnia di Chievo e Catania. Una tenuta difensiva migliore rispetto alle squadre retrocesse ha salvato il salvabile ma non il giudizio di una stagione che non aderisce affatto alle dotazioni d’organico. Il resto lo ha fatto la cessione in corso d’opera del pezzo pregiato: la partenza di Nainggolan ha tolto fiato, muscoli ed idee.

CHIEVO VERONA 6.5 – Tre punti in meno del Cagliari (36 rispetto ai 39 dei sardi) e salvezza ottenuta proprio al Sant’Elia nel penultimo turno di campionato: i veneti però non hanno una rosa strutturata quanto quella dei rossoblu e ad inizio stagione sembravano quantomeno pericolanti. Venuti meno gioco e continuità ma non la grinta nel momento giusto: terminare il campionato davanti a Catania e Bologna era tutt’altro che scontato e va dato merito ad una piazza che, seppur oramai rinunciando di fatto ad investire, riesce a confermarsi con orgoglio nella massima serie. Oramai per il tredicesimo anno consecutivo.

SASSUOLO 7 – Se è vero che un’altra neopromossa (l’Hellas Verona) ha lottato fino all’ultima giornata per un posto in Europa è altrettanto indubitabile che la terza (il Livorno) abbia condotto un campionato a dir poco anonimo. Il giudizio è assolutamente positivo per la capacità di rialzarsi quando invece la retrocessione sembrava scontata: per l’intero girone d’andata il Sassuolo ha stabilmente occupato l’ultima piazza della classifica e restare in A sapeva di miracolo, la squadra ha cambiato volto in estate ed è stata ulteriormente rivoluzionata nella finestra invernale di mercato. Ha cambiato e ricambiato allenatore fino quasi a non crederci più: poi una salvezza che rinsalda le velleità di una proprietà ambiziosa. Dopo il casino del primo anno l’opportunità di lavorare serenamente nell’immediato futuro per stabilizzarsi nella massima serie.

CATANIA 4 – A voler essere buoni e per non infierire: operazione sciagurata quella di passare dall’ottavo posto di un anno fa al diciottesimo attuale dopo un campionato vissuto per larga parte all’ultimo posto. Problemi di programmazione societaria – cedere due pilastri quali Lodi e Gomez senza sostituirli degnamente salvo poi riprendere confusamente il primo – e di personalità: i siciliani sono venuti meno proprio sul piano della lotta, il risveglio è stato decisamente tardivo quando nelle ultime battute della Serie A il Catania ha provato a rialzare la testa. Torna in A il Palermo, torna in B quel Catania che pochi mesi indietro parlava d’Europa e sognava tutt’altri orizzonti.

BOLOGNA 4 – Un dato prima di tutto: 29 reti realizzate. Impensabile salvarsi quando neanche ti avvicini alla media di un gol a partita. Attacco letteralmente disastroso e giustamente quale contromisura arriva a gennaio? Vendere Diamanti. Ma neanche a gennaio, meglio a febbraio quando non c’è più tempo per sostituirlo. O intenzione forse. Un disastro totale. “Voleva andare via”, diranno in tanti: lo leghi allo spogliatoio fino a salvezza ottenuta o al massimo lo cedi in tempo tale da poterti consentire un degno sostituto. Considerando che l’offerta del Guanghzou fosse già pervenuta sul tavolo del Bologna a metà gennaio: sembra quasi si sia scelto di andare in B.

LIVORNO 4.5 – Mezzo punto in più di Catania e Bologna? Sì. Perché quando guardi le rose in avvio di stagione c’è una sola certezza: il Livorno in B. Impensabile nutrire l’ambizione di confermarsi nella massima serie senza intervenire su un organico evidentemente deficitario. E non sono bastati gol e prestazioni di un indescrivibile Paulinho: un leone. Quindici reti, una più bella dell’altra, grinta fuori dal comune: il centravanti brasiliano ha rincorso avversari, scosso i compagni e segnato a raffica. Fosse solo per lui la società avrebbe dovuto fare qualcosa in più ma lo ha lasciato predicare nel deserto: peccato, nella corsa salvezza un Paulinho lo aveva solo il Livorno.