2014
La conta degli assenti ha stancato: ora si gioca
Finale di Coppa Italia, Fiorentina e Napoli per un titolo e per disegnare il volto della stagione
COPPA ITALIA FIORENTINA NAPOLI – Usciamo un attimo dall’appello dei presenti: se ne è detto tutto e di più. Proviamo invece a tracciare un bilancio di quanto ottenuto finora dalle due squadre che domani – nello scenario dell’Olimpico di Roma – si contenderanno la conquista della Coppa Italia. Nel complesso entrambe sotto le aspettative iniziali? Valutiamo.
COME ARRIVA IL NAPOLI – Terzo in campionato, manca davvero soltanto la garanzia matematica, dovrà passare per i preliminari se vuole accedere alla prossima edizione della Champions League. Un intoppo non programmato, risolvibile da una squadra dotata dei valori ascrivibili al Napoli, ma pur sempre un intoppo: Juventus e Roma hanno corso troppo per portarsi con loro il precario andamento degli uomini di Benitez. Che hanno peccato proprio in termini di continuità: il Napoli ha cominciato alla grande la sua stagione offrendo un calcio dinamico, intenso e propositivo. Poi si è via perso per strada, ha sbandato senza perdere completamente la rotta ma, parliamoci chiaramente, salvando il salvabile di un’annata concepita sotto altre prospettive. Strano: era lecito ipotizzare un Napoli inizialmente in fase di “studio” e via via in crescendo. E’ accaduto praticamente l’opposto: il prossimo passo è quello di adattare la struttura dell’organico in vista di una gestione più efficace del doppio fronte.
COME ARRIVA LA FIORENTINA – La coppia Rossi-Gomez, impensabile nasconderlo, aveva fatto pensare in grande: magari non ancora in chiave scudetto – con la faccenda che inizialmente sembrava spettasse a Juventus e Napoli – ma, questa volta sì, in direzione Champions. Chiara e condizionante la doppia assenza – soltanto 193 minuti disputati insieme – ma abbiamo anticipato di non voler soffermarci ulteriormente sulla conta dei presenti: e la Fiorentina qualcosa rispetto alla scorsa stagione sembra aver smarrito. Gioco non brillante come accaduto un anno fa, con i viola padroni sotto quest’aspetto: inequivocabilmente la squadra italiana con il modello di gioco più avanzato. Più di un dubbio invece è sorto quest’anno: troppa confusione, organico lunghissimo in alcuni settori tanto da ingarbugliare anche Montella. E la Fiorentina, complice l’inattesa quanto dirompente esplosione della Roma, deve rinunciare ancora al grande salto.
IL SENSO DELLA FINALE – Scontro tra deluse? No, forse questo è troppo. C’è chi ha fatto peggio: Milan ed Inter, rispettivamente secondo e terzo monte ingaggi della Serie A, qualcosa in più avrebbero potuto offrire. E nel bilancio delle stagioni di Napoli e Fiorentina va, appunto, questa finale di Coppa Italia: da tanti considerato un ripiego, è uno dei tre titoli conquistabili da una squadra italiana. Uno dei due per chi non partecipa alla kermesse europea. Dunque massimo rispetto: vincere poi alzerebbe di almeno un voto il giudizio complessivo. Favoriti? Difficile sbilanciarsi in una partita secca disputata da due squadre che tra l’altro si somigliano per vizi e virtù. In campionato a Firenze ha vinto il Napoli ed all’ombra del Vesuvio la Fiorentina: per far capire quanto sono incasinate queste due squadre. Forse un impercettibile vantaggio per la banda Benitez, ma nessuno si strapperebbe un capello se accadesse il contrario: non resta che accomodarci ed assistere alla contesa.