2014
Zona Micheletti: Tempo di verdetti
E finalmente siamo arrivati ai primi verdetti. Domani sera la Coppa Italia e tra domenica e lunedì sera lo scudetto.
La finale di Coppa mette di fronte due squadre e due allenatori simili e lontanissimi allo stesso tempo. Napoli e Fiorentina sono due realtà non abituate ai riflettori, lontane storicamente dai grandi successi e dai circhi mediatici: si sono conquistate la ribalta entrambe grazie al gioco e al comportamento dei giocatori. In nessun caso ci sono state ‘balotellate’ e le polemiche (vedi i mugugni di Higuain o le lungaggini sul rientro di Gomez) sono state gestite in serenità e all’interno. Montella e Benitez, anche se con anzianità diversa, sono due ‘nuovi’ della Serie A. L’aeroplanino lo ha anche detto: “è la mia prima finale da allenatore non so che cosa proverò”, mentre per Benitez il callo alle finali (anche se non tutte vinte) è già stato fatto da tempo. Entrambe le formazioni arrivano con effettivi ridotti da infortuni o singoli non al meglio: se da una parte Rossi sembra poter andare in panchina, dall’altra Higuain scenderà in campo, ma con una tibia dolorante. Se da una parte Neto si è fatto male alla mano in settimana e Borja Valero ha una infiammazione al ginocchio tanto da non essersi allenato per due giorni, dall’altra il rientro di Hamsik non è certo accompagnato da uno stato di forma esaltante. Come si vede quindi una gara che nasce sotto l’insegna dell’incerto e del tremebondo: non aiuta anche la cabala relativa all’arbitro Orsato di Schio che quest’anno ha diretto 4 volte la Fiorentina (1 pareggio e tre sconfitte) e due volte il Napoli (un pareggio e una vittoria) non ‘segnando’ alcun favorito storico dell’arbitraggio e per una volta non dandomi la possibilità di sbilanciarmi in un segno per la vincente di questa Coppa. Direi che i supplementari sono una opzione più che praticabile. Poi…
Dicevamo anche dello scudetto: domenica la Roma a Catania e lunedì la Juventus a Bergamo finiranno con due giornate di anticipo il loro lungo braccio di ferro. Alla Juve basta vincere con l’Atalanta per cucirsi lo ‘scudo’ sul petto, ma la sensazione è che la sorpresa in Sicilia ai danni della Roma sia dietro l’angolo: credo che la Juve voglia fortemente i 100 punti e che anche in caso di non vittoria giallorossa al Massimino vada per i tre punti contro una ‘enclave’ bianconera da sempre come Bergamo.
Per il resto c’è tempo e altri sei punti a disposizione: vedremo settimana prossima