2014
Esclusiva, Karel Zeman: «In Italia si pensa troppo al risultato»
Il figlio di Zdenek ai microfoni di Katia Nicotra per “calcionews24.com”
Karel Zeman, giovane allenatore, figlio del celebre Zdenek, fautore di un calcio spettacolare prettamente offensivo, mette in campo la sua stessa idea calcistica. Cresciuto fin da bambino in mezzo ad un campo di calcio, rimane affascinato dalla filosofia ideata dal padre basata sul lavoro e il sacrificio, componenti fondamentali per potere giocare ad un calcio gioioso, divertente ed in grado di emozionare e lasciare con il fiato sospeso fino alla fine. Filosofia che si scontra con il modo di concepire il calcio nel nostro Paese, nel quale la difesa e il risultato sono dogmi inscalfibili.
Ma come lui stesso dichiara per lui non esiste un altro calcio: il calcio può ancora divertire che si vinca o si perda, l’importante è dare tutto in campo. Sarà anche per questo che Karel ha già avuto a che fare con diversi esoneri (l’ultimo a Fano dopo la prima giornata di campionato, quando la sua squadra è stata sconfitta con un sonoro 6-0).
Hai allenato in Eccellenza, in Serie D e Lega Pro e quest’anno sei stato alla guida del Qormi, squadra che milita nella BOV Premier League, la massima divisione maltese. Che esperienza è stata?
«Sicuramente un’esperienza di cui mi ricorderò sempre con grande soddisfazione, al mio arrivo ho trovato una squadra in difficoltà che era terzultimo in classifica, senza un’idea di gioco. Anche a livello societario la situazione non era serena, ma con impegno e sacrificio siamo riusciti a raggiungere la salvezza con due giornate d’anticipo e tirarci fuori da una situazione che sembrava ormai compromessa»
Il calcio spettacolo ideato da tuo padre ha saputo entusiasmare e dividere, tanto da essere considerato da molti il calcio più “anti-italiano” che ci sia. E’ davvero attuabile nel nostro campionato ?
«Tutto dipende dal gruppo, se si trova un gruppo che vuole dettare le regole sicuramente non si può fare, ma se la squadra si lascia guidare dall’allenatore con impegno e sacrificio, allora si possono raggiungere dei buoni risultati»
Ti sei mai sentito penalizzato in quanto “figlio di”?
«Sì, sia nel trovare squadra, perché a differenza di quello che si possa pensare non mi risulta facile, sia quando mi arrivano dalla tribuna insulti su mio padre. Questo mi fa male anche se a lui so che la cosa scivola addosso»
Cosa ne pensi del calcio italiano?
«Il livello è basso, soprattutto poco spettacolare: la mancanza di spettacolo allontana sempre di più la gente dagli stadi e di conseguenza porta a considerare come unico obiettivo il risultato e non importa con quali mezzi esso venga raggiunto. Il calcio per riemergere dovrebbe essere fatto solo da chi lo ama veramente e non per fini speculativi. Ogni tifoso che si rende conto di questo non deve correre il rischio di godere del risultato, perché sarebbe felice solo quel giorno, ma poi vedrebbe macchiata la storia della sua società»
E dell’ultima Serie A?
«La Juve è la più forte e la Roma nonostante l’ottimo campionato non è stata a quei livelli: c’è ancora un grande divario tecnico tra le due»
Cosa mi dici dell’esonero di tuo padre dalla Roma?
«C’è stata molta delusione per non aver potuto lavorare come avrebbe voluto»
Tu cosa ne pensi dello scandalo che ha investito il mondo del calcio nel 2006, Calciopoli?
«Io non ho testimonianze dirette, ma chi ha alterato o ha provato ad alterare qualche risultato dovrebbe smettere con il calcio, non va punita la società che spesso non ne è nemmeno al corrente. Non è giusto punire nemmeno i tifosi di una squadra se il dirigente è un delinquente. Il calcio deve essere solo calcio»
La tua opinione sul doping nel calcio?
«Penso che ogni giocatore dovrebbe raggiungere determinati obiettivi solo con sacrificio ed impegno sul campo e non per altre vie»
Progetti per il futuro?
«In Italia non ho ancora avuto grandi opportunità, ma a fasi alterne ho avuto la possibilità di avere una panchina. Sono convinto di ciò che valgo e vorrei raccogliere qualcosa in più. Spero intanto di trovare posto in una società seria con idee chiare che mia dia fiducia»